di Paolo Mauri
L’uomo è da decenni alla ricerca di segnali di origine aliena provenienti dallo spazio: siano essi trasmissioni radio, come quelle cercate dal Seti, oppure segnali laser. Purtroppo però, salvo rari casi come il famoso segnale “wow”, questa ricerca non ha dato i frutti sperati.
Oggi una nuova ricerca ad opera di due astrofisici, Manasvi Lingam e Abraham Loeb, sembra dare una nuova interpretazione ad un misterioso segnale proveniente dallo spazio, in fase di studio da circa 10 anni: i Lampi Radio Veloci (Fast Radio Burst).
Secondo questa ricerca, pubblicata sul The Astrophysical Journal Letters di febbraio, gli FRB potrebbero essere il segnale dell’attività di una. L’articolo parte da una considerazione fondamentale: le coincidenze tra i parametri fisici di questi lampi e la teoria che possano servire da propulsore per “vele galattiche”. Prima di addentrarci in questa affascinante teoria occorre però fare un passo indietro e spiegare cosa siano i FRB.
Scoperti per la prima volta nel 2007, i Lampi Radio Veloci sono delle emissioni radio ad altissima energia della durata di pochi millisecondi, e per questo molto difficili da individuare. L’anno scorso uno di questi lampi è stato studiato anche grazie all’Inaf (Istituto Nazionale di Astro Fisica) di Cagliari, determinando così la sua esatta provenienza galattica: il lampo FRB 150418 ha impiegato circa sei giorni per affievolirsi ed in questo lungo arco di tempo è stato possibile determinare non solo il redshift, pari a 0,492, ma anche la sua posizione nella volta celeste con una precisione circa 1000 volte più elevata rispetto a eventi osservati in passato: nella direzione sospetta, a una distanza di circa sei miliardi di anni luce da noi, gli strumenti hanno identificato una galassia ellittica.
Secondo i risultati di quella ricerca, quindi, il lampo è stato probabilmente originato da un evento catastrofico: gli scienziati escluderebbero infatti la possibilità che l’origine sia da ascrivere ad eventi stabili, come una pulsar, cioè da una stella di neutroni che, nelle prime fasi della sua formazione, ruota su se stessa molto velocemente ed emette radiazione a intervalli molto regolari. Questa conclusione è contraria a quella di un’altra recente ricerca sui lampi radio, e fa pensare che questi fenomeni possano essere almeno di due classi diverse.
Ma l’origine artificiale dei FRB è presa in considerazione dal mondo accademico, almeno da una parte di esso, come per i due ricercatori autori di quest’ultima analisi. Nel loro articolo, infatti, Loeb e Lingam analizzano il fenomeno da un punto di vista speculativo: con i dati in loro possesso e considerando alcuni parametri fisici ed ingegneristici prefissati, secondo loro è possibile che questi lampi siano di origine aliena.
I due scienziati di Harvard, hanno esaminato la possibilità di creare un radiotrasmettitore abbastanza potente da emettere questi intensi fasci radio: hanno trovato che, se il trasmettitore fosse alimentato ad energia solare, l’energia dei raggi raccolti su una superficie grande il doppio di quella della Terra sarebbe più che sufficiente a generare un FRB. Una costruzione di tal tipo sarebbe ben al di là delle nostre possibilità, ma la sua possibile esistenza è garantita da ben determinati parametri fisici.
Interrogati sul fatto che un tale trasmettitore richiederebbe un sistema di raffreddamento enorme, Lingam e Loeb hanno risposto che l’acqua di un pianeta grande il doppio della Terra sarebbe sufficiente allo scopo. Alla domanda sul perché costruire un tal tipo di meccanismo dalle dimensioni planetarie, i due scienziati hanno risposto che l’energia da esso emessa sarebbe utilizzata per spingere una enorme vela solare per viaggi interstellari: la potenza basterebbe per un’astronave con un carico di circa un milione di tonnellate “Abbastanza grande per portare passeggeri attraverso le distanze interstellari o addirittura intergalattiche”, come ha detto lo stesso Lingam.
Per spingere la nave spaziale, il fascio dovrebbe essere sempre puntato verso di essa e gli osservatori sulla Terra ne vedrebbero solo un rapido “flash” perché il pianeta, la nave, e la galassia da cui ha origine, si muovono rispetto a noi. Quindi, il ripetersi di FRB la cui origine non può essere correlata ad un evento astronomico catastrofico, lascerebbe aperta la possibile interpretazione di essi come di un segnale di origine aliena. La stessa frequenza radio dei raggi, è risultata quella ottimale per la propulsione di questo tipo di vela solare aliena. Tutte coincidenze? Secondo Loeb no. Quando gli viene domandato se realmente crede che questi Lampi Radio Veloci siano di origine aliena, risponde che “La scienza non ha a che fare con la fede, ma con i fatti. Decidere a priori che cosa sia probabile prima del tempo limita le possibilità. Vale quindi la pena dire un’idea e lasciare che i dati ne siano il giudice”.
Uno scherzo? Può essere, e non sarebbe nemmeno il primo, intanto però la ricerca è stata pubblicata e per la tesi che riporta la riteniamo, perlomeno, assolutamente affascinante.
Articolo di Paolo Mauri