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Ce n’era un Gran Bisogno

di Lorenzo Merlo

Considerazioni su chi comanda il mondo.

In un blog leggo: “Ce n’era un gran bisogno”. Era il commento di un noto economista italiano in merito a ciò che aveva scritto un’altra persona, da lui definita “antisistema”.

Si tratta della medesima persona, dottore, professore e chissà quant’altro, alla quale a suo tempo avevo chiesto se, a suo parere, il capitalismo era la miglior forma economica disponibile. Senza incertezza, né timore, aveva risposto affermativamente. E tutte le sue manchevolezze? Avevo ribattuto. Non c’è problema, per quelle, occorrono gli aggiustamenti necessari, aveva concluso.

Dall’origine del capitalismo, la ricchezza si è accentrata nelle tasche di pochi, le spese a suo sostegno si sono distribuite tra i più. A parte la prima fase, ancora – per modo di dire – a sfondo familiare e, in qualche misura, leale, in cui il profitto non prevaricava la dimensione umana (tralasciamo sulle giornate di 12 e più ore di lavoro e le condizioni generali della classe operaia. Non eravamo già nel miglior sistema sociale possibile?), il sistema capitalistico, non ha che degradato il mondo, la cultura umanistica, il senso spirituale e quello etico. Non ha distribuito che scorie e alienazioni, nonché legittimato la violenza. L’assenza di un’etica a che altro porta? Non ha che depredato la terra e gli uomini.

In questa fase contemporanea, detta del capitalismo finanziario, ha lasciato alla concreta produzione e relativa – risicata – distribuzione della ricchezza soltanto la facciata, almeno per chi crede nelle favole. Denaro, lavoro e uomini sono mutati in personaggi di un racconto che i media, estensioni funzionali, strutturali e sostanziali del sistema capitalistico, spacciano agli ingenui che credono di vivere in una democrazia, che credono che il loro voto abbia un peso. Quale democrazia è possibile se la prima legge è quella del mercato? Se chi l’ha imposta e alimentata ora deve difendere la ricchezza accumulata? E per farlo distribuisce guerre come autolegittimato strumento per mantenere la pace? O ho capito male, egregio professore?

I potentati del capitalismo hanno talmente tanto denaro da poter possedere tutto. Si sono comprati la politica, se volessero – e di fatto lo stanno facendo – si potrebbero comprare interi stati, potrebbero avere il loro esercito e, nel caso, lo avranno, quando non riusciranno più ad impiegare quello apparentemente di altri. Che pecette possiamo porre a tutto ciò egregio dottore?

Ora che Russia, Cina, India, Pakistan, eccetera, da terzo mondo, sono divenuti concorrenti dai quali guardarsi, il capitalismo occidentale, dai costi esorbitanti rispetto a quello dei dirimpettai d’oriente, ha inscenato – sempre per il bene comune – il Great Reset. Un progetto imposto dagli esponenti intoccabili di una piccola parte della popolazione del mondo, che ha come fine primo proprio quello della riduzione dei costi di autosostentamento del capitalismo, al fine di far fronte a quello dell’est, di mantenere l’egemonia o il controllo del mondo, o di non sopperire.

A tal fine si rende necessario evitare di spendere sui servizi sociali (privatizzazioni), ridurre il costo delle pensioni (abbandono degli anziani e innalzamento dell’età pensionabile), quello del lavoro (precariato e immigrazione disposta a tutto pur di restare nel – secondo loro – paese del bengodi), e puntare alla censura ormai a scena aperta, alla salarizzazione dei giornalisti, alla realizzazione del mondo orwelliano a suon di spot h24 per vendere un mondo al rovescio. E, per ora, ci sono riusciti.

Risparmi necessari ad implementare tutta la tecnologia (dipendenza e controllo), le forze armate (meno scuole, ospedali, servizi, manutenzione infrastrutture sociali), riduzione e controllo della popolazione mondiale, la cui quantità tende ad essere ingestibile, se non con la semina di paure, bisogni, vita a punti, obbedienze e zelanti devozioni; la cui complessità tende a generare autocombustioni (leggi mancanze di rispetto nei confronti del sistema) improvvise.

Suicidi, omicidi, rivolte, stragi, violenza, malessere esistenziale, nichilismo sono il prodotto del “miglior sistema del mondo”. Quello che, per chi non se ne è ancora accorto, va avanti sull’inerzia ben pasturata del consumismo di futilità e sulla fertile terra delle guerre, prima campi di battaglia, cioè rivendite di armi, poi campi di cemento, cioè ricostruzione, quindi campi di controllo ed espansione a est.

Fortunatamente, sempre nello stesso blog, ma da parte di una persona di tutt’altra stirpe rispetto al nostro noto economista progressista, si legge: “Negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta molto spesso bastava una sola persona per mantenere una famiglia. Ora ne servono quasi sempre due, sottopagate”. Per tacere sul fallimento dell’Unione Europea, nient’altro che il figlio dannato di genitori materialisti, scientisti, capitalisti.

Esimio dottore, al contrario di quanto affermi, è proprio di te e di quelli come te che non se ne sentiva il bisogno. Quelli che siccome hanno in casa il frigorifero, la lavatrice, l’utilitaria per tutti e l’ospedale con la risonanza magnetica, inconsapevoli adulatori della tua stessa fede e ideologia, ti rispondono vai n Cina allora. O in Russia, adesso. Grazie a questi, la curva umanistica della vita, non ha fatto che scendere. Molto si poteva fare ma l’opulenza e l’edonismo, due carte del mazzo capitalista, hanno imbambolato il senso comune e l’individualismo, un’altra sua carta, l’ha annientato.

Ora stiamo precipitando tutti, anche quelli abbracciati al televisore, alla villetta e alla poltrona. E anche loro, progressisti in testa, e i loro sodali in cima alla piramide. Molti di questi ultimi cadranno in piedi. E con bel sorriso imbonitore e modi gentili, dopo aver abbruttito e svenduto valli, coste e pianure, venderanno tutto ciò che resta loro ai musi giallibusiness is business in cambio di qualche cammello battriano sul quale saranno comunque ancora in sella, galoppini del nuovo padrone. Ce n’era un gran bisogno.

Articolo di Lorenzo Merlo

Fonte: www.conoscenzealconfine.it

GUIDA PER ISTRUTTORI E ALLIEVI DEL CORSO DI RISVEGLIO
Rilegatura ad anelli
di Salvatore Brizzi

Guida per Istruttori e Allievi del Corso di Risveglio

Rilegatura ad anelli

di Salvatore Brizzi

Un percorso pensato per l'epoca attuale.

Questo libro ti aiuterà ad essere una persona migliore, più completa e a trovare una via più rapida verso la realizzazione di te stesso, indipendentemente dal lavoro che stai svolgendo ora nella tua vita.

L'autore illustra la "psicologia dell’istruttore", cioè di qualcuno che decide di mettersi al Servizio di un Piano più grande, che travalica i bisogni di affermazione della personalità, per farsi canale di un "raggio energetico inviato dalla Gerarchia dei Maestri", come l’autore stesso lo definisce nel libro.

Svelare i "dietro le quinte" di un Corso di Risveglio risulta utile anche per tutti coloro che svolgono la professione di insegnante – in qualunque ambito, anche maestri di scuola o allenatori di una squadra di giovani atleti.

In ogni caso, qualunque lavoro voi stiate svolgendo nella vostra vita, entrare nella psicologia di una persona che si è messa al Servizio non può che esservi di aiuto, poiché chiunque – non solo chi fa lo scrittore o l’artista – può decidere di farsi canale di un’energia superiore, ma deve sapere come si fa. In questo testo è spiegato come si fa.

Scrive Brizzi:

Da tempo mi chiedevate un libro più voluminoso rispetto agli ultimi da me pubblicati. Eccovi accontentati: un libro ad anelli, formato A4 (il formato è quello che si usa per le dispense).

L’idea di questo testo mi è venuta pensando di scrivere qualcosa per aiutare sia coloro che sono già istruttori, sia coloro che vorrebbero diventarlo. Poi ho pensato che in tal modo il testo sarebbe stato acquistato solo da una ventina di persone in tutta Italia!

Mettere in moto il processo di pubblicazione e stampa di un libro per vendere poche decine di copie avrebbe significato mandare la Antipodi Edizioni in rosso di diverse migliaia di euro.

Allora, nel corso della stesura, ho realizzato che svelando i "dietro le quinte" di un Corso di Risveglio avrei potuto scrivere qualcosa di utile per tutti coloro che svolgono la professione di insegnante e non solo per chi lavora in ambito spirituale: si va dal professionista del marketing, al maestro di scuola, all’allenatore di una squadra sportiva, al team manager che deve fare un discorso di presentazione davanti ai membri del suo gruppo di lavoro.

Ecco nascere un vero e proprio Manuale di comunicazione spirituale, in alternativa ai soliti manuali di "comunicazione ipnotica per vendere di più".

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