di Valeria Gatti
Bambini indaco o bambini delle stelle, bambini cristallo… o forse adulti rettiliani. Le definizioni si moltiplicano, la scienza si mescola alla percezione, alla psicologia e all’esoterismo. Come capire davvero cosa sta dietro a questi piccoli esseri un po’ speciali?
“I giochi dei bambini non sono giochi, bisogna considerarli come le loro azioni più serie”, così scriveva Montaigne nel 1500. Il mondo dell’infanzia ci affascina, ci respinge, a volte ci inquieta un po’, e spesso, da adulti, si fa fatica a ricordarlo. Ma la faccenda è molto seria, più di quanto si possa pensare. Prendiamo, per esempio, il termine ‘bambini indaco’, che deriva dall’inglese, indigo children. Si tratta di un concetto che si è fatto largo nell’ambito della cultura New Age degli anni ’90, sebbene alcuni autori ne parlassero già prima. I bambini indaco sono bambini che sarebbero dotati di tratti e capacità soprannaturali e speciali.
Perché indaco? L’espressione indigo children è stata inventata negli anni ’70, da Nancy Ann Tappe, parapsicologa, autrice del libro “Understanding Your Life Through Color”, ovvero Capire la vostra vita attraverso il colore. Questa studiosa aveva individuato un’aurea di un colore particolare, ovvero indaco, comune a un certo numero di bambini nati nella sua epoca e connesso questo fatto con determinate qualità, che gli stessi possedevano in un medesimo modo. Inoltre, aveva messo in relazione questo fenomeno con l’avvicinarsi di una nuova era dell’umanità, in cui il colore indaco dell’aura sarebbe stato predominante.
I bambini indaco fanno il giro del mondo
Le teorie di Nancy Anne Tappe sui bambini indaco, sono diventate poi sempre più popolari, grazie anche al lavoro successivo di Lee Carroll – esoterista e scrittore New Age, canalizzatore dell’entità angelica denominata Kryon – e della moglie Jan Tober, con il libro intitolato: “The indigo children”. La coppia ha messo in rilievo soprattutto le tipicità caratteriali che accomunano questi bambini, ovvero empatia, creatività, grande intuizione, forza di volontà, chiaroveggenza, telepatia e poteri paranormali e irrequietezza a scuola. Sono bambini insofferenti nei confronti dell’autorità e di sistemi dati. Addirittura sarebbero in grado di parlare con gli angeli o di comunicare in odi differenti.
Tutti e tre autori gli autori ritenevano anche che l’avvento dei bambini indaco avrebbe significato un salto evolutivo dell’umanità, una rinascita del mondo in senso globale, che avrebbe portato, di lì a poco, alla scomparsa delle guerre e dell’inquinamento, per esempio. Forse è ancora presto per dire se accadrà o meno, fatto sta che convegni e congressi sui bambini indaco hanno iniziato, a poco a poco, a diffondersi in tutto il mondo. L’interesse da parte di scrittori e pensatori su questo argomento si è esteso negli anni, come nel caso di Doreen Virtue, che ha annunciato l’avvento di una nuova generazione di bambini successiva a quella indaco, detta dei “bambini cristallo” (crystal children); interesse che si è spinto fino in remotissime regioni, come nel caso di David Icke e dei suoi “Rettiliani”.
Ma esistono davvero i bambini indaco?
La scienza, ovviamente, non ammette la teoria dell’esistenza di questo tipo di bambini, non essendoci prove empiriche che la sostengano. A volte, sembra che la maggior parte dei tratti attribuiti dalla letteratura New Age ai bambini indaco, siano definiti in modo così vago da applicarsi quasi a chiunque. Inoltre, perde consistenza anche l’ipotesi sostenuta dagli scrittori New Age, che afferma che quei bambini che a scuola sono caratterizzati da iperattività o da deficit di attenzione, altro non sono che bambini indaco. Dunque, sono bambini con capacità particolari o no? Come fa un genitore a capire dove si trova la linea sottile tra la patologia e l’essere speciale del suo bambino? La cosa non è affatto semplice. E anche i punti di vista da cui osservare la questione sono molteplici.
I risultati di uno studio dell’Istituto di Psicologia Razionale di Monaco di Baviera, ha messo in rilievo, per esempio, che i bambini indaco, così chiamati dalla visione non tradizionale, o bambini affetti da iperattivismo, così definiti dalla scienza, usano in prevalenza l’emisfero cerebrale destro, cioè quello creativo e intuitivo, da qui la loro difficoltà a rientrare nelle regole di un mondo razionale e codificato. Scienza o no, i bambini indaco sono comunque piccoli che hanno diritto a vivere un’infanzia serena, senza che i genitori possano disturbarla, facendola passare per il percorso di un piccolo genio ad ogni costo. Forse anche il credere nella loro specialità è pur sempre parte di una visione limitata e relativa del mondo e della vita, dal basso dell’essere umano.
Articolo di Valeria Gatti
Immagine: Psiquicaandrea
Fonte: http://www.cure-naturali.it/rimedi-naturali-bambini/2659/bambini-indaco/2595/a