di Antonio M. Rinaldi
Non vi nascondo che avrei sempre voluto aver torto, ma giorno dopo giorno ormai da anni e anni, tutto ciò che avevo denunciato e previsto sull’euro, si è immancabilmente realizzato.
Come non vi nascondo di provare un certo senso nel leggere e ascoltare dichiarazioni di politici, economisti, tuttologhi, imprenditori rampanti che hanno sempre fatto dell’Europa e della sua unione monetaria la loro ragione di vita (nel senso che se non l’avessero fatto, difficilmente avrebbero conseguito onori e vantaggi personali), e che ora in perfetto stile italico, piroettano di 180 gradi, iniziando nel mettere le mani avanti sulla sopravvivenza dell’euro e della stessa Unione Europea.
La cosa comunque che mi lascia più perplesso in casa nostra, sono gli atteggiamenti di certi professori bocconiani (su quali testi hanno studiato per sostenere così assurde teorie?), ultimi stoici sacerdoti depositari del verbo europeista, ormai giustificati unicamente dal “tenere famiglia” e che, per evitare di ritrovarsi in mezzo a una strada perché passibili di vedersi negato l’accesso nel blasonato ateneo milanese se “sgarrano di una virgola”, ancora sostengono l’insostenibile.
Ma ormai troppa acqua è passata sotto i ponti anche di Francoforte, da quando Mario Draghi tuonò: “Siamo pronti a fare tutto il necessario per salvare l’euro. Nessun Paese uscirà da Eurozona”, al punto che proprio una settimana fa lo stesso Presidente della BCE, rispondendo ad una richiesta degli europarlamentari Zanni e Valli su aspetti tecnici di funzionamento del sistema Target2, non ha avuto problemi nel presentare “il conto” nel caso un Paese eurodotato fosse animato dal desidero di uscire! Quindi l’euro non era irreversibile come coriacemente sostenuto e fatto credere “urbi et orbi”, ma dissolubilissimo come ghiaccio al sole. Viene spontaneo il chiedersi, quanto tempo dovremo aspettare ancora per saper dallo stesso Draghi (o chi per lui), che anche “il conto” da pagare per alcuni Paesi è, invece, solamente l’ennesimo spauracchio? La credibilità ormai non è certo il loro forte!
La stessa Merkel ora fa eco sostenendo che sia meglio per tutti un’Europa a “due velocità”, facendo intendere palesemente anche un euro a “due velocità”, nonostante abbia sempre sostenuto il contrario. Forse anche i tedeschi si stanno rendendo conto che il limone Europa/Euro è stato da loro spremuto fino all’ultima goccia e intuiscono che sia meglio lasciare al proprio destino i paesi “periferici” prima che tutto naufraghi? Ora sostengono a 2 velocità, domani a 4, 5, magari arriveranno a 19, quanti sono i paesi eurodotati, il che equivarrà all’auspicare di ritornare ciascuno alle proprie monete. D’altronde quello che hanno potuto prendere come benefici l’hanno preso e ora, che si paventa di mettere le mani nel portafoglio e redistribuire in trasferimenti l’immenso surplus commerciale acquisito grazie all’euro, si tirano indietro.
Ma mentre si discute che la “casa brucia”, se queste tematiche fossero state affrontate già anni fa con serietà, in modo costruttivo, molto probabilmente oggi non ci troveremmo in questa drammatica situazione. Gli “europeisti” per partito preso (oggi è palese che lo hanno fatto per interessi personali), invece di deridere e emarginare persone come Borghi, Bagnai, Barra Caracciolo e il sottoscritto, che ricordo hanno pagato pesantemente un prezzo molto alto per il solo fatto di averci messo la faccia, nel denunciare senza mezzi termini l’insostenibilità dell’euro e di tutto l’impianto europeo, avrebbero fatto molto meglio ad essere più umili e ascoltare anche chi la pensava (fortunatamente) in modo diametralmente diverso.
Sembra quasi che tutti i paesi europei (tranne noi naturalmente) stiano elaborando scenari per non rimanere con il cerino in mano, vista una prossima e scontata implosione della costruzione europea e del suo mezzo tecnico per realizzarla, chiamato euro. Se poi aggiungiamo che il nuovo inquilino della Casa Bianca, ha le idee molto chiare su come “imbavagliare” la globalizzazione sfrenata senza regole, mettendo finalmente paletti dove per decenni e decenni si è permesso alle multinazionali di fare il proprio comodo a discapito di molte economie, anche il cittadino più sprovveduto inizia a comprendere che il “sogno europeo” dato in pasto all’opinione pubblica negli ultimi 25 anni, non è stato altro che un gigantesco paravento per consentire ai soliti noti di fare sfacciatamente i propri interessi, a scapito di moltissimi. Insomma si ha ormai la certezza che chi ci sia rimasto più male dalla vittoria di Trump, non sia stato tanto la Clinton ma la Merkel e i CEO delle multinazionali!
Stati Uniti d’Europa, euro, integrazione, globalizzazione, solidarietà tutti falsi mantra finalizzati al solo scopo di togliere ai paesi la propria sovranità, disarcionando i cittadini dal loro sacrosanto diritto nel decidere i propri destini, per affidarli a delle elite autoreferenziali di non eletti, per favorire unicamente grandi potentati di interessi che non avrebbero altrimenti avuto possibilità di perseguire nello stesso modo e intensità i loro obiettivi.
Cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro? Ritornare ciascuno padrone in casa propria, è senza dubbio l’opzione migliore, anche se è doveroso precisare che in ogni caso le ferite e i danni inflitti ai cittadini e al tessuto industriale di economie come quella italiana, necessiteranno ormai di moltissimi anni prima di rimarginare. Quindi grazie alla nostra classe politica degli ultimi decenni, che consapevolmente supina si è sbucciata le ginocchia dietro agli ordini dell’Europa, che a sua volta eseguiva volontà distanti anni luce dall’interesse comune, la gestione dello smantellamento dell’unione non sarà una passeggiata, e dovrà essere affrontata con lo spirito del male minore rispetto al disastro certo.
Solo un auspicio che a questo punto diventa un grido di paura: quando presto ci sarà in Europa il “rompete le righe” e ci si dovrà organizzare seriamente nell’interesse supremo del Paese, non affidiamoci come pecore alla stessa classe politica dirigente che ci ha portato al disastro, perché non vorrei rivedere i vari Prodi, Amato, Monti, Letta (quello che voleva morire per Maastricht) neanche aprire la bocca. Anzi speriamo che venga rispolverata Norimberga, perché ciò che da venticinque anni hanno combinato in tutt’Europa, è del tutto simile a ciò che fu perpetrato anni fa da quel famoso pazzo con i baffetti!
Articolo di Antonio M. Rinaldi
Fonte: http://scenarieconomici.it/leuro-e-finito-si-salvi-chi-puo-di-antonio-m-rinaldi/