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Lettera aperta al ministro Gentiloni: “La nostra pazienza non è infinita”

di Lorella Presotto

Egregio Paolo Gentiloni, il suo ruolo di Presidente del Consiglio dei Ministri prevederebbe che ella avesse a cuore il benessere e il progresso italiano; risulta invece molto più orientato al benessere e alla risoluzione di problemi internazionali, nei quali l’Italia, si trova invischiata, suo malgrado, senza averne alcuna colpa o responsabilità.

Paolo GentiloniIl fatto di avere una determinata collocazione nel Mediterraneo è stata la più grande fortuna e al contempo anche sfortuna del nostro meraviglioso paese.

Da secoli lo straniero cerca di sottometterci per avere a disposizione il nostro territorio. Lo tentò tre volte Federico il Barbarossa, lo tentarono i francesi, gli spagnoli, gli austriaci, i saraceni…. l’elenco è lungo, come è lungo l’elenco delle nostre battaglie per la libertà.

Siamo italiani, fatti a modo nostro, siamo tutto e il contrario di tutto, e la nostra pazienza non è infinita. Se Lei davvero sapesse cosa significa essere “uomo di Stato” non avrebbe avuto bisogno di domandare alla UE il permesso di bloccare i porti. Avrebbe saputo gestire la sovranità italiana nei porti e acque territoriali.

Lo svolgimento del tutto, la sua domanda e la risposta della UE, è una farsa mediatica, talmente evidente da risultare grottesca. Non me ne meraviglio purtroppo.

Il suo comportamento è stato volto solo ad ottenere una giustificazione , la più becera mai esistita. E’ stato camuffato l’interesse delle ong, organizzazioni private che lucrano sui bisogni umani, con le esigenze del diritto internazionale. Peccato caro Presidente che in Italia esista anche la classe dei Giuristi, per i quali il diritto è il pane quotidiano.

Non so chi e quanti, Lei e i suoi compagni, pensiate ancora di ingannare. Se lei si prendesse anche una sola volta il disturbo di camminare nelle strade di una qualsiasi città, (ma per farlo non dovrebbe avere paura), solo allora si renderebbe conto di quanto lei sia distante dalle necessità della gente.

Questo paese risorgerà e Lei e i suoi predecessori sarete dimenticati dalla storia, talmente insignificanti siete e siete stati nel progresso di questo paese. O forse peggio… sarete ricordati per il vostro vassallaggio ai piedi dei lobbisti mondialisti.

Vassallaggio il vostro, che ha lasciato porte aperte a coloro che hanno derubato il paese di tutte le sue ricchezze; a chi vuole che l’Italia ceda la sua sovranità; a chi ha messo in inginocchio tutte le imprese; a chi vuole deturpare i codici e rendere schiava la costituzione.

Platone vi avrebbe definito “satrapi”. Io invece “traditori della patria”. E come Platone affermava, “prima che nel sangue, la Repubblica cadrà nel ridicolo“.

Articolo di Lorella Presotto

Fonte: http://www.imolaoggi.it/2017/06/29/lettera-aperta-al-ministro-gentiloni-la-nostra-pazienza-non-e-infinita/

TRADITORI AL GOVERNO
Artefici, complici e strategie della nostra rovina
di Marco Della Luna

Traditori al Governo

Artefici, complici e strategie della nostra rovina

di Marco Della Luna

Servilmente, l'Italia si adatta a vivere per pagare gli interessi ai creditori, a tempo indeterminato. Sin dagli anni Settanta, è una storia di incompetenze ed errori clamorosi oppure di tradimenti e strategie verticistiche, che producono danni per l'Italia con paralleli vantaggi economici e politici per Germania, Francia e, in generale, i capitali dominanti. Ma erano davvero errori? E chi dobbiamo ringraziare?

Lo schema si ripete: un provvedimento, una riforma, un trattato "sbagliato", preparato da un abile battage ideologico, genera, alla lunga, effetti destabilizzanti, che causano una crisi, alla quale si rimedia con nuovi interventi (comprese le cessioni di sovranità), che coprono i sintomi nel breve, aggravando al contempo i mali strutturali, fino a causare la successiva emergenza, finché tutte le decisioni divengono obbligate, "senza alternativa"

Le tappe più salienti: il serpente monetario degli anni Settanta, il divorzio di Bankitalia dal Tesoro nel 1983, lo SME e la folle gestione della sua crisi nel 1992, con la privatizzazione delle imprese statali e delle Banche di Diritto Pubblico incluso il controllo privato della Banca d'Italia, e poi Maastricht e i suoi vincoli recessivi, l'Euro prematuro e la sua pseudo banca centrale, il "fiscal compact", il MES (meccanismo Europeo di Stabilità) ... ogni volta si dà qualcosa di più e, contrariamente alle promesse, si rimane meno liberi, più instabili, più dipendenti.

Analizzando la situazione, troviamo che all'Italia, dietro la facciata europea, viene applicato il medesimo schema, basato sull'indebitamento guidato e la perdita di sovranità, che il capitalismo USA ha sempre applicato per assicurarsi, a basso costo, le risorse naturali e umane, nonché il controllo politico, di molti Paesi della sua area di influenza, sotto la bandiera della libertà e di un molto asimmetrico liberismo commerciale.

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