Società alla deriva: adolescenti avvelenati!

del Dott. Raffaele Bocciero

La crisi civile italiana si rispecchia tragicamente nei tanti adolescenti che fanno abitualmente uso di bevande alcoliche.

alcol-giovaniI rapporti sanitari sul fenomeno sono preoccupanti: quasi il 90% degli adolescenti risulta consumatore abituale di alcolici, con una allarmante percentuale di oltre il 30% che dichiara un’assunzione a stomaco vuoto di diverse dosi per provare l’effetto cosiddetto sballante, lo “sballo alcolico” che in molti casi apre anche al coma etilico. All’interno di questi dati, oltre il 60% afferma di farlo circa tre volte al mese e il 22-23% si spinge anche oltre.

Negli ultimi anni è diventata una moda a dir poco preoccupante per la standardizzazione del problema, a dimostrazione di una società ormai alla deriva. Se i giovani, invece, venissero veramente educati, potrebbero, al contrario, rappresentare orgogliosamente quelle forze nuove di una società aperta alla vita e non votata alla morte e a un’esistenza insignificante. La dipendenza in taluni casi diventa drammatica al punto che, anche dopo un trapianto di fegato, ci sono giovani incapaci di reagire, che restano ancora prigionieri di quel vortice senza speranza.

Non è però solo la dipendenza psicologica del problema che dovrebbe preoccupare, o le possibili conseguenze del guidare un veicolo in stato di ebbrezza, le cui incidenze mortali sono, tuttavia, altissime nelle fasce giovanili, ma bisognerebbe anche più marcatamente sottolineare che la componente chimica dell’alcool etilico è un veleno per l’organismo, che non a caso il fegato, importante organo emuntore insieme ai reni, tenta di eliminare il più rapidamente possibile.

Una capacità di detossicare, che varia non solo in base all’età ma anche al sesso, e che sembra dovuta all’evoluzione della nostra specie in rapporto a una alimentazione ancestrale a base di frutta, allora eccessivamente matura e fermentata. Da qui originerebbe l’apprezzamento umano per l’alcool, che successivamente – con l’abbandono del nomadismo, l’utilizzo dell’agricoltura e lo stanziamento sedentario – sarebbe poi iniziato a servire per conservare i prodotti della terra e, in special modo la frutta, più facilmente deteriorabile.

Tutto questo avrebbe reso anche più agevole (grazie proprio all’alcool) lo sviluppo delle prime forme sociali dell’umanità, che progressivamente poi hanno sempre più acquisito funzioni formative, le cui positive tracce sono facilmente riscontrabili nelle grandi civiltà sorte alla fine del periodo Neolitico, e grazie alle quali l’umanità è potuta progredire fino alle elevatissime vette di civilizzazione raggiunte nella Magna Grecia, non a caso riconosciuta “culla della civiltà occidentale”.

Se è vero che il fegato umano è in grado di annullare, fino a un certo livello, l’effetto tossico dell’alcool, è altrettanto vero che dosi eccessive, specialmente di superalcolici, possono uccidere le cellule epatiche fino a procurare una irreversibile cirrosi. Un fegato danneggiato diventa di conseguenza incapace di eliminare l’ammoniaca dal sangue: aspetto che può portare al coma etilico e quindi alla morte del soggetto.

Problema dell'alcool tra i giovaniSemplicemente, non dovrebbe essere possibile consentire la somministrazione di questo veleno agli adolescenti. Invece, sono consentite pubblicità fatte appositamente per loro, nelle quali il consumo di alcol viene associato a bellezza e successo sociale. Prodotti alcolici ai gusti più vari, sembrano studiati con preciso disegno criminoso, proprio per adescare i giovani a bere superalcolici e danneggiare le loro capacità cognitive, ovvero il rovescio della sana educazione umana che ha accompagnato la nostra autentica storia civile!

Ma d’altronde quale nobiltà aspettarsi da una società che è arrivata a celebrare il ruolo guida dell’alta finanza nella scena politica e sociale? Sarebbe quindi auspicabile, nel caso specifico, che si arrivasse quanto prima almeno alle stesse modalità utilizzate per le sigarette, con avvisi sulle bottiglie inerenti la tossicità dell’alcool, soprattutto in considerazione del fatto che la sua pericolosità sociale è altissima, molto più alta che per altre droghe.

Articolo del Dott. Raffaele Bocciero per filosofiaelogos.it

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Tratto da: Raffaele Bocciero, “Critica sociale e filosofia per un nuovo umanesimo” – saggio dedicato ad Erika De Nardo, Editore www.filosofiaelogos.it

Fonte: http://www.filosofiaelogos.it/News/Societ%C3%A0-alla-deriva-Adolescenti-avvelenati.html

C'ERA UNA VOLTA UN BAMBINO..
Le basi neuroscientifiche del buon senso
di Luigi Galimberti

C'era una Volta un Bambino..

Le basi neuroscientifiche del buon senso

di Luigi Galimberti

C'era una volta un bambino è indirizzato non solo ai genitori, ma anche a tutte le persone che credono nell'importanza della conoscenza e nella cultura che la alimenta. Divenire consapevoli della realtà che ci circonda permette di sfruttarne in senso positivo le grandi potenzialità, ma anche di evitarne i pericoli.

C'era una volta un bambino... la cui vita si svolgeva senza la presenza di tablet o smartphone. Oggi quel bambino sta scomparendo. Il bambino nuovo è stato denominato nativo digitale. I nativi digitali sono bambini nati all'inizio del terzo millennio. Questo libro si occupa di loro. E, unendo la ricerca neuroscientifica alle più elementari basi del buon senso, si rivolge soprattutto ai loro genitori e a quanti si trovano ad avere responsabilità educative.

Con il linguaggio semplice e accattivante che caratterizza la sua riconosciuta capacità comunicativa, oltre che con l'ausilio di molte illustrazioni a colori e di un DVD allegato al libro, Gallimberti racconta e spiega le origini degli abusi, delle dipendenze e dei disagi che li generano. I giovani di oggi sono sempre più assediati non solo dalle sostanze, quali alcol, spinelli, cocaina e molte altre, ma anche da videogiochi, da gioco d'azzardo, da Internet.

Per contrastare questi pericoli, l'Associazione "Genitori Attenti!", istituita e presieduta dallo stesso Gallimberti, aveva lanciato una proposta concreta con tre regole d'oro, qui riprese e ampiamente trattate: in esse scienza e buon senso si fondono per insegnare (e far ricordare) ai giovani, ma soprattutto ai genitori e agli educatori, che il desiderio e l'attesa nutrono il piacere della ricompensa. E i risultati di questa presa di coscienza sono davvero sorprendenti.

Il bambino digitale ha potenzialità di crescita e di sviluppo enormemente superiori rispetto ai bambini che lo hanno preceduto, ma è altrettanto evidente che, in caso di "incidenti di percorso" collegati alla delicata fase educativa, le conseguenze potrebbero essere molto più gravi rispetto ai rischi che incontravano le generazioni passate. E possibile ridurre questi rischi. Il libro offre risposte chiare e facilmente applicabili alle domande sulle cause degli "incidenti", suggerendo ai genitori le strade migliori per proteggere i propri figli.

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