di Cesare Sacchetti
La Russia ha eseguito delle prove tecniche per disconnettersi da Internet. A riportare la notizia è stato il sito russo RBC secondo il quale i test in questione avrebbero avuto successo.
A questa sorta di prove generali di separare la Russia dalla rete hanno preso parte Rostelecom, la principale compagnia statale telefonica assieme ad altri quattro gestori di telefonia mobile.
La storia della Russia con Internet è entrata in crisi specialmente dopo il 2014, quando il deep state di Washington assieme alle ONG finanziate dallo speculatore finanziario, George Soros, diede vita al famigerato “Euromaidan”, il colpo di Stato che costrinse l’allora presidente ucraino Yanukovich a lasciare il Paese.
Il Cremlino da allora ha cercato costantemente soluzioni per separarsi dal web e costruire una sorta di “Internet sovrana”. A questo proposito però è interessante notare la tempistica dei test russi che sono stati realizzati dal 15 giugno al 15 luglio. Questo potrebbe rivelare una strategia precisa della Russia per rendersi del tutto immune dalle conseguenze di futuri attacchi cibernetici.
Il tema è tornato estremamente d’attualità soprattutto da quando il forum di Davos, uno dei club di riferimento delle élite mondialiste, ha iniziato a lanciare l’allarme sul presunto rischio di hackeraggi. Davos ha infatti dato vita lo scorso 9 luglio a Cyber Polygon, una sorta di simulazione di attacchi informatici condotti su scala globale.
Le esercitazioni eseguite a questi livelli sono spesso il preludio di scenari di crisi artificiali realizzati dalle stesse istituzioni globaliste per raggiungere un obbiettivo prestabilito. Nel gergo dei servizi segreti queste operazioni sono anche note come “false flag”, che letteralmente significa “falsa bandiera”.
L’idea di riferimento è quella di destabilizzare lo scenario attuale per arrivare al conseguimento di un determinato obbiettivo. L’esercitazione più nota e più recente a questo riguardo è la famigerata “Event 201” finanziata da Bill Gates nell’ottobre 2019 che “casualmente” ha previsto l’emergere di una “pandemia” tre mesi dopo.
Ora è da considerare un fatto piuttosto importante sulla falsa pandemia che il colonnello russo Kvachov ha definito brillantemente come “operazione terroristica del coronavirus”. L’obbiettivo originario e primario di questa operazione era quello di produrre una società di stampo autoritario globale, che portasse al definitivo compimento del governo mondiale, l’obbiettivo dell’establishment globalista internazionale.
Sempre per restare in termini di “previsioni” sull’emergenza artificiale pandemica, c’è una pubblicazione ufficiale che risale al 2010 pubblicata dai Rockefeller, una delle famiglie più potenti tra le élite internazionali, chiamata “Operazione Lockstep” che descrive alla perfezione tutto quello che è accaduto nell’ultimo anno e mezzo.
Uno dei momenti cruciali per arrivare al fine ultimo del governo mondiale è quello di produrre una crisi economica così devastante e radicale da favorire l’avvento della legge marziale. Questo scenario viene affrontato nel documento dei Rockefeller e diverse talpe presenti nei governi mondiali, avevano rivelato verso la fine del 2020 che il collasso dell’economia globale attraverso chiusure e confinamenti di massa, era uno dei fini principali dell’operazione coronavirus.
In particolare, sono stati informatori presenti nella politica canadese e nel governo francese a far trapelare che questa destabilizzazione era ciò che volevano i piani alti del mondialismo per arrivare al Grande Reset e alla società deindustrializzata e depopolata prevista nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
L’operazione terroristica del coronavirus però non ha prodotto i risultati sperati. Il Grande Reset previsto non c’è stato. Questa è la ragione per la quale i poteri finanziari internazionali si sono messi alla ricerca di un altro grande evento catalizzatore per poter arrivare al Grande Reset. Cyber Polygon sembra avere quelle caratteristiche, perché prevede esattamente una paralisi della catena di approvvigionamento globale alimentare attraverso massicci attacchi cybernetici.
Tutto ormai è collegato alla rete e se si destabilizza o sabota la rete, si mette in crisi il sistema bancario e la distribuzione alimentare dei supermercati. Sostanzialmente, si verificherebbe uno scenario piuttosto simile a quello raffigurato nel film “Die Hard 4”, nel quale un hackeraggio su scala nazionale manda in una condizione di paralisi completa tutte le attività ordinarie quotidiane. Tutto diventa impossibile, dalla circolazione stradale sabotata da semafori impazziti e controllati a distanza dagli hacker, fino allo spegnimento a distanza della rete elettrica.
Il tempismo di Cyber Polygon è stato comunque impressionante. A pochissime settimane di distanza dalla fine di questa esercitazione, sono iniziati a verificarsi degli attacchi informatici che hanno portato al blocco di migliaia di siti, tra i quali quelli di Amazon e UPS.
Questa pertanto sembra essere con ogni probabilità la prossima mossa di Davos per arrivare ad una destabilizzazione globale senza precedenti e instaurare una tirannia mondiale fondata sull’uso della repressione completa verso i suoi oppositori. La Russia dunque sembra aver già intuito le mosse del club mondialista e si prepara a sconnettersi dal sistema e rendersi del tutto indipendente dal prossimo false flag cibernetico.
Davos ha fretta perché sa che il tempo a disposizione sta per scadere. Non solo la Russia resta in netta contrapposizione al piano del Nuovo Ordine Mondiale, ma anche gli Stati Uniti al momento non sono della partita, perché la cosiddetta amministrazione Biden sembra commissariata dai militari, in attesa della conclusione delle perizie sulla frode elettorale del 2020.
L’autunno si avvicina e il mondialismo sta per lanciare quello che sembra un ultimo e disperato assalto finale!
Articolo di Cesare Sacchetti
E allora perchè non si trova un modo per suicidare l’Ing. Klaus Schwab. Pezzi grossi del Great Reset hanno avuto strani incidenti e sono deceduti. Forse che questi segnali non siano arrivati a Davos?: