Sinestesia, quella capacità che chiameremmo “Sesto Senso”

C’è chi può “vedere una musica” o associare ai colori numeri, lettere, segni grafici, dando ai concetti una forma. Ecco perché.

SinestesiaSe dovessimo rappresentare graficamente una certa idea, che forma avrebbe? Per la maggior parte delle persone, la risposta a questa domanda non è immediata.  Ma esistono esseri umani per cui questo processo è invece istintivo, automatico come percepire un colore o sentire un odore. Si chiama sinestesia, fenomeno neurologico che coattiva due o più sensi di solito non relazionati tra loro. Una specie di sesto senso che consente a chi ne è dotato per esempio di “vedere una musica” o di associarla a un sapore; oppure di visualizzare determinati colori sotto forma di numeri, lettere, segni grafici.

Ricerche recenti – indagando sul punto in cui, nel processo sensoriale, cominciano queste sovrapposizioni – hanno scoperto delle nuove e più complesse forme di sinestesia. Come quella che include la capacità di “vedere i pensieri”. È il caso – raccontato un paio di mesi fa dall’Atlantic – di Jonathan Jackson, capace di visualizzare ogni persona che incontra, ogni frase che legge, «come segni grafici che formano una sorta di disordinata trama in continuo movimento».

Il “sesto senso” di Jackson lo aiuta anche nelle  decisioni: «quando deve prenderne una, può scegliere tra varie opzioni come noi sceglieremmo la mela più rossa e lucida». Jackson si è ispirato alla sua condizione di sinesteta, per creare la app ChoiceMap, che aiuta a fare scelte: dall’università alla destinazione delle vacanze, fino al numero di figli che si dovrebbero avere o al nome da dare loro. Funziona con schede che rappresentano graficamente le risposte fornite dall’utente su valori, gusti, preferenze, ecc.: sbroglia la matassa dei pensieri visualizzandoli, e assegnando un numero, a seconda dell’importanza, alle  preferenze.

Ricalca il processo che Jackson sperimenta ogni giorno su di sé. Ora, il dipartimento di oncologia dell’università di Pittsburgh, sta sperimentando una versione clinica della app, nata dalle mail che Jackson ha ricevuto da dottori alle prese con la scelta della terapia per i loro pazienti. Choicemap Medical riordina graficamente tutti i fattori da prendere in considerazione, dai costi fino agli effetti collaterali delle cure.

Fonte: http://www.pagina99.it/2016/09/16/sinestesia-una-strana-capacita-che-chiameremmo-sesto-senso/

LA MENTE SUPERUMANA
Come liberare il genio che è in te
di Berit Brogaard, Kristian Marlow

La Mente Superumana

Come liberare il genio che è in te

di Berit Brogaard, Kristian Marlow

Pieno di dati scientifici affascinanti e di promesse entusiasmanti, La mente superumana svela le basi neurologiche di capacità straordinarie, mostrandoci come risvegliare il genio che è dentro di noi.

Nella loro qualità di neuroscienziati Berit Brogaard e Kristian Marlow studiano gli individui dotati di capacità mentali straordinarie - artisti nel conteggio delle carte, campioni di memoria e persone che esplorano il mondo usando l'ecolocalizzazione.

In laboratorio incontrano anche virtuosi della musica, savant matematici, la cui genialità è comparsa all'improvviso dopo una botta in testa, e sinesteti i cui sensi consentono di vedere i numeri come colori, percepire la musica come sensazione fisica e addirittura ascoltare i volti. A dirla tutta, Brogaard stessa è affetta da una curiosa forma di sinestesia che un giorno le ha salvato la vita.

Tuttavia, per quanto straordinarie, queste capacità non sono misteriose. Il cervello elabora continuamente un'enorme quantità di informazioni al di fuori dalla coscienza. Quello che accomuna tutti questi individui è il fatto di essere riusciti ad accedere a questa capacità di elaborazione a livello conscio, attraverso l'esercizio, un incidente, un disturbo neurologico o altre circostanze più bizzarre.

Nella Mente superumana Brogaard e Marlow ci accompagnano a scoprire le vite e i cervelli di questi geni - savant, virtuosi e una gran varietà di persone normali che hanno acquisito talenti davvero speciali - per mostrarci che capacità mentali superiori, come l'orecchio assoluto, calcoli eseguiti alla velocità della luce e creatività senza briglie non sono un dono riservato a pochi fortunati.

Si tratta invece probabilmente di qualcosa di più vicino a una tendenza innata che dorme dentro di noi.

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