Ognuno di noi non è che un esemplare di automa animato…

Tratto da: “Vedute sul mondo reale” di Georges Ivanovič Gurdjieff 

“Ogni uomo viene al mondo simile a un foglio di carta bianca; ma le circostanze e le persone che gli stanno intorno fanno a gara per imbrattare questo foglio e per ricoprirlo di ogni genere di scritte”.

Gurdjieff

“Ed ecco intervenire l’educazione, le lezione di morale, il sapere che chiamiamo conoscenza, tutti i sentimenti di dovere, onore, coscienza ecc. A poco a poco il foglio si macchia, e più è macchiato di pretese «conoscenze», più l’uomo è considerato intelligente.

Più sono numerose le scritte nel posto chiamato «dovere», più il possessore è considerato onesto e così via per ogni cosa. Il foglio così sporcato, accorgendosi che le macchie vengono scambiate per meriti, le considera preziose. Ecco un esempio di ciò che chiamiamo «uomo», cui aggiungiamo spesso delle parole come «talento» e «genio». Eppure il nostro «genio» vedrà il suo umore guastarsi per tutto il giorno se al mattino, svegliandosi, non trova le pantofole accanto al letto.

L’uomo non è libero, tanto nelle sue manifestazioni che nella vita. Non può essere ciò che vorrebbe essere, e nemmeno ciò che crede di essere. Non somiglia all’immagine che ha di se stesso. «Uomo»: una parola altisonante, ma dobbiamo chiederci di che tipo di uomo si tratta. Non certo l’uomo che si irrita per delle sciocchezze, che presta attenzione a delle meschinità e si lascia coinvolgere da tutto ciò che gli succede intorno. Per avere il diritto di chiamarsi uomo, bisogna essere un uomo!

Qualcuno vi loda, e voi siete contenti; qualcuno vi rimprovera, e il vostro umore si guasta. Qualche novità vi attira, e immediatamente dimenticate ciò che tanto vi interessava un attimo prima. È questo che ci lega e ci impedisce di essere liberi. E, quel che è peggio, questo fatto assorbe tutte le nostre forze e il nostro tempo, e ci toglie ogni possibilità di essere oggettivi e liberi.

Chiedetevi: «Sono libero?» Ognuno di noi non è che un esemplare di automa animato. Probabilmente pensate che, per fare ciò che fate e per vivere come vivete, siano necessari un’anima e persino uno spirito. Ma forse basta una “chiavetta” per ricaricare la molla del vostro meccanismo, a rinnovare continuamente l’inutile sarabanda delle vostre associazioni. Da questo sfondo emergono dei pensieri slegati, che voi cercate di connettere insieme presentandoli come preziosi e personali. E, altrettanto, coi sentimenti e le sensazioni passeggere, con gli umori e le esperienze vissute, ci creiamo il miraggio di una vita interiore. Ci vantiamo di essere coscienti, capaci di ragionamento, parliamo di Dio, dell’eternità, della vita eterna, e di argomenti elevati; parliamo di tutto ciò che si può immaginare, discutiamo, definiamo e valutiamo, ma omettiamo di parlare di noi stessi e del nostro reale valore oggettivo.

Man mano che un uomo comincia a conoscersi, scopre continuamente dentro di sé nuove zone di meccanicità, che chiameremo automatismo: zone in cui la sua volontà, il suo «io voglio» non ha alcun potere, e dove tutto è così confuso e sfuggente”.

Tratto da: “Vedute sul mondo reale” di Georges Ivanovič Gurdjieff 

Fonte: http://www.animalibera.net/2011/12/ognuno-di-voi-non-e-che-un-banale.html 

VEDUTE SUL MONDO REALE
Gurdjieff parla agli allievi
di Georges I. Gurdjieff

Vedute sul Mondo Reale

Gurdjieff parla agli allievi

di Georges I. Gurdjieff

Le idee di G.I Gurdjieff sono principalmente note ai lettori attraverso lo scritto di un suo allievo, P.D. Ouspensky, che trasmise l'insegnamento ricevuto direttamente da Gurdjieff nel libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto. Ouspensky ci ha lasciato una straordinaria testimonianza del lavoro fatto con Gurdjieff, tra gli anni che vanno dal 1915 al 1923, e il suo libro è sempre stato ritenuto una traccia genuina di questo lavoro. Tuttavia il racconto di Ouspensky non poteva essere esaustivo, data soprattutto la natura del suo soggetto: "Le idee del Lavoro" e la figura di colui che meglio di tutti aveva incarnato queste idee, George Ivanovitch Gurdjieff.

Le opere scritte direttamente da Gurdjieff parlano di un insegnamento che viene da lontano e ne lasciano intuire la grandezza nei piccoli frammenti o negli improvvisi bagliori che talvolta sorprendono il lettore più attento, ma soprattutto mettono di fronte l'uomo contemporaneo ad un insegnamento la cui vastità non cessa di sorprendere.

L'opera di Gurdjieff ci sorprende nel comunicarci immediatamente il senso di una novità e insieme il legame con una tradizione. In questo senso Vedute sul mondo reale, ci offre la possibilità di gettare un ulteriore e diverso sguardo sull'insegnamento, presentandoci un aspetto del lavoro di Gurdjieff che non appare così chiaramente né nel libro di Ouspensky, né nelle opere scritte da Gurdjieff stesso.

E' un libro particolare in quanto non è il frutto del lavoro di un singolo, ma presenta una serie di testimonianze di quegli incontri cosi frequenti che Gurdjieff aveva coi suoi allievi nei momenti più inattesi e nei luoghi più disparati. Siamo qui più vicini al cuore del "Lavoro", più vicini al momento in cui la trasmissione di questo insegnamento si faceva concreta nell'istante del contatto diretto col "Signor Gurdjieff".

Questi resoconti non sono un trattato di filosofìa, eppure la profondità di quelle parole semplici e dirette risveglia nell'uomo il senso di una domanda che può aprire il varco verso un mondo "più reale".

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