Rispetto reciproco, comunione con la natura, armonia, tolleranza. Questi alcuni dei valori sui quali è costruita la comunità isolana chiamata “Taylor Camp”.
E non sto parlando dell’isola che non c’è – anche se è possibile percepire la magia nell’aria – ma di Kauai, un’isola vulcanica che fa parte dell’arcipelago delle Hawaii. Non la più bella forse, ma sicuramente tra le più affascinanti ed anche la più antica geologicamente.
Qui, nel 1969, un gruppo di hippy americani decise di fuggire dal caos e dai disordini sociali che caratterizzavano quegli anni, per rifugiarsi in un vero e proprio paradiso terrestre, fondando Taylor Camp, una comunità autogestita, nata anche grazie all’aiuto di Howard Taylor – da cui il nome del campo – fratello della famosa attrice Elizabeth, il quale viveva già da tempo sull’isola, e che riuscì a mitigare alcune divergenze con i nativi del luogo.
Le bellezze dell’isola contribuiscono al benessere e alla qualità della vita dei suoi abitanti; le spiagge di sabbia bianca e il mare cristallino tipici dei paradisi hawaiiani sono solo un assaggio. Passando per la cittadina di Waimea si arriva al Waimea Canyon, il quale offre una vista straordinaria sulle montagne rocciose.
Inoltre, Kauai è l’unico luogo dell’arcipelago, in cui non è ancora arrivata la mangusta, il piccolo predatore che altrove ha causato l’estinzione di alcune specie di uccelli che si possono ammirare nel cielo kauaiano.
Non è difficile credere che, da quando le prime coppie di hippy abbiano messo piede sull’isola, questa sia diventata la meta preferita di chiunque voglia vivere fuori dagli schemi, in un’atmosfera distesa e pacifica.
Fonte: europinione.it