La nostra Civiltà distrutta da una “Pandemia di asintomatici”

di Ilaria Bifarini

Siete pronti? Stasera i media di regime vi comunicheranno (come sempre) con toni apocalittici un numero elevatissimo di nuovi contagi. Ovviamente ometteranno di dirvi che il 95% di questi sono asintomatici o paucisintomatici (cioè consintomi lievi) che, in altri tempi, non avrebbero destato alcuna preoccupazione.

Coronavirus: su quasi 15mila tamponi, record da inizio pandemia, 193 positivi, di cui 95 asintomatici da screening regionali — Regione Emilia-Romagna

Ma le pecore impaurite si uniranno al coro degli allarmisti e dei catastrofisti, che stanno distruggendo un’economia e una democrazia in modo irreparabile. Lo so che è l’effetto della suggestione che si propaga nelle masse e che la manipolazione mediatica è molto potente, ma ormai non ho più compassione di queste pecorelle ottuse che stanno contribuendo alla fine della civiltà e si illudono pure di avere una superiorità morale.

Ognuno di noi che non manifesta il proprio dissenso, ciascuno a seconda delle proprie possibilità e modalità, davanti al disegno criminale in corso, dovrà sentirsi responsabile di quanto accadrà. Lo sarà delle migliaia di fallimenti aziendali, della scomparsa del ceto medio, della disoccupazione ai massimi storici, dei giovani senza istruzione, del passaggio dalle relazioni umane a quelle con le macchine, della fine della democrazia e della cinesizzazione della nostra società. La protesta è contagiosa, deve diventare un sentimento condiviso e virale.

“Mascherina obbligatoria anche per chi fa attività motoria all’aperto”. Questa norma è aberrante, lesiva della dignità dell’essere umano e della sua salute. Quella attuale non è una dittatura sanitaria, perché non è orientata alla preservazione della salute dei cittadini, ma è una dittatura omicida, che vuole l’annullamento dell’essere umano.

Disobbedire a certe regole folli e assassine è ormai nostro dovere. Faremo milioni di ricorsi e manifesteremo esplicitamente il nostro disappunto alle forze dell’ordine che si umilieranno ad applicare le sanzioni. Ormai quando esco di casa – senza mascherina, perché non voglio ammalarmi respirando un mix di germi, polvere e anidride carbonica – mi sembra di essere circondata da zombie, gente imbavagliata fino agli occhi. Aspetto divertita il momento in cui uno di loro abbia da ridire. Ma sono generalmente dei codardi, come dimostra la loro accondiscendenza ad accettare regole non solo inutili, ma anche dannose, nonché lesive della loro dignità.

Chiudere tutte le attività alle 22 (da oggi alle 18) come preannunciato, vuol dire solo maggiore concentrazione di clientela e assembramenti, mentre migliaia di imprese sono destinate a fallire. Oltre il danno la beffa. Vediamo se la fame e la miseria riusciranno a svegliare un popolo di pecore dormienti.

Crisanti: “Possibile lockdown a Natale”. Come fanno a non rendersi conto degli effetti catastrofici del solo affermare una simile previsione? Abbiamo già perso 17 miliardi di turismo, alberghi che non hanno mai riaperto, ora siamo al colpo di grazia definitivo. Chi pagherà i costi del protagonismo di certi virologi, del terrorismo alimentato dai media e di una politica nel migliore dei casi inadeguata? Ovviamente i cittadini, i giovani, coloro che perderanno lavoro e non lo troveranno più, con un’economia reale ormai desertificata.

Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe bastata una pandemia di asintomatici a distruggere la civiltà occidentale e la cultura democratica? I terroristi islamici al pari sono dei dilettanti.

Articolo di Ilaria Bifarini (estratti da singoli post sulla pagina Facebook della Bifarini, economista e saggista)

Fonte: https://www.libreidee.org/2020/10/la-nostra-civilta-distrutta-da-una-pandemia-di-asintomatici/

AZADI
Libertà, fascismo, fiction all'epoca del Coronavirus
di Arundhati Roy

Azadi

Libertà, fascismo, fiction all'epoca del Coronavirus

di Arundhati Roy

Una raccolta di saggi, scritti da Arundhati Roy tra il 2018 e il 2020, due anni che in India sono sembrati 200.

Azadi è la parola urdu per libertà: un inno, una preghiera. Ma anche un grido che ha invaso le strade del Kashmir – contro quella che è considerata l'occupazione indiana – e che poi ha trovato eco per le strade dell'India nella voce degli oppositori al nazionalismo indù.

Nel momento in cui Arundhati Roy ha iniziato a chiedersi se ci fosse un collegamento tra queste due richieste di libertà, le strade e le piazze di tutto il mondo si sono zittite di fronte a un nemico invisibile e potentissimo, il Covid-19, che ha fermato l'intero pianeta come niente altro prima, rivelandone le ingiustizie e le contraddizioni.

Tuttavia, sostiene l'autrice, ogni pandemia è un portale verso una realtà alternativa, un'occasione per ripensare il presente che ci siamo costruiti.

Possiamo decidere di attraversarlo portandoci dietro le nostre guerre, i pregiudizi, gli odi, i fiumi e le foreste agonizzanti, nel desiderio di tornare alla normalità. Oppure possiamo attraversarlo alleggeriti, pronti a mettere in dubbio i valori che abbiamo seguito fino a oggi.

In questo nuovo libro, Arundhati Roy ci spinge a riflettere sul significato della parola libertà all'interno di società sempre più autoritarie e a immaginare un mondo nuovo. Un libro che, insieme a noi, ha attraversato il portale della pandemia.

Dicono del libro

«Una delle più grandi scrittrici del nostro tempo»
Naomi Klein

«La polemica di Arundhati Roy è importante e necessaria... dobbiamo esserle grati per il suo coraggio e il suo talento»
Salman Rushdie

 

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