di Franco Bianchi
I dolori alla schiena non sono dovuti solo a un’errata postura, a un trauma o a una malocclusione dentale. Spesso rivelano, a seconda del punto in cui si manifestano, una difficoltà a reggere il peso della vita, a esprimere un’emozione o un talento, o anche a vivere una piena sessualità.
Il mal di schiena è divenuta la seconda patologia per diffusione nel nostro Paese: ciascuno di noi incontra persone affette da questo doloroso sintomo o ne siamo noi stessi, protagonisti nostro malgrado. Responsabili di questi dolori, possono essere delle errate posture magari protratte nel tempo, il portare pesi o addirittura malocclusioni dentali. Tuttavia, tutto ciò non sempre è sufficiente a spiegare la nascita del sintomo. Esiste infatti qualche altra chiave di lettura.
Lo scheletro
Lo scheletro rappresenta l’impalcatura che trasporta l’intero nostro corpo: leggero, elastico e, soprattutto, in grado di sorreggere pesi incredibili. La sua funzione, leggendo la metafora, è di sorreggerci fisicamente, permetterci di stare sulle nostre gambe, anche emozionalmente. Le ossa, quindi, rappresentano la sicurezza, la sopravvivenza, la fiducia dello stare qui in questo mondo.
Il mal di schiena arriva quando questa sicurezza viene meno, quando ci sentiamo in pericolo o avvertiamo che un ambito della nostra vita è messo a repentaglio.
Con il dolore alla schiena, soprattutto quando è intenso, diventa obbligatorio mettersi a letto, cercando una posizione spesso difficile da trovare; in ogni caso siamo impediti dall’uscire di casa e perfino dal muoverci, quindi metaforicamente “dall’andare via da una situazione”. Come se la paura ci bloccasse, ci obbligasse a fermarci a riflettere su ciò che stiamo vivendo. Il punto della colonna nel quale si forma il dolore ci può dare ulteriori informazioni.
Il mal di schiena a livello lombare
Partiamo da quello più frequente, il lombare, con il classico colpo della strega. Questa zona è collegata con la capacità del nostro corpo di inviarci le informazioni relative a cosa stiamo sentendo dentro di noi ed in particolare con le emozioni, ma rappresenta anche la relazione con il cibo ed il sesso.
Quando la schiena duole, potrebbe esserci un’insicurezza collegata al sentire le proprie emozioni, oppure al modo con il quale si pratica il sesso. Tradotto nel quotidiano: l’individuo sente emozioni che non desidera avvertire perché nocive o destabilizzanti, come rabbia, paura, sensi di colpa o rimorsi. Per non avvertirle, per evitare di esserne travolto deve anestetizzarsi, negando ogni percezione delle emozioni che prova: e queste si “vendicano” bloccando le lombari.
Oppure il modo di vivere la sessualità non è soddisfacente con quel partner o nella modalità con la quale è praticato. Il mal di schiena assume la scusa perfetta per evitare di far sesso o anche per punire il partner: “mi astengo dal fare sesso così che tu non ne potrai godere” (un pensiero a prevalenza femminile).
Se chi soffre alle lombari fosse un uomo, allora la punizione sarebbe soprattutto verso se stesso: si astiene dal trarre piacere dalla vita, come se non sentisse di meritare il meglio dall’esistenza o dovesse espiare per aver commesso qualcosa di spiacevole ai propri occhi.
La cervicale
Un altro punto dolente molto frequente è la cervicale, ovvero il mal di schiena nella parte alta del corpo. Questo è il punto dell’espressione della propria verità profonda ed il dolore indica la non espressione di qualcosa a cui teniamo particolarmente. Non si tratta di quante parole vengano espresse né se l’altra persona reagisca o meno alle nostre sollecitazioni, ma solo se certi concetti siano stati espressi oppure no, ovviamente riguardanti qualcosa di rilevante per l’individuo.
Poiché la comunicazione più frequente è quella verbale, il problema di solito è collegato al non esprimersi a parole e a trattenere emozioni, ma anche al vietarsi di esprimere i propri apprezzamenti o l’amore verso i propri familiari. Anche trattenersi dall’esprimere talenti, come cantare, scrivere, scolpire, danzare, dipingere, soprattutto se molto sentiti, può portare alla nascita di un sintomo doloroso alla cervicale.
Fa parte dell’espressione della propria verità anche l’andare verso i propri obiettivi: un dolore indica un trattenersi dall’andare verso le nostre mete, il che sottende l’esistenza di un obiettivo chiarissimo, che però mi sto trattenendo dal mettere in pratica. Per esempio, vorrei una nuova casa, ma mi sto dando validi motivi per restare dove sono ora, impedendomi, e di fatto bloccando, ogni azione volta all’acquisto di un nuovo immobile. Il motivo è quasi sempre la paura. Ulteriori dolori di schiena ci comunicano messaggi differenti.
Il dolore dorsale
Questo tipo di dolore riguarda la sfera affettiva, cioè la relazione con le persone più vicine al mio cuore, come genitori, figli, fratelli e sorelle, nonni, partner.
La tensione potrebbe riguardare la mia capacità di esprimere l’amore, ma spessissimo riguarda il riceverlo, il permettersi di farlo entrare, di sentire di meritarlo. Nella nostra cultura, infarcita di sensi di colpa, l’amore va meritato attraverso azioni degne e comportamenti adeguati. Qualora questo non avvenisse, e ciò accade spesso poiché non siamo perfetti, allora potremmo non sentirci bene nel ricevere amore, come se non ne fossimo degni. Inutile dire, che il solo requisito per essere degni di ricevere amore, è semplicemente essere nati e che non dobbiamo in alcun modo meritarcelo: ce n’è per tutti, in abbondanza.
Qualora dovessimo tenere l’amore lontano da noi potremmo in seguito avvertire un senso di mancanza: non si vive senza. Il
sintomo alla dorsale ci sta comunicando esattamente questo: un’insicurezza nel ricevere amore, ma anche un dolore nel privarsi dello stesso.
Le soluzioni al mal di schiena sono diverse: anzitutto avere uno stile di vita sano, nel senso più completo del termine, quindi un’alimentazione corretta, sana e moderata. Fare attività fisica giornaliera, come una passeggiata per muovere il corpo. Ottima è la pratica di esercizi di meditazione che combattono lo stress rilassando l’intero corpo, schiena inclusa, meglio ancora se abbinate a tecniche energetiche come Shiatsu, Reiky, Love Heals.
Infine, prendere delle decisioni atte ad attuare dei cambiamenti su quelli che potrebbero essere i veri punti critici emozionali che percepiamo dentro di noi e che abbiamo indicato precedentemente. Essi scatenano lo stress che poi va a scaricarsi, a cascata, sulla schiena.
Il metodo “Zilgrei”
Da parecchi anni esiste una tecnica interessante, lo Zilgrei, che affronta il mal di schiena con l’idea che le tensioni muscolari possano essere rilasciate attraverso la respirazione. Il metodo prende il nome dal chiropratico Hans Greissing che lo ideò insieme ad una sua paziente di nome Zillo.
È costituito da un trattamento combinato basato sulla respirazione e sulla postura, ispirato da alcuni elementi della medicina manuale classica, della terapia respiratoria e motoria, e dallo yoga. Appartiene al Metodo Zilgrei, per esempio, il principio della cosiddetta “direzione opposta”, in base al quale si stabilisce, tramite l’auto-esame, in quale direzione di movimento compaiono il dolore o il disturbo, per poi effettuare un auto-trattamento nella direzione o posizione opposta. Inoltre il metodo prevede una respirazione detta dinamogenica, in grado cioè di favorire la ricarica energetica, tratta direttamente dalla respirazione diaframmatica dello yoga.
Articolo di Franco Bianchi
Fonte: http://www.karmanews.it/author/franco-bianchi/