“Pokemon Go” nelle spiagge italiane: storia di ordinaria follia 2016

Racconto ironico di Fabrizio Faberbros Bruera

Ieri in spiaggia abbiamo assistito ad una scena di una tristezza che non vi dico.

Pokemon Go nelle spiagge italiane: storia di ordinaria follia 2016

C’era una decina di ragazzini che giocavano tutti insieme a cercare pokemon tra le sdraio, con una gioia contagiosa che potete facilmente immaginare, quando lo sguardo mi è caduto su due fratellini che scrivevano con un bastoncino di legno sulla sabbia e avevano delle biglie colorate che facevano rotolare su un percorso fatto da loro. Ho girato lo sguardo verso il bagnino e lui mi ha fatto cenno di aspettare: aveva visto anche lui.

Ho girato di nuovo lo sguardo verso i due fratellini e ho capito il perché di quel gesto del bagnino: alcuni metri di lato ai due, c’erano i genitori, sdraiati, che leggevano ognuno un libro di carta. I libri erano diversi tra loro, il che mi ha fatto capire la situazione familiare meglio di mille parole: quei bambini erano trascurati e come forma di protesta, probabilmente per cercare di attirare l’attenzione dei due genitori – se vogliamo chiamarli così – facevano quegli strani giochi sulla sabbia, abbandonati a loro stessi. In quel momento gli altri ragazzini hanno individuato un pokemon raro, proprio di fianco ai due fratellini e l’hanno urlato entusiasti, ma loro niente: non hanno avuto nessuna reazione, come se non sapessero neanche di cosa stessero parlando.

La cosa era più grave di quanto pensassimo. Per farla breve: mi sono avvicinato al bagnino, abbiamo chiamato i servizi social, sono arrivati immediatamente avendo capito la gravità della situazione e hanno, per prima cosa, portato i fratellini lontani dai genitori. Poi hanno messo due tablet in grembo ai due genitori, per verificare le reazioni e togliendo loro i cosi di carta. Hanno praticato una flebo di twitterol da 140 ad entrambi e hanno quindi aspettato che si producessero gli effetti.

Ci sono volute 3 somministrazioni, ma poi tutto è tornato alla normalità: i due genitori hanno iniziato a giocare col tablet scaricando 12 libri senza leggerli e i bambini, dopo 30 minuti di schermo piatto intensivo nell’unità mobile, giocavano con i cellulari dei genitori a snake beta version. Certo, non è molto, ma è comunque un inizio e il processo di riabilitazione può dirsi iniziato. Quelli dei servizi social sono andati via garantendo che avrebbero monitorato l’evoluzione.

A parte questo piccolo inconveniente e quelli della lobby del coccobello è stata una bella giornata di sole.

Racconto ironico di Fabrizio Faberbros Bruera

Fonte: http://www.lantidiplomatico.it

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