di Marco Della Luna
Qui in Occidente c’è la democrazia o la plutocrazia? Comandano i voti o i soldi? E decidono gli elettori o gli usurai? Vige ormai un totalitarismo che impone il suo modello unico e pensiero unico: è il totalitarismo della finanza, dei banchieri, dell’usura.
Altro che pericolo fascista! Esiste oggi un solo estremismo, un estremismo di destra economica imperialista e mercatista, per libere volpi in libero pollaio, e ha generato l’unico totalitarismo in Occidente oggi: il suo pensiero unico, che controlla non solo la narrazione, ma gli stessi significati delle parole.
L’uomo e la società sono e funzionano come li hanno descritti Freud e Schopenhauer, non come li hanno presupposti Platone, Moore, Bacon, Kant e le costituzioni democratiche dalla rivoluzione francese in poi – tutti utopisti. La lezione pratica della psicologia politica è che, fino a prova contraria, si deve presumere che ogni affermazione, prescrizione o valutazione del governo, o di qualsiasi altro soggetto politico, sia fatta al fine di frodarti o quantomeno di ingannarti.
Condizione generale per la democrazia è che vi sia il consenso informato, ossia che i soggetti politici giochino a carte scoperte, ma quelli che lo facessero sarebbero automaticamente in grave svantaggio, quindi la condizione non può a priori realizzarsi. Una delle poche certezze della politica è che ogni leader dichiara intenzioni diverse da quelle che ha realmente.
E non è vero, è un pregiudizio illuministico, che non sia possibile ingannare molte persone per molte volte: il popolo dimentica rapidamente, non ha memoria storica perciò può essere re-ingannato un numero indefinito di volte anche nel medesimo modo. Ed esattamente come il comunismo e il nazifascismo, il modello liberale o neo liberale produce pensiero unico, valori unici, potere unificato, cioè totalitarismo. Il che significa che il totalitarismo non è una caratteristica particolare di questo o quel modello politico, ma la tendenza del potere politico come tale.
Andare alle urne per votare questi politici e il sistema, che poi non ci rappresentano, significa legittimare uno stato che ci governa senza rappresentarci, e quanto è successo dopo le elezioni europee e francesi del 2024 lo ha confermato. Le elezioni non servono a trasmettere la volontà del Popolo agli organi del potere, bensì a trasmettere al popolo la percezione che gli organi del potere siano legittimati. O perlomeno a creare la finzione giuridica di tale legittimazione.
Il guadagno più importante delle ultime elezioni parlamentari europee è che adesso si vede bene che il Parlamento Europeo non è un parlamento bensì un organo ratificatore di decisioni prese da altri organi, non eletti, cioè il Consiglio dei Ministri e la Commissione, che agiscono su direttiva delle lobby finanziarie sovranazionali che niente hanno di europeo e per niente si curano dagli interessi europei.
Votare è stato inutile, anzi controproducente, perché ha rafforzato la gabbia anti-europea che ci è stata costruita addosso col cemento della speranza fraudolenta. La vittoria in Francia della sinistra arcobalenica intrasistemica, dovuta a una artificiosa desistenza e al voto degli immigrati africani, islamici, rafforza la stasi continuista in Europa ed evidenzia che solo un trauma esogeno, economico o militare, può riaprire i giochi.
Le destre occidentali non sono anti-sistema, come non lo è l’ideologia woke (o gender o cancel culture), però vengono fatte passare come tali dal centro e della sinistra e dai mass media, che le dipingono come estreme affinché sembri che ci sia un dissenso politico reale ed organizzato, e così tali pseudo-destre raccolgono i voti anti-sistema per portarli in dote al sistema. È così che il sistema si assicura il consenso democratico permanente.
Chiunque vinca nelle elezioni occidentali, e anche quando nessuno vince, si forma sempre un governo conforme agli interessi e alle direttive dell’oligarchia finanziaria e bancaria anglo-americana. Sempre aderente al suo modello macroeconomico. Misteri della democrazia liberale matura. Sostanzialmente al governo sono sempre i padroni del dollaro e delle bolle. Cambiano solo i loro rappresentanti.
Parliamo di sovragestione. Il mondo descritto da Orwell in “1984” è un mondo multipolare, composto da poche grandi potenze in permanente guerra tra di loro. Questa multipolarità e questa guerra continua servono a imporre e a mantenere in tutte quelle potenze un unico e medesimo modello sociale, cioè lo stato di controllo sociale orwelliano, attraverso la continua mobilitazione (propaganda, restrizioni etc.) richiesta dalle guerre, che sono orchestrate tra i governanti delle varie potenze.
Può benissimo essere che l’attuale insieme di conflitti, col multipolarismo verso cui si dirige il mondo, e da cui molti si aspettano grandi cose, servirà a questo scopo: totalitarismo cinese dappertutto con guerre senza fine.
Trust the plan… Il progetto di nuovo ordine globale alternativo a quello orwelliano sopra descritto, è quello portato avanti dalle élites finanziarie, ossia deindustrializzazione, intossicazione generale, eliminazione del 90% della popolazione siccome ormai superfluo, società aristocratica con uno stuolo di servitori in parte robotici, in parte transumani. Ecco l’occhio sopra la piramide.
In passato il nemico era uno stato che attaccava il nostro stato. Oggi il nemico che ci attacca non è uno stato bensì un sistema finanziario squilibrato e autocratico, che controlla i governi e che li usa, anche provocando guerre, al fine di alimentarsi e sostenersi a spese di tutto il resto.
Tutte le società sono governate da una élite, che sfrutta il resto del corpo sociale. Ciò che fa della nostra élite un vero e proprio tumore maligno, è che essa si regge sulla moneta a debito, che genera un debito sempre crescente e non rimborsabile, quindi uno squilibrio essenziale e ingravescente, compensabile solo con un’escalation incessante di depredazione e violenza.
È questo il nemico che, all’interno dell’occidente, attacca la nostra privacy, la nostra libertà, il nostro lavoro, il nostro reddito, i nostri risparmi, la nostra salute. Mentre all’esterno dell’occidente attacca i paesi che non gli si sottomettono, usando come principale strumento la Nato. Se devo dare un volto a questo nemico, è il volto dei Rothschild e Rockefeller, di Soros, di Christine Lagarde, di Kamala, di Ursula von den Leyen.
Poiché lo stesso stato dipende da finanziatori privati per nutrire il proprio bilancio, è inevitabile la privatizzazione di tutte le funzioni pubbliche e conseguentemente la fine della dimensione pubblica, che può rinascere solo dal basso, in forma di gruppi e reti di uomini liberi che sì coalizzino per opporsi allo stato privatizzato e difendersi da esso. Per Costituzione, una repubblica dovrebbe potersi indebitare solamente con i propri cittadini, perché se si indebita con i banchieri o con gli stranieri viene espropriata e privatizzata, e cessa così di essere una “repubblica”.
In politica estera come in politica interna, per governare è pragmaticamente indispensabile compiere atti immorali e illegali, ed è altrettanto indispensabile nasconderli o camuffarli o imputarne ad altri la responsabilità. Inoltre è indispensabile fingere di avere autonomia politica che i poteri forti non concedono.
Lo studio della storia, di come i governanti decidono le guerre e di come le conducono senza riguardo per le vite dei loro cittadini governati, trattati come materiale di consumo, ci dimostra che la mentalità e la sensibilità dei governanti sono molto lontane da quelle che noi immaginiamo, cioè sono fredde e indifferenti alla vita e morte di milioni di persone, è ancora più alla loro dignità, alla loro salute, al loro lavoro, mentre sono avverse alla libertà e alla libera informazione. Noi li votiamo, ma essi se ne infischiano di noi, non si sentono affatto tenuti a rappresentarci, e non esitano a sacrificarci per il loro interesse. Questa è l’illusione di fondo della idea democratica.
Pretendere che i politici di mestiere lavorino senza rubare è come pretendere che gli imprenditori lavorino senza guadagnare: il profitto indebito è il movente dell’attività politica, unitamente alla ricerca del potere, la quale è fine anche della grande imprenditoria. Capire la politica parte dalla rinuncia a quella pretesa. Chi maneggia soldi e potere pubblici pensa innanzitutto a come avvantaggiarsene in proprio, in secondo luogo a come sdebitarsi con chi lo ha messo su quella poltrona. E in terzo luogo pensa a come nascondere i suoi abusi sotto una finzione di interesse pubblico.
+Le cariche pubbliche vengono concepite e adoperate come beni privati personali, anche perché vengono solitamente conferite attraverso concorsi truccati. In un sistema politico come il nostro, l’unico voto razionale è il voto di scambio; altrimenti conviene restare a casa. Quando avevamo il sistema elettorale delle preferenze, le preferenze si traducevano in voto clientelare. Ora che non ci sono più le preferenze, i candidati sono burattini in mano alle segreterie dei partiti.
Nelle democrazie, i cittadini si dividono in due categorie: quelli che votano i politici e quelli che li pagano. I secondi ci guadagnano sempre. La società, lo stato, le istituzioni, hanno padroni, che comandano mediante pagamenti, ricatti, eliminazioni, manipolazione dell’informazione. La funzione dei politici e dei giudici è duplice: la prima è coprire o prendersi le responsabilità per le scelte dei padroni e le loro conseguenze, la seconda è creare e mantenere una apparenza di democrazia e legalità.
La politica delle grandi famiglie bancarie mondiali, Rothschild in testa, tra loro imparentate per via matrimoniale, dalle guerre napoleoniche ad oggi consiste nel fomentare le guerre, finanziare tutte le parti belligeranti per la conduzione della guerra e poi per la ricostruzione, così da indebitarle fino al collo con le loro banche e assumerne il comando politico, nascosto dalla democrazia formale e di facciata. Anche ora lo stanno facendo. Le guerre non vengono da inimicizie tra i popoli ma da calcoli di interesse finanziario, i quali vengono coperti suscitando le inimicizie mediante una propaganda mirata e pagata.
Possiedono i mass media e big Pharma. Il potere politico, a livello internazionale come a livello nazionale, deriva dall’indebitamento dei popoli e dei governi e della loro dipendenza da chi crea e fornisce loro il denaro per tirare avanti. Sono un indebitamento e una dipendenza costruiti metodicamente nei secoli da poche famiglie dinastiche, burattinaie di statisti grandi e piccoli.
Si hanno democrazia effettiva e progresso civile durante tutto il periodo in cui la comunità bancaria esegue l’operazione di indebitamento senza uscita dello stato verso di sé, e deve tenere la gente calma e contenta. Poi la democrazia lascia il passo alle richieste del mercato e il progresso cede alle necessità di sacrifici. E siccome non ci si può liberare da un debito con interessi pagandolo nella stessa moneta con cui lo si è contratto, si finisce per pagare col taglio dei salari, dei servizi, dei risparmi.
Da ultimo si arriva al capitalismo maturo, quello odierno, che non ha più bisogno di mantenere il consenso, il benessere e la fiducia popolari; li scarica come costi inutili. Sbagliò Marx nel prevedere che il capitalismo sarebbe entrato in crisi di mercato per crollo dei margini di profitto, e da tale crisi sarebbe spontaneamente nato un ordinamento socialista dell’economia e dello Stato. Sbagliò perché non sapeva che la tecnologia avrebbe dato ai capitalisti i mezzi per non avere più bisogno dei lavoratori e dei consumatori, quindi dello stesso mercato.
Qui in Occidente c’è la democrazia o la plutocrazia? Comandano i voti o i soldi? E decidono gli elettori o gli usurai? La risposta, ovvia, a queste domande porta direttamente al disconoscimento della legittimità del potere politico, delle sue pretese di tasse, di guerre, di controlli. Per questo i mass media evitano di proporle ai loro lettori.
Il secondo emendamento alla Costituzione americana stabilisce che, essendo necessaria una ben ordinata milizia affinché uno stato rimanga libero, il diritto dei cittadini di possedere e portare armi non può essere limitato. L’espressione “stato libero” non significa indipendente, ma non oppressivo verso i cittadini. Cioè i cittadini devono poter armarsi per difendersi dalla possibile aggressione dello stato alla loro libertà e alle loro proprietà. Questo bisogno è più attuale che mai. Qui in Europa.
I sistemi liberal democratici, per loro natura, tendono a sopprimere gradualmente la libertà e la democrazia, perché con la libertà di impresa (che è la loro caratteristica fondamentale) danno luogo a monopoli e reti che controllano le risorse fondamentali, innanzitutto la moneta e il credito, e finisce che i banchieri indebitano gli stati e la società civile al punto da annullare ogni loro libertà decisionale, obbligandoli a scelte che aumentano progressivamente la loro dipendenza e a trasferire ai finanziatori privati quote crescenti del reddito nazionale e del risparmio. Così la liberal democrazia diventa una società chiusa cioè irrigidita. E credo che Popper mentisse sapendo di mentire quando affermava che la liberal democrazia dia luogo alla società aperta. Io però non conosco un modo per garantire che la società resti aperta.
Vige ormai un totalitarismo che previene ogni diverso totalitarismo, impone il suo modello unico e pensiero unico; è il totalitarismo della finanza, dei banchieri, dell’usura; si nasconde dietro il “mercato”, comanda da Washington, trasforma in merce tutto e tutti, fa le bolle, le crisi, le guerre, le pandemie, i nostri governi, le loro crisi. E sa usare benissimo il 25 aprile e l’antifascismo. Per distrarre le masse, un tempo si inscenavano battaglie programmate entro l’arena dei gladiatori, e oggi si inscenano battaglie sovragestite entro il teatrino della politica spettacolo. Essendo artificialmente circoscritte, non possono disturbare i manovratori.
L’agenda 2030 è essenzialmente un metodo per centralizzare il controllo di tutto ciò che governa la vita umana associata e individuale. Poggia su un’ideologia pseudoscientifica e pseudo etica, costruita ad hoc. Il progetto di un mondo “Villaggio globale” liberal finanziario è in via di abbandono.
L’umanità si governa meglio dividendola in blocchi da contrapporre l’uno all’altro come in “1984” di Orwell, tutti sotto una regia unica. È quello che stanno facendo. Le esigenze di una guerra permanente legittimano prelievi di risorse (e le emissioni monetarie) associati ai tagli dei diritti. Gestione emergenziale permanente.
Blocco occidentale tutto impegnato contro il falso nemico Russia mentre lo si sottopone a sostituzione etnica e ad afro islamizzazione. Blocco russo tutto impegnato contro il falso nemico Occidente mentre lo si fa assorbire dal gigante cinese. Infatti sia la cultura islamica che la cultura cinese sono altamente massificanti e autoritarie, garanzia contro il pensiero libero e critico. Quindi contro le sorprese, che il potere non ama.
Articolo d Marco Della Luna
Fonte: https://www.centroitalicum.com/totalitarismo-liberale-in-salsa-verde/
Questa notte è partita un operazione pilotata di merda. Salutate telegram… Intanto io ieri ho postato sul mio sito una foto un po scomoda. Chiunque sarà costretto ad avere un sito tutto suo e non è per niente facile. La tua vita se hai queste persone intorno non è come quella degli altri