di Laura Tirloni
Esiste un’isola meravigliosa chiamata North Sentinel, situata nel Golfo del Bengala, ricoperta da una vegetazione affascinante e con incredibili spiagge e acque trasparenti. Purtroppo, questo angolo di paradiso, è considerata anche l’isola più pericolosa al mondo.
Qui, infatti, vive una tribù di indigeni, i sentinelesi, stimati tra i 50 e i 400 individui, che rifiuta da sempre qualsiasi contatto con il mondo esterno e accoglie quelli che cercano di avvicinarsi alle coste con una pioggia di frecce e lance.
Il governo locale, da parte sua, ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di interferire con la vita e le abitudini della popolazione che da sempre vive in completo isolamento dal mondo, dedicandosi alla raccolta di frutti, alla caccia e alla pesca.
Per questi motivi e soprattutto per il fatto di non aver sviluppato difese immunitarie verso malattie comuni, in grado di sterminarli, il movimento ‘Survival international’ li ha definiti la popolazione “più vulnerabile del pianeta”.
Nonostante ciò, negli anni vi sono stati sporadici contatti: nel 1991 quando le autorità indiane si avvicinarono alle coste dell’isola per donare delle riserve di cibo che furono accettate, e il 26 gennaio 2006, quando due pescatori che si erano avvicinati troppo alla spiaggia, furono attaccati e uccisi a sangue freddo dalla tribù.
Secondo gli studiosi, uno dei motivi per cui i sentinelesi sono sopravvissuti fino ad oggi all’estinzione, risiede proprio nel fatto di non essere mai entrati in contatto con le popolazione continentali. Purtroppo i pescatori di frodo, avvicinandosi sempre più alle acque dell’isola, potrebbero nel tempo creare problemi al delicato ecosistema marino. Per questo motivo, nel novembre 2014, ‘Survival International’ ha denunciato le attività di questi pescatori che con le loro attività clandestine mettono in serio pericolo la sopravvivenza della popolazione di North Sentinel, sollecitando le autorità a garantire che l’isola resti protetta dalle invasioni esterne.
La tribù da parte sua lotta disperatamente per preservare il suo piccolo angolo di paradiso, che rimane una regione autonoma dell’India dal 1947.
Articolo di Laura Tirloni
Fonte: http://www.viaggieracconti.it/dettaglio_news.asp?id_news=1565