A Pavia la nuova Pista ciclabile fluorescente e auto-illuminante

di Alessia Di Donato

Sorgerà in una zona naturalistica molto delicata, dove non si possono installare lampioni o fari per non nuocere alla fauna e sarà auto-illuminante, per pedalare in sicurezza. Rilasciando, di notte, la luce accumulata durante il giorno.

Una pista ciclabile unica in Italia, fatta da uno speciale asfalto auto-illuminante che di notte rilascia la luce del sole accumulata durante il giorno, con un effetto fluorescente che la rende cangiante, sui toni del viola, del verde e del blu, illuminandola a giorno senza alcuna zona buia.

Pista ciclabile fluorescente a Pavia

Pensata per collegare i piccoli comuni di Travacò-Siccomario e Borgo Ticino, per poi arrivare a Pavia, per una lunghezza di 5 kilometri. L’obiettivo finale è quello di connettersi con la già esistente “ciclovia VenTo”, che collega Venezia e Torino, passando per Travacò. Il progetto, fortemente voluto dai residenti, stanchi di poter utilizzare la ciclabile e il sentiero soltanto di giorno e riuniti nel comitato Mei Sto in Burgh, è arrivato alle fasi finali. Terminata la progettazione, adesso è tempo di indire la gara d’appalto.

I lavori, dunque, inizieranno a breve, per un costo complessivo di circa 260mila euro, per metà finanziati dalla Regione Lombardia. Questo progetto è di assoluto interesse non solo dal punto di vista del cicloturismo o del trekking naturalista, ma anche per tutti coloro che decidono di lasciare la macchina in garage e recarsi a lavoro o all’università in bicicletta.

La pista ciclabile fluorescente è stata “copiata” da un progetto elaborato da alcuni ingegneri polacchi dell’Istituto Tecnologie del Futuro di Pruszkow, gli inventori della vernice a base di fosforo che si “carica” al sole come una lampada ad energia solare. I cristalli fosforescenti che vengono inglobati nell’amalgama dell’asfalto della ciclabile, restano luminosi fino a dieci ore consecutive, tempo utile a soddisfare il fabbisogno di luce necessario per tutte le ore serali.

Pista ciclabile con asfalto auto-illuminante

Il manto fluorescente del percorso non consuma un watt, è assolutamente eco-friendly e permette di muoversi in assoluta sicurezza anche di notte rispettando gli equilibri naturali.A sud del fiume Ticino, nei dintorni di Pavia, infatti, c’è un’area naturalistica piena zeppa di fauna tutelata e protetta: tassi, scoiattoli, castori, donnole e piccoli altri animali che vivono nel sottobosco.

Una zona in cui i sentieri di acqua tracciati dai percorsi del fiume Ticino e del fiume Po si intrecciano con i ciclopercorsi e i cammini ideati e progettati per vivere il piacere di una passeggiata immersi nella bellezza e nella natura. Il rischio, però, è sempre quello di alterare gli equilibri faunistici della zona, da salvaguardare per non nuocere ai piccoli abitanti.

Ciò che più danneggia la biodiversità della zona, secondo gli esperti, è l’installazione di impianti di illuminotecnica, quelli che consentono a camminatori e camminatrici, ciclisti e cicliste di percorrere i sentieri e le piste in sicurezza al calare del sole. La luce artificiale danneggia la fauna, e per questo motivo l’Aipo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po, ha severamente vietato i percorsi illuminati, nelle vicinanze dei fiumi.

La luminosità della pista, secondo gli studi, non disturberà la fauna della zona, essendo non soltanto eco-friendly e zero-sprechi, soprattutto energetici, ma anche assolutamente compatibile con la biodiversità delle zone che attraversa.

Articolo di Alessia Di Donato

Foto: Today.it

Fonte: https://www.nonsprecare.it/pista-ciclabile-fluo-pavia

FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO SCONOSCIUTO
La testimonianza di otto anni di lavoro come discepolo di G.I. Gurdjieff
di P.D. Ouspensky

Frammenti di un Insegnamento Sconosciuto

La testimonianza di otto anni di lavoro come discepolo di G.I. Gurdjieff

di P.D. Ouspensky

"Frammenti di un insegnamento sconosciuto" è una lucida esposizione dell'aspetto pratico dell'insegnamento di Gurdjieff. Un totale approfondimento dei problemi della vita e delle norme più dirette ed elementari per rendere migliore l'esistenza dell'uomo.

È la testimonianza di otto anni di lavoro (dal 1915 al 1923) di Ouspensky, filosofo russo, come discepolo del mistico armeno G. I. Gurdjieff. Comunemente riconosciuta come la più completa esposizione del Sistema di Gurdjieff, questo libro è considerato fondamentale da molti seguaci contemporanei della Quarta Via, che lo utilizzano spesso per introdurre i nuovi studenti alle idee di Gurdjieff.

Nel libro compare per la prima volta il simbolo dell'enneagramma. Nel libro l'autore ripercorre il processo di apprendimento del "Sistema" insegnato da George Gurdjieff, che lo portò in seguito a condurre diversi gruppi di ricerca e studio. In tutto il libro, Ouspensky non si riferisce esplicitamente al signor "Gurdjieff", ma utilizza soltanto l'iniziale "G". È comunque risaputo che il signor "G." fosse George Gurdjieff, che insegnò al filosofo russo un antico sistema "esoterico" di auto-sviluppo comunemente noto come la Quarta Via.

Il libro inizia con Ouspensky che torna nella sua casa di San Pietroburgo in seguito ad un'escursione in Oriente, dove era stato in viaggio "alla ricerca del miracoloso". Incontra presto un uomo misterioso, un certo "G.", che ha quelle risposte a cui Ouspensky è andato faticosamente cercando per tutta la vita. Si unisce così alla "scuola" esoterica del signor Gurdjieff, e inizia l'apprendimento di un particolare sistema di auto-sviluppo che aveva avuto origine in Oriente, presumibilmente nel corso della più remota antichità, forse millenni prima della storia.

Ouspensky racconta le prove di apprendimento di questo nuovo sistema, a cui si riferisce in seguito come "Quarta Via", spesso ricordando lezioni intere o parti di lezioni, che il signor Gurdjieff dava ai suoi discepoli. Ouspensky descrive molte delle sue esperienze, soprattutto attorno all'"arte del ricordo di sé", e racconta alcuni dei metodi e degli esercizi che comprendeva il Sistema di Gurdjieff.

Il libro si conclude con le vicissitudini di Ouspensky avvenute durante la rivoluzione bolscevica, alle quali seguì la fuga con il signor Gurdjieff verso l'Occidente. In Europa, tra Francia, Inghilterra e Stati Uniti d'America, entrambi continuarono ad insegnare il Sistema ai propri seguaci fino alla morte.

L'ultima parte di "Frammenti di un insegnamento sconosciuto" descrive anche i sentimenti dell'autore e le motivazioni dietro la sua decisione di insegnare "il sistema" in modo indipendente e non più sotto la diretta supervisione del signor Gurdjieff.

Il libro è stato pubblicato postumo nel 1949 da alcuni studenti di Ouspensky, due anni dopo la sua morte. Il titolo riflette sia l'idea secondo cui il sistema di Gurdjieff doveva essere "assemblato" dallo stesso studente, sia l'opinione che gran parte del sistema originale fosse probabilmente andato perduto nel corso del tempo.

Il libro è suddiviso in varie sezioni che coprono differenti aspetti degli insegnamenti di Gurdjieff, tra cui la psicologia esoterica, l'idea del "quarto stato di coscienza", e le idee di Gurdjieff sul significato e lo scopo della vita umana. Ouspensky include anche delle dettagliate descrizioni dei suoi incontri con Gurdjieff e delle lezioni che ha ricevuto da lui.

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