di Enrico Galimberti
In molte culture e in tutte le antiche sapienze, è risaputo che nessuno agisce da sé e per sé su questo pianeta. È ormai approvata anche dagli ambienti scientifici l’esistenza della cosiddetta memoria genetica, che trasmette di generazione in generazione alcuni dati acquisiti con l’esperienza.
Jung assegnò una definizione “moderna” agli archetipi, le figure impresse nella coscienza o sub-conscio alla base di ogni mitologia, sistema di credenze, reazione. I ricercatori di oggi riconoscono nelle figure primordiali impresse nei nostri geni, il lento e inesorabile lavoro di miliardi di anni di evoluzione dell’universo e delle energie che da esso si esercitano.Attraverso gli imprinting e gli IRM (meccanismi innati di reazione), le tartarughe oceaniche sanno che alla schiusa delle uova devono correre il più velocemente possibile verso l’acqua, e lo fanno consapevoli che rallentando potrebbero essere mangiate dai predatori.
La teoria del caos assegna ad ogni azione compiuta in un qualche luogo del pianeta delle conseguenze in altre parti del globo. La legge dell’attrazione, la matrix divina… sono elaborazioni recenti, e di facile presa sul pubblico, di ispirazioni e di verità vecchie come l’umanità, e fondono elementi di Dharma, Karma, new age, fisica quantistica in un calderone a mio personale parere troppo semplicistico se non asfittico.
Scienziati moderni come Capra ne “Il Tao della Fisica” o come Paul Davies de “La mente di Dio” offrono elementi più consistenti delle citate teorie divenute ormai dei veri e propri generi letterari. Ma oggi arrivano nuove scoperte che provano la connessione delle coscienze!
La Nuova Scoperta
Le nostre menti individuali, sebbene distinte e unicamente nostre, possono anche partecipare con le altre ad una sorta di “sinfonia mentale” che “di tanto in tanto” diventa misurabile e udibile.
Questa è la conclusione di una ricerca che appare sul sito del World Future Society. Riportata dal futurista Richard Samson, Direttore dell’Istituto Era Nova, la conclusione si basa su 16 anni di analisi da parte del Project Global Consciousness (GCP), con sede a Princeton, New Jersey, della Princeton University e di un consorzio internazionale con il supporto logistico presso l’Istituto di Scienze Noetiche (IONS), fondato dall’astronauta dell’Apollo 14, Edgar Mitchell.
Dopo aver monitorato più di 480 eventi mondiali, i ricercatori GCP hanno accumulato una forte evidenza di un certo tipo di “mentalità transpersonale” che sembra emergere quando molte persone condividono una preoccupazione o un’esperienza comune. In quei momenti, una rete globale di dispositivi che impiegano tunneling quantistici misurano deboli, ma al tempo stesso, nitidi segni di coerenza, che si staccano dal “rumore di fondo” e non sembrano frutto di “casualità”.
Anche se le prove sono state in possesso dagli specialisti per anni, sono ora aumentate e diventate tanto presenti che meritano di essere portate all’attenzione del pubblico, come afferma Samson. “E si arriva in un momento in cui vengono messe in discussione le ipotesi materialistiche della scienza tradizionale, in particolare la fisica”.
L’effetto misurato, anche se debole e volubile, è statisticamente significativo ad un livello estremamente elevato, secondo Nelson e i suoi colleghi ricercatori. Si presenta durante i periodi di crisi o di festa, come un terremoto o Capodanno, quando milioni di persone si concentrano sulla stessa cosa nello stesso momento.
Come già fatto notare da diversi scrittori, immaginate come una paura universale (ad esempio quella della crisi economica o del terrorismo internazionale o causata da una profezia) possa influire non solo su questa interconnessione, ma sull’intero campo magnetico e sul magnetismo animale, spingendosi fino alla possibilità concreta che si scrivano nei geni della popolazione di oggi nuove forme “mitologiche” per le generazioni future.
La ricerca suggerisce che la nostra mente non può essere limitata dalle nostre teste fisiche, ma in qualche modo si estende fuori di noi, nel mondo e nell’universo, mescolandosi con altre, sicuramente durante determinati eventi. “Quello che possiamo constatare grazie ai nostri esperimenti, è che siamo davvero interconnessi”, dice Nelson. “Gli esseri umani non sono semplicemente separate e distanti isole di coscienza.”
Nelson ha posto le basi per il Global Consciousness Project presso il laboratorio di Princeton Engineering Anomalies Research (PEAR) all’Università di Princeton, istituita dal fisico Robert Jahn. GCP co-sviluppatori: Greg Nelson, John Walker, Dean Radin, Paul Bethke, Richard Adams, Peter Bancel, e Rick Berger.
Articolo di Enrico Galimberti
Links e fonti:
* Progetto Coscienza Globale (GCP):
* Istituto di Scienze Noetiche (ioni): http://www.noetic.org/
* Il Princeton Engineering Anomalies Research (PEAR): http://www.princeton.edu/~pear/
* Eranova Istituto:
* Blog Mondiale Future Society di Sansone: http://www.wfs.org/blogs/richard-samson/
Fonte: http://www.acam.it/scoperte-le-prove-della-coscienza-collettiva-e-dellinterconnessione-delle-menti/