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Il Caso di Imane Khelif, sul Ring Contro l’Azzurra Angela Carini

di Gabriele Sannino

Uno degli scandali della farsa delle Olimpiadi 2024 è il combattimento di boxe fra un tale, l’algerino Imane Khelif (uomo che si sente donna) e la nostra azzurra Angela Carini (donna® biologica).

Un uomo ha il 45% di massa muscolare contro il 36% di una donna, mediamente parliamo quindi di 35 kg di muscoli per gli uomini contro i 22 per le donne.

Un uomo è strutturalmente più potente di una donna, sia nel resistere ai colpi subiti, sia quando questi devono essere piazzati.

Dio ha progettato e creato l’uomo più forte e potente per un semplice motivo: deve proteggere la prole e la donna. Non deve picchiarla.

È evidente che, soprattutto in uno sport di combattimento, i due avversari non gareggiano ad armi pari perché la donna ha un gap fisico che la porta ad essere, non solo sfavorita, ma pure a rischio di infortuni fisici.

Ognuno può sentirsi come vuole, ma, quando ci sono gare, queste debbono avvenire assolutamente ad armi pari, altrimenti sono viziate e senza valore.

L’analisi cromosomica ci dice se una persona è biologicamente maschio o femmina, questa deve fare fede per ammettere gli atleti in qualsiasi competizione.

Poi, a nessuno vieta di percepirsi come uomini, donne, sorci, scimmie o frigoriferi. L’importante, è che si affrontino esclusivamente fra di loro.

Ma i clown dl Sistema, non si lamentano in questo caso della violenza sulle donne? Essere trans o intersex sono il passe-partout che permettono ad un uomo di picchiare una donna?

E non si vergogna nemmeno… anzi si sente anche bravo… UOMO VILE E RIDICOLO! (nota di conoscenzealconfine.it)

Ecco cosa ti meriteresti… ah ah ah… (nota di conoscenzealconfine.it)

Articolo di Gabriele Sannino

Riferimenti: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/30/caso-imane-khelif-sul-ring-angela-carini-pugile-olimpiadi/7642162/

Fonte: https://t.me/gabrielesannino

OMOSESSUALITà MASCHILE: NUOVO APPROCCIO
di Joseph Nicolosi

Omosessualità maschile: nuovo approccio

di Joseph Nicolosi

Nell'attuale panorama culturale - nel quale l'omosessualità maschile, sdoganata dall'area dei tabù, ammicca dai cartelloni pubblicitari e dagli spot televisivi e viene gridata nei " gay-pride days " anche se nello stesso tempo è sempre più sottaciuta nella sua dimensione di frequente sofferenza individuale - questo libro rappresenta certamente una voce fuori dal coro.
Lungi dal voler essere una provocazione fine a se stessa, o peggio ancora una sfida omofoba, vuole piuttosto tentare di colmare una lacuna. Lo stimolo a pubblicare questo saggio americano sull'omosessualità maschile infatti è nato dall'evidenza che tra i numerosi testi ormai disponibili in Italia sull'argomento scarseggiano vistosamente titoli autorevoli riferibili all'esperienza, scientificamente solida e ben documentata, maturata dalla corrente degli psicoterapeuti che applicano con successo il cosiddetto " approccio ricostitutivo " basato-sulla teoria delle relazioni oggetti ve e su studi empirici della identità sessuale. L'analisi delle dinamiche familiari, il recupero della relazione con la figura paterna, l'autoaccettazione e la rimozione dei sensi di colpa, l'autoaffermazione e la valorizzazione dell'autostima, lo sviluppo di vincoli di amicizie non erotiche sono elementi fondamentali di questo approccio, che prevede una relazione importante con il terapeuta, la verbalizzazione e la psicoterapia personale e di grappo...
Nella mia quotidiana pratica clinica di medico infettivologo mi sono sentita rivolgere richieste di aiuto a riorientarsi da parte di pazienti che, avendo sperimentato e attualizzato pulsioni e comportamenti omosessuali, non avevano tuttavia trovato nell'outing del mondo gay (locali, circuiti associativi) risposte adeguate alla sensazione di malessere e di infelicità che persistentemente sperimentavano.
(Dalla Presentazione della dott.ssa Chiara Atzori)

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