Si chiama “Disease Mongering”, letteralmente la commercializzazione delle malattie ossia il “marketing della salute”, se così possiamo definirla. In pratica si è scoperto (e che scoperta!) che il cliente migliore è quello fidelizzato per tutta la vita.
E sì, è proprio così. Se ci pensi, quanti pap test o screening mammografici sotto casa ci propongono? Tutto a costo zero. Ma sveliamo il mistero: basta creare un malato perenne et voilà il gioco è fatto! La cosa si è spinta tanto in là che oggi giorno c’è una malattia per tutte le età. Dalla demenza senile, passando dal tumore, alle varie sindromi, fobie, manie, ai traumi, agli esaurimenti nervosi, alle depressioni, fino alle più svariate varianti psicologiche.
Qui sotto, un semplice esempio di calendario della prevenzione: trenta giorni per trenta patologie!
Ma non riusciamo proprio ad immaginarci completamente sani dalla nascita fino al giorno in cui lasciamo il corpo? Sani intendo anche mentalmente, chiaro.
Da qualche tempo, per esempio, si sono inventati la “sindrome da iperattività” e i disturbi dell’attenzione che colpisce… guarda un po’, i bambini. Quelli che una volta, e nemmeno tanti anni fa, chiamavamo “vivaci” (“vivaci”: da “vita”, infatti) sono oggi i malati precoci tanto da essere trattati con psicofarmaci come il Ritalin. Questa sindrome ha il nome di ADHD ma non colpisce solo i bimbi ma anche gli adulti! E sì, si è da poco scoperto che questa brutta malattia può essere contratta anche in età adulta. Peccato che proprio il suo inventore Leon Eisenberg, prima di morire abbia ammesso che “l’adhd è una malattia fittizia”!
Ma tutto questo speculare sulla salute umana è ovviamente molto redditizio. Facendo una comparazione tra questo modo di agorire e la filosofia orientale di pagare il medico solo per i giorni in cui si resta sani, si evince che invertendo i fattori si ottengono risultati diametralmente opposti: da una parte il ricatto e la bramosia del deprecabile lucro sulla salute e il benessere, dall’altro la reale onestà del medico. Se non fosse per le problematiche e le relative conseguenze ci sarebbe da ridere.
Fino a qualche anno fa credevo anch’io nella prevenzione, probabilmente perché avevo anch’io paura della morte. Ma, a conti fatti, si è potuto constatare che è una menzogna il fatto che l’esame preventivo sia salvifico. Sono, infatti, stati comprovati moltissimi casi di falsi positivi, proprio per il fatto che l’esame è fallace in una buona percentuale.
Le slide seguenti, tratte dalla conferenza sul tema con relatore Marcello Pamio, che ringrazio per la cortesia, rivelano quanto esposto e ci chiariscono il reale scopo della farmacologia moderna incentrata a trovare nuovi malati e non nuove cure.
Parliamo ora del tumore, questo sconosciuto! Cosa c’è di meglio di una malattia che può anche essere indotta? Come è possibile non comprendere ciò che in fondo noi stessi creiamo? Preferiamo restare ciechi piuttosto che sforzarci di vedere. Forse perché chi vede non può più esimersi dal prendere per mano la propria vita e le relative responsabilità.
Il nostro corpo in fondo reagisce a stimoli chimici auto indotti dalla nostra psiche, dal nostro livello energetico che influenza l’umore (le nostre acque), reagendo con la chimica e stimolando le ghiandole di secrezione interna che altro non fanno che reagire a stimoli e comandi. Il tumore si sviluppa in un ambiente anaerobico sbilanciato verso l’acido, e questo è stato comprovato da un nobel per la ricerca medica, Otto Heinrich Warburg.
Nella attuale prevenzione sui tumori dell’apparato urogenitale maschile viene utilizzato il test del PSA, la ricerca dell’antigene prostatico. Questo è quanto affermato dal sito della Fondazione Veronesi: “L’esame del PSA ha salvato e continua a salvare molte vite dal tumore della prostata, così come fa la mammografia per il tumore del seno, il pap-test per quello dell’utero, la Tac spirale per quello del polmone, la colonscopia per il colon retto…”. E aggiunge per dovere di cronaca che “…E’ vero, tuttavia, che, rispetto ad altri tumori, la situazione del tumore della prostata è più delicata, perché sappiamo che alcuni tipi evolvono più lentamente e possono non svilupparsi mai in malattia grave nell’arco della vita.”. Detto ciò si evince che esiste una contraddizione. E questa è scienza?
Ma vediamo cosa ci dice invece il dott. Richard Albin, colui che ha introdotto il test del PSA
E ancora sul test del PSA
Facciamo a questo punto due conti: il malato di tumore costa al Servizio Sanitario Nazionale dai 3500 ai 5000 euro circa, di cure radio e chemioterapiche. Vacca grassa per le case farmaceutiche. Ma poniamoci una domanda: se fosse lo Stato a farsi carico della ricerca e delle relative cure, ci sarebbe questa situazione… oppure ci sarebbe tutto l’interesse a procurare la salute piuttosto che cercare la malattia?
Tengo a precisare che quando parlo dello “Stato”, parlo di una aggregazione di persone che pensano per il bene dell’altro, con il fine comune di perseguire il benessere e la cultura della Felicità. Certo, quanto affermato stride con quanto abbiamo fino a qui esposto, ma prima o poi questo scopo verrà raggiunto!
Vediamo cosa dicono ancora queste slide di Marcello Pamio:
Rivisto da Conoscenzealconfine.itFonte: http://www.disinformazione.it/
Già, abbiamo creato un mondo di ammalati……..