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Come distruggono i nostri figli: il post che tutti i genitori dovrebbero leggere!

della Dottoressa Tiziana Cristofari

Sette mesi prima di morire, il famoso psichiatra americano Leon Eisenberg, che ha scoperto il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), ha dichiarato al settimanale tedesco ‘Der Spiegel’ che le cause genetiche di tale malattia (sulla quale si basavano l’esclusione della responsabilità genitoriale e molte prescrizioni di pillole) erano chiaramente sovrastimate.

Bambini frustrati e avvilitiSono una pedagogista-docente e mi occupo di formazione oramai da diversi anni. Troppo spesso però vedo una situazione che non posso più tacere, anche se non è la prima volta che ne parlo. Sono molto indignata per la facilità con cui i nostri bambini vengono giudicati e “torturati” psicologicamente. E non sto esagerando! Perché la tortura non è solo quella fisica, ma anche – e ai nostri giorni soprattutto – quella psicologica.

Viviamo in una società molto superficiale, dove i tempi frenetici e la poca pazienza che abbiamo nei confronti dei nostri bambini, ci spingono a conclusioni affrettate sulle loro potenzialità e capacità cognitive, purché ci sollevino, ad esempio, dall’incombenza di seguirli negli studi.

Troppo spesso i genitori mi portano i loro figli emotivamente avviliti, psicologicamente affranti, demotivati e senza più la minima autostima di se stessi. Arrivano da me dicendomi che il loro bambino o la loro bambina hanno difficoltà nello studio; che piangono perché non vogliono studiare; che non vogliono andare a scuola. Me li portano dicendomi che l’insegnante gli ha detto che sicuramente hanno qualche problema cognitivo, e quando arrivano da me hanno già fatto percorsi con il logopedista e, il più delle volte, il medico gli ha certificato un ritardo nell’apprendimento. Ma sapete una cosa? Nel 99% dei casi il bambino o la bambina non hanno niente, recuperando nel giro di un anno scolastico tutte le carenze!

Vi siete mai domandati come reagiscono i vostri figli a tutte queste chiacchiere non vere sulla loro capacità di apprendimento. Vi siete mai chiesti cosa provano? Come stanno? Cosa pensano di tutte quelle ricerche mediche e quelle esercitazioni alienanti alle quali vengono sottoposti, anche solo perché hanno una pessima scrittura? Vi siete mai chiesti guardando la calligrafia di un medico se anche lui fosse disgrafico?

Ve lo dico io cosa pensano i nostri figli! Pensano di essere inferiori, di essere diversi, stupidi, non capaci come i loro compagni di classe. E la loro psiche lentamente cambia e diventa brutta. Perdono la loro autostima, diventano tristi, paurosi e a scuola non rendono più, non si sentono capaci e si convincono di non riuscire negli studi; dentro di loro si domandano perché devono continuare a studiare, perché devono andare a scuola, a cosa serve… perché la scuola non brucia!

Io sono molto indignata con questi insegnanti che si sentono in diritto di diagnosticare senza averne la competenza. Sono molto indignata con la connivenza di medici psichiatri che devono trovare necessariamente un’anomalia in un bambino che ha solo bisogno di essere rispettato nei suoi tempi di apprendimento, mentre la loro diagnosi è basata su statistiche. Vi ricordo che Albert Einstein ha mostrato la sua genialità solo all’università, risultando terribilmente carente in tutti i precedenti corsi di studi, soprattutto in matematica; e nonostante oggi si dica che fosse dislessico, niente e nessuno allora, fortunatamente, gli ha impedito di credere in se stesso e di diventare ciò che tutti noi conosciamo. E vogliamo parlare dei logopedisti, che uccidono il pensiero del bambino tediandolo con tanti esercizietti che allontanano sempre più il piccolo dalla scuola? E tutto questo pur di non ammettere che quel paziente non ha bisogno del loro aiuto, ma solo di una efficace didattica che loro ignorano completamente.

Ma è tutto un sistema di scarica barile: l’insegnante ai genitori, i genitori al medico, il medico al logopedista e il logopedista sul problema diagnosticato dal medico, che purtroppo si può migliorare, ma non curare. E non c’è la cura semplicemente perché non c’è la malattia!

Ma sono indignata anche con voi genitori! Che non avete la pazienza di ascoltarli, i vostri figli; che li imboccate come se fossero sempre piccoli, senza svezzarli nel rapporto e nella loro continua e costante crescita di competenze. E questo è un ERRORE grave, molto grave, perché non permettete loro di crescere, di sviluppare indipendenza, di conquistarsi quel pezzettino di mondo a scuola che solo a loro appartiene. Non avete voglia di seguire e capire i cambiamenti che la scuola li costringe a sviluppare, non avete la voglia di capire che il vero problema potrebbe essere nel rapporto con voi, con la maestra o con i compagni di classe. Perché è così: quasi sempre il problema scolastico ha le sue profonde radici nel rapporto umano.

Allora non distruggiamo la mente e la vitalità dei nostri figli. Abbiate il coraggio e l’umiltà di valutare il vostro rapporto, di considerare quello che la maestra ha con vostro figlio o vostra figlia, prima ancora di intraprendere un percorso diagnostico, che in quanto tale, nella mente del bambino riporta sempre e comunque a una malattia e quindi a una diversità dai compagni di scuola.

Ricordandovi inoltre che, oggi, quella che viene comunemente definita dislessia, il più delle volte è un abuso di terminologia e medicalizzazione su bambini sanissimi, per questione di business. Non confondiamo le difficoltà didattiche e di rapporto, con la scusa della malattia, una malattia che nessuno ha organicamente riscontrato e che si basa solo su statistiche. Eviteremo così di crescere bambini insicuri, ribelli, aggressivi, svogliati, tristi, spaventati e senza autostima.

Articolo della Dottoressa Tiziana Cristofari

Fonte: www.byoblu.com

GIù LE MANI DA PIERINO
Accompagnamento empatico dei bambini affetti da ADHD (sindrome da iperattività e deficit di attenzione)
di Emilia Costa, Daniela Muggia

Giù le Mani da Pierino

Accompagnamento empatico dei bambini affetti da ADHD (sindrome da iperattività e deficit di attenzione)

di Emilia Costa, Daniela Muggia

I bambini affetti da ADHD (Deficit di attenzione e Iperattività ) non hanno alcun controllo sul proprio comportamentale: ciò comporta difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività.

Tale sindrome, la cui realtà è oggi molto discussa, rende la vita durissima a bambini, genitori e insegnanti. Intanto, si sottopongono i piccoli a pesanti e rischiose terapie a base di psicofarmaci.

E se ci fosse un altro modo di aiutarli?

L'innovazione dell'approccio presentato in questo libro è triplice:

1. addestramento alla meditazione, che può darci accesso a più informazioni e aiutarci a comunicare meglio quelle che abbiamo;

2. introduzione nell'ambito dell'ADHD del concetto di "mandala della sofferenza" collettiva (del bambino, dei suoi genitori e fratelli, di compagni di classe, insegnanti, terapeuta-accompagnatore);

3. si può puntare alla guarigione non della sindrome, la cui realtà è peraltro molto discussa oggi, ma della sofferenza collettiva.

L'ispirazione viene dal Metodo di Accompagnamento Empatico della sofferenza di ispirazione tibetana, basato sullo stato di grande empatia che caratterizza il bambino.

Ne parlano, con ricchezza di esempi tratti dalla loro pluridecennale esperienza e fondandosi su una quantità straordinaria di ricerche condotte in tutto il mondo, una tanatologa esperta nell'accompagnamento empatico della fine della vita e del lutto e una psichiatra che da anni lavora empaticamente con i suoi piccoli e grandi pazienti.

Estratto dal Libro

Ci sono tanti tipi di richieste di aiuto. Come abbiamo visto ci sono Pierini considerati saggi, capricciosi, ossessivi, cervelloni....

C'è chi chiede aiuto in modo esplicito e chiaro, rivolgendosi allo psicologi della scuola, o anche solo a un amico, a un insegnante, a un genitore. Ma c'è anche chi lo fa in modo simbolico, mandando segni e sintomi di disagio, incapace di verbalizzare la propria sofferenza, di vedere quale ne sia la causa (per non parlare della soluzione)

Possiamo ricondurre Pierino all'armonia?

Ne parleremo nei prossimi capitoli

Indice

Avvertenza

Ringraziamenti

Prefazione di Luca Poma

1. Dalla "camicia di forza" chimica .. all'empatia
2. Storie, e non storielle, di Pierini
3. Primo: accogliere e ascoltare
4. Secondo: Rimettere al centro Pierino
5. Terzo: riconoscere il valore innato, o saggezza, di Pierino: quali progetti per lui nelle scuole

Bibliografia

Note bibliografiche

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