di Giuseppe Zola
La Camera dei Deputati ha recentemente approvato, con l’insolita maggioranza formata da PD e M5S, la ‘legge sul fine vita’ che, come al solito, al di là delle espressioni verbali, introduce in Italia, di fatto, l’eutanasia.
Continua imperterrito il tentativo del pensiero unico di penetrare nella società non solo attraverso i messaggi culturali e massmediatici, ma anche attraverso leggi obbligatorie per tutti.
La Camera dei Deputati ha recentemente approvato, con l’insolita maggioranza formata da PD e M5S, la legge sul fine vita che, come al solito, al di là delle espressioni verbali, introduce in Italia, di fatto, l’eutanasia. Solo poche voci si sono levate contro tale progetto di legge, che ora deve essere discusso dal Senato. Tutte voci nate in ambito cattolico. Una, molto autorevole, è stata espressa dalla ‘Fondazione Livatino’, formata da magistrati ed avvocati di altissimo livello, che hanno prodotto un agile documento, che si può trovare sul sito www.centrostudilivatino.it.
Il Presidente della CEI, Card. Angelo Bagnasco, ha rilasciato una lucida intervista su ‘La Repubblica’ del 21 aprile, nella quale ha fermamente condannato il progetto di legge, ipotizzando «derive pericolose». Il Presidente del ‘Comitato difendiamo i nostri figli’, Prof Massimo Gandolfini, è stato protagonista di una bella intervista su di un giornale di Verona, significativamente intitolata «Le chiamano DAT, è solo suicidio assistito».
In campo laicista, ho constatato silenzio assoluto, dando per scontata la bontà di una tale eventuale legge. I “giornaloni” hanno approvato, in larga maggioranza, il progetto di legge della Camera, essendo essi pregiudizialmente schierati, non si capisce perchè, con i dettami, anche quelli più assurdi, del pensiero unico.
Mi permetto di riportare in questa sede un breve comunicato della ‘Associazione NONNI2.0’, nel quale vengono sintetizzati i punti salienti che devono farci vedere contrari alla prospettiva ipotizzata dalla Camera dei Deputati:
«Viviamo in una società sempre più ossessionata dalla pretesa di regolare tutti i desideri individuali con la legge, delegando allo Stato il compito di regolare anche materie nei confronti delle quali lo stesso dovrebbe rimanere distante o, almeno, neutrale.
Una di queste materie è quella relativa al “fine vita”, su cui, invece, una parte consistente della politica insiste nel far passare una legge fatta, per giunta, malissimo. Noi NONNI2.0 giudichiamo in modo decisamente negativo il progetto di legge sul “biotestamento” appena approvato dalla Camera dei Deputati per i seguenti motivi:
• Viola palesemente l’articolo 32 della Costituzione in tutti i suoi aspetti, soprattutto laddove stabilisce che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.
• Apre la strada direttamente all’eutanasia, dal momento che consente di mettere in atto un vero e proprio “abbandono terapeutico”.
• Cancella la dignità professionale del medico, la cui funzione viene ridotta ad un mero compito burocratico di certificazione.
• Non prevede vera obiezione di coscienza, che dovrebbe sempre essere contemplata in materie così delicate.
• Obbliga anche le strutture cattoliche ad applicare le norme in essa contenute, misconoscendone la loro “peculiarità”.
• Considera alimentazione e idratazione interventi sanitari che, come tali, possono essere interrotti. In parole povere e crude, il “paziente” potrebbe essere lasciato morire di fame e di sete.
• E’ perfino inutile, soprattutto negli aspetti più reclamizzati, visto che l’articolo 32 della Costituzione già prevede che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”.
Il nostro giudizio negativo si basa, in sintesi, sulla considerazione che la vita umana deve essere sempre rispettata e difesa, se non vogliamo far ritornare indietro il calendario del tempo di duemila anni. La vita non ce la siamo data noi. E’ un dono di cui non possiamo disporre, soprattutto sulla base di criteri miopi e, spesso, egoistici.
CHIEDIAMO al Senato, con la saggezza dei nonni, di fermare l’iter della legge o, quanto meno, di modificarla da cima a fondo».
Fonte: http://www.informatore.eu/articolo.php?title=eutanasia-la-verit%C3%A0-dietro-i-giri-di-parole