I misteriosi Giganti delle Isole Salomone

isole salomoneLe isole Salomone sono uno stato insulare del Pacifico (circa 922 tra isole vulcaniche e atolli corallini) che si trova a est della Nuova Guinea e a nord est dell’Australia.

Tra le isole più conosciute, troviamo quella di Guadalcanal (la cui capitale è Honiara) ma anche Malaita, Santa Isabel, Choiseul, San Cristobal e Nuova Georgia. Dal 1978, le isole Salomone sono uno stato indipendente, pur facendo parte del Commonwealth britannico.
Quest’arcipelago della Melanesia si caratterizza non solo per la straordinaria bellezza delle spiagge, delle acque e per la vigoria e la diversità di una foresta pluviale che ricopre l’intero territorio grazie al clima equatoriale, ma anche – e incredibilmente – per avvistamenti UFO, installazioni militari sotterranee e non, presunti rapimenti alieni, e racconti – antichi come moderni – di strani Giganti che popolerebbero le viscere di quasi tutte le isole.

Marius Boirayon è un militare in pensione della R.A.A.F che da anni si è trasferito a Guadalcanal: quest’uomo ha scritto e raccontato di questi Giganti, definiti dai melanesiani “dragon snakes”, (“serpenti draghi”) figure di cui i nativi tuttora hanno molta paura.

Nel suo libro I misteri delle isole Salomone – racconti di giganti e UFO uscito nel 2010, Boirayon racconta che “In questo paradiso tropicale si trovano vestigia di antichi insediamenti, testimoniati altresì da una misteriosa scrittura. Fra le aspre vette, avvolte da nubi vaporose, si aggirano, secondo leggende locali, strane creature.

Si racconta che questi esseri, da tempo immemorabile, scendano nei villaggi costruiti lungo la costa per sequestrarne gli abitanti. I nativi si tramandano infatti spaventose storie a base di bambini rapiti e divorati”.
Marius Boirayon descrive i Giganti di Guadalcanal, come appartenenti a diverse specie: i più grandi, avvistati frequentemente, sono alti più di tre metri, hanno una lunga peluria castana o rossastra, doppie sopracciglia sporgenti, occhi rossi, naso piatto e una bocca molto grande; la versione intermedia, invece, presenta minori dimensioni e minore peluria, mentre quella più piccola è comunque più grande di quella umana e vive nella giungla in modo selvaggio.

Quando gli isolani di Guadalcanal s’imbattono in quest’ultima tipologia, cercano immediatamente di ucciderli, ma a volte sono loro che ci rimettono la pelle. Sembra che questi selvaggi, siano in fondo alla scala sociale dei Giganti, probabilmente proprio a causa della loro primitività.

Stando ai racconti degli autoctoni riportati da Boirayon, inoltre, i Giganti di Guadalcanal vivrebbero all’interno delle catene montuose immerse nelle foreste pluviali, e si muoverebbero all’interno di reticolati sotterranei senza mai vedere la luce. Testimoni oculari catturati e poi rilasciati, infatti, raccontano che all’interno le montagne sono illuminate a giorno, anche se non ci sono punti di luce evidenti come lampade o torce.

Gli isolani, quindi, credono che sotto le montagne ci sia una vera e propria città, e se li si vuole filmare basta andare nei villaggi vicini ai pendii, in particolare nei pressi del Monte Tatuya, uno dei principali accessi.

Marius Boirayon crede anche che il numero degli isolani sia esiguo in quanto i Giganti, all’occorrenza, usano ancora gli umani come cibo, almeno secondo vecchie leggende. L’isola di Guadalcanal è ricca d’oro: la zona della miniera confina con quella dei Giganti, che a riguardo sono molto protettivi, tanto da deformare o distruggere i mezzi pesanti che vengono posti nelle zone dagli umani per l’estrazione del minerale. I politici dell’isola conoscono molto bene la faccenda, e semplicemente – al pari dei cittadini – evitano determinate situazioni.

Da dove provengono questi “alieni”? Gli abitanti delle isole Salomone sono convinti che i Giganti si trovino lì da molto tempo prima di loro, e che siano arrivati – ovviamente – da un altro Pianeta. Gli isolani tramandano in particolare la storia di Luti Mikode, il “Capo”, che fece cambiare al suo popolo l’usanza di mangiare gli umani, almeno come prassi abituale. Mikode convinse i suoi discepoli dicendo loro che anche gli umani avevano un cuore, dei pensieri e dei sentimenti, proprio come loro, e che quindi questa pratica non era giusta.

Scoppiò una faida all’interno delle tribù, ma alla fine la linea di Mikode finì col prevalere. L’isola di Choiseul, dal canto suo, ospita tanti Giganti quanti quelli di Guadalcanal: quando si scopre che all’interno dell’isola non ci sono insediamenti umani (sono tutti sulle coste) si può ben capire il perché.

L’Isola di Santa Isabel, invece, ospita Giganti in due aree diverse, anche se in numero minore. Makira e Malaita, infine, hanno un’antica tradizione in fatto di alieni: la prima, in particolare, ospita prevalentemente piccoli e fortissimi Giganti dall’aspetto nanesco, che però sono molto aggressivi nei riguardi degli uomini.

Insomma storie d’incontri tra uomini e Giganti si tramandano da sempre nelle Isole Salomone, così come nelle vicine isole Fiji, dove ci sono altrettante leggende che parlano di Giganti dispettosi che terrorizzano gli uomini e rapiscono i bambini.

I Giganti, comunque, sono presenti in moltissime culture ancestrali su tutto il Pianeta: perfino nella Bibbia si parla di loro come dei Nephilim, presenti sulla Terra da tempi remotissimi.  Nel suo libro Quando i Giganti abitavano la Terra, lo scrittore e ricercatore Zecharia Sitchin analizza un’enorme quantità di antiche scritture e manufatti proprio su questi “antenati”, accompagnando il lettore alla stupefacente scoperta dell’ultima dimora terrena di una coppia di divinità Anunnaki, dove sembrerebbe sia custodita la risposta a questa domanda.
Insomma, se per moltissimi di noi gli alieni sono solo dei visitatori occasionali, per altri sono solo dei coinquilini da tenere – a quanto pare – sempre sotto osservazione.

Autore: Gabriele Sannino

Fonte: www.gabrielesannino.com

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La Piramide Invertita del Potere è la rappresentazione dell'oppressione delle tenebre sull'umanità di oggi, sofferente, perduta e alienata sotto il giogo di forze controiniziatiche, occulte e antiumane, qual è il gruppo dello sabbataismo-frankismo le cui vicende e azioni vengono qui meticolosamente ricostruite.

Contro una tale dissociazione dalla nostra Radice Primordiale, dalla nostra Natura Originaria, cosa possiamo fare?

Come possiamo combattere le potenze arcontiche che lavorano, da sempre e incessantemente, per indebolire l'Uomo usando, come parassiti, ingiustamente e senza alcun diritto, la sua energia.

Se vogliamo che l'essere umano torni su un cammino di Liberazione ognuno di noi può, fin da subito, iniziare a fare su di sé un lavoro di coltivazione spirituale, gnoseologico e ontologico, alla portata di chiunque.

La condizione umana

Per comprendere la attuale condizione umana e gli eventuali mezzi efficaci di miglioramento, dobbiamo necessariamente partire da molto lontano.

Una corretta analisi ontologica, infatti, non può prescindere dallo studio delle cause di un determinato fenomeno: se poi esiste una causa primaria di un evento manifesto occorrerà risalire l’intera catena causale, per poter svelare e indagare la radice prima che manifesta causalmente l’intero sistema complesso.

È dunque necessario partire da un primo, essenziale punto, dal quale poi svilupperemo progressivamente il quadro generale: l’Universo nel quale viviamo è un piano di proiezione spazio-temporale, retto e regolato da eventi immensamente superiori all’Uomo.

In tempi immemori, prima della creazione dei cinque elementi, prima della divisione delle acque dalla terra, prima ancora del big bang di cui parla la fisica moderna, il piano di svolgimento ed emanazione di questo Universo è stato proiettato nel regno materiale dello spazio-tempo, come una sorta di racconto di eventi già accaduti nel piano metafisico e spirituale.

In tale proiezione (o sogno…), per una serie di questioni che andremo ad analizzare, si sono inserite alcune entità arcontiche che lavorano, da sempre e incessantemente, per il controllo occulto del piano esistenziale umano.

Soltanto dall’Uomo, infatti, tali parassiti riescono a trarre, ingiustamente e senza alcun diritto, l’energia per proseguire la loro malevola e inutile esistenza.

La costante cosmica della sofferenza onnipervadente, ovvero la costante esperienziale generale che rende l’universo un «tutto inevitabilmente sofferente», NON è sempre esistita né sempre esisterà: nello svolgimento del «racconto» di eventi eterni, si manifesta come elemento essenziale, ma al termine del racconto, sparirà.

Prendiamo atto che: 

1) la Natura e l’Essere Umano sono attualmente incompleti e imperfetti: in caso contrario, non avrebbero costante tensione e desiderio verso qualcos’altro (persino per il soddisfacimento della più elementare e primitiva esigenza di sopravvivenza, come mangiare, bere, riprodursi, ecc.).

Inoltre, la sopravvivenza comporta la necessaria e inevitabile distruzione di un’altra manifestazione della Natura (mangiare un frutto o un animale, ad esempio, significa distruggerlo nella sua unità, trasformarlo ed elaborarlo in energia consumabile e utilizzabile);

2) lo stato di incompletezza, incompiutezza e mancanza, produce inevitabilmente sofferenza, poiché ci sbilancia sempre verso qualcosa d’altro.

L’essere umano è trascinato e compulsato verso una costante ricerca di altro, che inizia con l’esigenza primaria di soddisfare le mere necessità materiali (mangiare, bere, avere un riparo) e prosegue con le necessità emotive, psicologiche, intellettuali e spirituali.

Se le premesse sono corrette (e ognuno potrà verificare, nella sua propria esistenza, se lo sono o meno), possiamo provare a trarre una prima conclusione: la responsabilità (o persino la «colpa»…) di questa pietosa condizione NON è dell’Uomo, ma di un Universo in manifestazione, in movimento, in agitazione, anch’esso imperfetto e incompleto.

L’Uomo si trova, suo malgrado, a subire la sofferenza, per una sorta di inconcepibile e inaccettabile legge di natura: se c’è un responsabile della sofferenza implicita universale, questo non è certamente il povero essere umano, che anzi si trova a essere vittima inconsapevole di un habitat disagevole e doloroso.

Ma se non l’essere umano (come alcuni sistemi «religiosi» vorrebbero far credere…) chi è, dunque, il responsabile di questa costante di sofferenza cosmica?

E tale «responsabile», qualora individuato, può essere superato o persino sconfitto, al fine di consentire all’Uomo di liberarsi dalle sue catene e raggiungere la sua «terra promessa»?

La risposta, in entrambi i casi, è positiva, ma allo stesso tempo vasta, articolata e complessa.

AURUM offre un compendio di strumenti sapienziali e pratici ispirati alla Gnosis - la conoscenza esoterica segreta, trasmessa in queste pagine in una forma tendenzialmente universale - e illustra una particolare tecnica meditativa e psicofisica, la Meditazione del grande respiro, tanto semplice quanto straordinariamente efficace.

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