di Stefano Re
Come prevedevo, il sistema avvia il programma per espropriare le case.
Pensateci: mentre la popolazione è distratta da un lato dagli strascichi irragionevoli di una “emergenza pandemica” prolungata senza alcun motivo, mentre scoppia persino una guerra, l’esecutivo a sorpresa impone una riforma del catasto annunciando che “se non viene accettata si chiude l’esperienza di governo”? Che fretta c’era, di preciso? E se era tanto urgente, perché questa esigenza non è mai stata nemmeno nominata in precedenza?
E cosa implica questa riforma del catasto? Spiegato nel modo più semplice possibile: impone un aumento dei costi e della tassazione alle famiglie che posseggano case autonome. Sommate questo attacco al rincaro senza precedenti delle bollette delle utenze e avrete più chiaro la prima fase dello scenario.
Il tassello mancante sarà l’emergenza climatica: a breve verrà annunciato con grande grancassa che le case inquinano se non vengono messe “a norma” e metterle a norma costerà cifre impossibili da pagare a normali famiglie. Qualche cataclisma del tutto imprevedibile e casuale permetterà di applicare lo “stato di emergenza climatico” rendendo chiaro a tutti che si sottrae a tali imposizioni è un nemico dell’umanità.
L’obbiettivo è ancora una volta la demolizione della classe media. Un ulteriore passaggio fondamentale nella cancellazione delle autonomie individuali. La società che stanno creando è una società “termitaio”, in cui gli individui devono abitare in affitto nelle loro cellette da insetti dentro enormi condomini, spogliati di ogni tipo di autonomia e possesso personale.
Articolo di Stefano Re
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