27 Maggo 2024: Firma del “Trattato Pandemico”

Mancano pochi giorni. Un certo presidente, in un momento raro, forse anche unico, di franchezza, aveva detto: “La bestia dell’evento è qui e sta arrivando”.

Tedros Adhanom Ghebreyesus è l’archetipo ideale. L’OMS è il suo cavallo di Troia che, grazie al trattato pandemico che sarà formalizzato il 27 maggio 2024, avrà la priorità sui governi firmatari dei 194 paesi membri. Si farà senza tamburi o trombe, così discretamente che di fatto la maggior parte della gente non vedrà accadere nulla.

Tedros, come direttore dell’OMS, avrà la priorità sui governi legittimi non solo in materia di pandemia ma anche in tutto ciò che riguarda: la salute (“One Health” delle Nazioni Unite), il tempo, l’economia, il trasporto, la guerra, l’ambiente, l’istruzione, la casa.

Tutto alla fine sarà un pretesto per usurpare legalmente l’autorità dei governi, “al fine di proteggere la salute umana, quella delle piante, degli animali e della Terra”. Né di più, né di meno. I suoi dettami saranno vincolanti al di là delle leggi nazionali.

L’OMS e la sua società madre, l’ONU, serviranno da schermo e cinghia di trasmissione degli ordini del Nuovo Governo Mondiale.

Questo massiccio trasferimento di potere e sovranità è davanti a noi, arriverà tra poco, dal 77° congresso annuale dell’OMS a Ginevra. Sarà una grande biforcazione sociale, un cambiamento di scala mai visto prima al mondo. Il mondo dopo sarà irriconoscibile.

Gli Stati membri riprenderanno dunque i negoziati sul Trattato a maggio, tra pochi giorni, dopo il fallimento dell’ultimo round tenutosi a marzo scorso.

Questo di fatto è un segno che c’è speranza, ma non si è ancora guadagnato nulla. Questo colpo di stato globale mascherato da trattato di “salute” DEVE FALLIRE.

Se siete della stessa opinione, allora potete utilizzare tutti i social network, e non solo, per sensibilizzare e far luce sul tema. Spargete la voce…

Alla nostra vittoria e al loro fallimento.

Fonte: https://t.me/+RgVqdy7j2kM5YTE0

DA ADESSO IN POI
Un romanzo per cambiare
di Paolo Borzacchiello

Da Adesso in Poi

Un romanzo per cambiare

di Paolo Borzacchiello

È arrivato il momento di rompere con gli schemi del passato e costruire una nuova vita.

Come può reagire il più grande profiler del mondo, colui che più di tutti sa gestire le parole e le emozioni, di fronte a un medico che gli dice: «Mister Want, lei ha un cancro»? Quali risorse saprà mettere in campo per affrontare questa sfida?

Anche perché nel frattempo, incredibilmente e forse per fortuna, la vita non si ferma, e un cliente molto speciale gli chiede una consulenza dalla quale sembrano dipendere le sorti dell’umanità.

È Dio in persona, che gli domanda perché gli uomini, creati a sua immagine e somiglianza, si comportino tanto male. Si tratta di difetti di progettazione che rendono necessario distruggere tutto e ricominciare da capo o sono errori che si possono correggere?

Comincia così il viaggio ultraterreno di Leonard Want, che dovrà sfruttare tutte le sue abilità per indagare e trovare risposta alla domanda di Dio.

Un viaggio all’inferno che si fa anche racconto personale, in cui emerge, potente, il tema della malattia. Da cui può nascere uno spunto per cambiare.

«Cosa posso imparare da tutto questo? In che modo posso rendere utile quello che mi sta capitando? In che modo posso cambiare per far sì che quel che succede abbia un senso e non sia dolore inutile? Cosa posso fare di diverso, ora?».

In Da adesso in poi, Paolo Borzacchiello traccia un percorso che passo dopo passo ci aiuta a rompere con gli schemi del passato, liberandoci dai sensi di colpa.

Perché quello che Leonard imparerà dal suo viaggio all’inferno è che i nostri comportamenti non sono del tutto responsabilità nostra: semplicemente, siamo stati dotati di una tecnologia avanzata ma nessuno ci ha mai spiegato come farla funzionare al meglio.

Però grazie a un uso più consapevole delle parole ci è sempre data una seconda possibilità. Non è mai troppo tardi per imparare a vivere, conta solo da adesso in poi.

“A volte non c’è un motivo per quello che ci capita: capita e basta.
Ma noi possiamo sempre e comunque trovarci un significato. E non permettere che quello che ci sta capitando succeda invano.”

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