di ErSandro
Capita alle volte di credere di avere in tasca tutte le risposte, di non aver più nulla da imparare. Credi di essere arrivato e di poterti permettere di guardare gli altri dall’alto.
Poi commetti un primo errore. Ti giri dall’altra parte, fai finta di niente e continui come se nulla fosse. Arriva il secondo. Poca roba. Forse una svista del momento, forse qualcosa che in realtà non dipende da te. Avanti come prima. Fino a quando non arriva quello che fa male veramente, a te, a chi ti sta vicino, e non ti puoi più permettere di ignorarlo.
Quando passi senza battere ciglio sui sentimenti altrui, sulle persone che ti stanno accanto e che ti supportano, quando colpisci chi ti ha sempre e solo accolto con le braccia aperte, allora è il momento di fermarti e di fare un respiro profondo. L’aria entra nei polmoni, lentamente. Il petto si riempie, gli occhi si chiudono e, una volta tanto, la mente interrompe il suo chiacchiericcio costante, permettendo alla chiarezza del silenzio di farsi spazio.
Realizzi, che non esiste etica, non esiste morale in grado di giustificare la deliberata provocazione del malessere altrui. Che senza umiltà, sentendoti un gradino sopra gli altri, hai perso di vista il tuo obiettivo principale, che era quello di creare un’empatia, una condivisione di pensiero e di sentimento che permettesse di comunicare su di un piano comune, senza la necessità di sforzarti per spiegare il significato delle tue parole. E per un attimo ti coglie l’euforia. Realizzi che hai imparato una grande lezione, qualcosa che ti accompagnerà per il resto della vita, un ulteriore gradino nella scala che percorri, cercando di migliorarti giorno per giorno.
Ma la gioia si interrompe bruscamente nel momento in cui la mente torna sui danni fatti. Ora lo capisci, danni che ti colpiscono come precedentemente hanno colpito gli altri. Danni che nel ferire, hanno lasciato su di te indelebili cicatrici. Ed è tardi per rimediare. Ora per qualcuno sei tu il cattivo. Fa male capire che lo sei stato veramente. Con chi non lo meritava. Con chi ti ha solo fatto del bene. Magari con chi non conoscevi e a cui comunque avresti dovuto concedere almeno una possibilità.
E il mondo va avanti, senza dare peso a queste piccole questioni umane, che per te sono l’universo intero. Esiste un’unica soluzione: espirare e fare un passo avanti. Nel cuore e nella mente porterai il ricordo degli errori commessi. Non cancellarlo. Non cercare di sfuggirgli. Abbraccialo e fanne tesoro. Se è vero che è sbagliando che s’impara, allora gli errori commessi sono ciò che ti definisce. Domani qualcuno calpesterà te e non potrai farci nulla.
Il sentimento spesso ti guida su strade incomprensibili per la ragione. E’ la vita che sfugge alla razionalità e alla nostra volontà di categorizzare tutto in modo chiaro e netto. Bene e male, bianco e nero, giusto e sbagliato. E nonostante gli sforzi che puoi fare per razionalizzare, alla fine resta solo il rimorso per i danni causati. Sarà questo a renderti una persona migliore. A volte, è meglio smettere di cercare di comprendere tutto e limitarsi a camminare.
Articolo di ErSandro
Fonte: http://truffadimatrix.blogspot.it/