Rischio Espropriazione Risaie a Vercelli

10.1.2024: Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione.

In Italia sono sempre più numerose le aziende agricole a rischio chiusura a causa delle nuova strategia energetica dell’Unione.

L’ultimo caso riguarda la provincia di Vercelli, in Piemonte, dove ben 420 ettari di risaie presenti sul territorio da oltre 400 anni stanno per essere espropriate, per lasciare spazio a nuovi parchi agrofotovoltaici e fotovoltaici a carico di multinazionali straniere come la Morgan Stanley.

Tale situazione rappresenta un’evidente distorsione del mercato europeo generata da multinazionali estere che, in aggiunta alla crescente diminuzione di terreni coltivabili per via delle politiche verdi, non fa altro che aggravare ancora di più la situazione del mondo agricolo italiano ed europeo.

Basti pensare che secondo le stime, in Europa, rispetto a 20 anni fa, le aziende agricole che gestiscono il 38 % dei terreni dell’Unione sono passate da 15 a 9,1 milioni.

Alla luce di ciò, considerando che ben il 50% della produzione agricola nazionale proviene dalla sola zona di Vercelli e che tali progetti energetici comporterebbero, d’altra parte, la perdita di quasi 30 000 quintali di riso ogni anno, può la Commissione far sapere:

1. In che modo intende intervenire al fine di fornire un supporto necessario alle aziende colpite?

2. Come vuole tutelare il mercato europeo da tali attività che hanno come diretta conseguenza la dipendenza dalle importazioni extra UE, vista la perdita di produzione alimentare?

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000067/2024 alla Commissione. Articolo 138 del regolamento. Angelo Ciocca (ID). Presentazione: 10.1.2024

Video: https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/fuoridalcoro/follie-verdi-le-multinazionali-vogliono-mangiarsi-il-nostro-riso_F312803501018C18

Fonte: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2024-000067_IT.html

LA CIVILTà DELL'ORTO
La Coltivazione Elementare
di Gian Carlo Cappello

La Civiltà dell'Orto

La Coltivazione Elementare

di Gian Carlo Cappello

Cosa significa “non fare” in agricoltura? E come può un orto coltivato senza fatica rendere a tal punto da avere tutto il cibo di cui si ha bisogno?

Gian Carlo Cappello, agrotecnico con decenni di esperienza sulle spalle, ci spiega questa apparente contraddizione in un libro che è a metà tra un manuale agricolo e una riflessione sulla società di oggi.

Il libro racconta l'idea del progetto “Civiltà dell’Orto”, natoe per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

Cosa non viene fatto:

  • nessuna lavorazione del terreno, neppure superficiale e neppure all'inizio della coltivazione;
  • nessun uso di fertilizzanti, antiparassitari, ammendanti e diserbanti (né chimici né organici né omeopatici) né E.M.;
  • nessuna rotazione colturale, consociazione varietale, compostaggio, sovescio, progettazione, calendarizzazione;
  • riduciamo al minimo l'apporto di acqua irrigua;
  • nessun intervento contro le cosiddette “malattie” né contro l'erba spontanea poiché considerate parte dei processi naturali di ripristino dell'equilibrio non comprensibili alla mente razionale;
  • non scegliamo dogmaticamente sementi antiche

Cosa viene fatto:

  • preserviamo il naturale equilibrio della terra e del contesto di coltivazione;
  • consideriamo la crescita delle coltivazioni come conseguenza dell’equilibrio della biosfera;
  • cerchiamo di rendere le piante coltivate quanto più «selvatiche» possibile;
  • promuoviamo il cambiamento e la crescita interiore, affiniamo l'intuito, il sentire, la saggezza innata e l'intrinseca capacità creativa di risoluzione dei problemi;
  • sosteniamo l'autosufficienza alimentare e il superamento dell'economia capitalista.
  • favoriamo l’inserimento di nuovi/e partecipanti che condividano questi principi.

Il cambiamento è possibile!

Perché leggere questo libro:

  • Per scoprire perché in agricoltura "non fare" è meglio di "fare".
  • Per sentire la voce di un esperto agrotecnico con oltre 30 anni di esperienza nel campo.
  • Perché non si tratta solo di un manuale di agricoltura, ma anche di un'inaspettata riflessione sulla società e sui comportamenti comunemente accettati, talvolta inspiegabili, dell'essere umano.

Le parole dell'autore

La Coltivazione Elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l'esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione.

Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la Coltivazione Elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell'umanità di controllare la vita.

Nei processi naturali c'è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l'autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi.

Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant'anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.

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2 commenti

  1. Le farine di insetti le mangi già. Sono il pane, la pasta e tutto ciò che è fatto con il grano importato che è zeppo di muffe e di larve. Arrivato in Italia dovrebbe essere buttato e invece viene diluito con quello locale…..

  2. Ma lo sanno anche i sassi ormai che tutto è fatto per creare la carestia.
    In questo modo saranno loro a obbligarci a nutrirci di farine di dubbia provenienza e fattura, compreso le famose farine di insetto che un essere umano non può neppure digerire correttamente semplicemente perchè in natura gli insetti sono mangiati dagli uccelli che hanno un sistema digerente diverso dal nostro.

    Ma tanto nessuno si lamenterà perchè nel nostro paese non si riesce mai ad organizzare una resistenza seria al sistema che con tutti i mezzi leciti ed illeciti di cui dispone semplicemente schiaccia i dissidenti.

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