di Daniele Capezzone
Ci vuole un bel coraggio a parlare di fake news, quando si è produttori e propalatori di maxi balle.
Da mesi vogliono terrorizzarci, e non si sono posti limiti: i comitati scientifici e i supervirologi che ci “governano” per interposti avvocati e ministri arrivarono, ad aprile, a profetizzare 150mila persone in terapia intensiva a giugno, se ci fosse stata a maggio una riapertura totale. Uno scenario apocalittico, da romanzo distopico. E naturalmente si è rivelata una cazzata, come si dice a Cambridge: nello scorso weekend i ricoverati in rianimazione in tutta Italia sono stati tra i 65 e i 67.
Eppure nessuno si è presentato a dire: scusate, ci siamo sbagliati, abbiamo letteralmente dato i numeri, abbiamo fatto politica e propaganda, abbiamo presentato il peggiore e il più estremo degli scenari possibili come un’ipotesi realistica.
Hanno ammazzato un’economia che già era al collasso; hanno messo sotto i piedi quel tanto (cioè pochissimo) di rispetto dello stato di diritto che ancora esisteva e resisteva; hanno soprattutto usato il “mind control device” più efficace, la paura, come arma per anestetizzare il dissenso e lo scontro politico.
E adesso ci riprovano. Proroga dello stato d’emergenza; gestione mediatica all’insegna dell’allarmismo spinto per evitare che gli italiani vivano anche solo un brandello di normalità estiva; minaccia della mitica “seconda ondata” (possibile, certo: ma non se ne ha al momento nessuna evidenza scientifica); e soprattutto creazione del terrore intorno ai mitici “focolai”.
Anche qui, contano sul fatto che la nostra memoria sia disattivata, rattrappita, incapace di trattenere un minimo di informazioni. Per mesi, ci avevano spiegato che lo scenario più desiderabile era proprio questo: grande arretramento del contagio, e solo pochi e limitati focolai ultralocalizzati da controllare. Bene, ci siamo arrivati. E invece? Adesso che ci siamo arrivati, ogni focolaio diventa un incubo, un’ombra lunga, uno spauracchio.
Da ultimo, come se non bastasse, alla malafede si aggiunge l’incapacità. Non solo si aggrappano al virus come “polizza di assicurazione” sulla vita del governo, ma non sono nemmeno capaci di gestire la macchina di una buona e ordinaria amministrazione. Ma vi pare normale che da mesi ci abbiano sfinito con mascherine, distanziamento sociale, metro statico e metro dinamico, persecuzione dei runners, e poi abbiano allegramente fatto entrare – a quanto pare – più di duemila persone dal Bangladesh, dove l’epidemia sta divampando proprio adesso, con circa 600 positivi che – dicono le autorità – si aggirerebbero per l’Italia?
Che strano… Su questo tasto, proprio loro, profeti del terrore, spacciatori di panico, diffusori di paura, diventano improvvisamente sobri, silenziosi, amanti dell’understatement. Ricordatevi nomi e facce (non solo di quei politici, ma pure di alcuni “esperti” al seguito): di costoro non c’è da fidarsi nemmeno per sapere l’ora esatta.
Articolo di Daniele Capezzone
Fonte: https://www.nicolaporro.it/i-profeti-del-terrore-tacciono-solo-sugli-infetti-stranieri/