Bill Gates promuove la Tecnica (vietata) per l’estinzione di “specie dannose”

di Maurizio Blondet

L’ultima che ho appreso è questa: la Bill and Melinda Gates Foundation ha pagato una società di pubbliche relazioni 1,6 milioni di dollari perché recluti una coalizione segreta di accademici che facciano togliere la moratoria, oggi realizzata dall’ONU, sugli esperimenti di “gene drive”, in modo che possano continuare le applicazioni.

Il “Gene Drive” (spinta, o “forzatura” genica) è una pericolosa tecnica di bio-ingegneria sul DNA pensata per produrre l’estinzione di intere specie viventi che noi riteniamo indesiderabili. La tecnica inserisce nel cromosoma della specie da eliminare una modifica dannosa ed ereditabile dalla discendenza, tale da portare alla scomparsa di quella specie entro poche generazioni.

Tipici esperimenti sono stati condotti (senza troppo succeso) su specie dannose e infestanti, come le zanzare anofeli: si agisce sul cromosoma Y (che determina il sesso maschile) in modo che nascano (quasi) solo zanzare maschio. In natura, ogni nuova generazione ha più o meno il 50% di maschi e il 50% di femmine; con la “forzatura” (genetic drive) si producono, diciamo, l’80% di maschi e il 20% di femmine. Non solo i maschi sono innocui (a “pungere” sono le femmine) ma nel giro di qualche generazione le zanzare scomparirebbero perché i maschi non trovano “compagne” con cui accoppiarsi.

In questi studi è riconosciuto essere all’avanguardia mondiale il professor Andrea Crisanti, il “salvatore del Veneto da coronavirus” per i media, ed oggi ordinario a Padova, quando era all’Imperial College di Londra.

Lo scopo apparentemente benefico – portare all’estinzione specie infestanti o dannose senza uso di veleni chimici – cela invece un pericolo che è stato paragonato a quello di una reazione a catena, incontrollabile. Enrico Fermi e il suo team, all’inizio del loro esperimento, temettero che la reazione a catena nucleare che stavano per innescare non si limitasse all’uranio arricchito, ma dilagasse anche negli altri elementi, facendo finire il pianeta in una fiammata fissionale solare. A proposito della tecnica gene drive, si parla infatti di una “reazione a catena mutagena”.

L’alterazione artificiale di un singolo genoma ha conseguenze sul resto dell’ecosistema a valle. La più semplice da immagine è: cosa accade ai predatori che si nutrono di quella specie che abbiamo fatto estinguere artificialmente? Ma non siamo appena in grado di intuire le (potenzialmente) migliaia di conseguenze a cascata, che potremmo mettere in moto disastri in tempi e luoghi anche molto lontani dalla località della sperimentazione.

Ad esempio, s’è appurato solo di recente che gli anti-concezionali presi dalle donne, giungono poi attraverso le urine e le acque fognarie a disturbare i sistemi endocrini dei pesci, causandone l’infertilità (Fick et al. 2010). Un danno collaterale del tutto imprevisto. Una sostanza che si usa spruzzare sui bananeti come pesticida, il clordecone, ha prodotto un disastro sanitario inaudito nelle belle isole Martinica e della Guadalupa, tra gli 800.000 abitanti . “La metà della popolazione maschile svilupperebbe il cancro alla prostata, l’infertilità sulle isole è in aumento e tutti i bambini sulle isole sono contaminati. Il clordecone rimarrà nel terreno fino a un secolo”.

Se questi vastissimi effetti del tutto imprevisti sono dovuti a sostanze chimiche che credevamo di “conoscere e controllare”, figuratevi le alterazioni genetiche conseguenti a questa tecnica di manipolazione genica – dice il gruppo di scienziati indipendenti che nel loro importante documento ha propugnato la moratoria perpetua e il bando totale delle tecniche “gene drive”. 

Introdurre variazioni genetiche ereditabili dovrebbe essere vietato a prescindere”, dice il professor Enzo Pennetta, naturalista. Il bando perpetuo di questa tecnica è stato sancito, infatti, in nome dell’ambiente e della sicurezza alimentare, nel trattato di modifica ambientale delle Nazioni Unite (ENMOD). Anche la grande maggioranza degli scienziati sono d’accordo. Il pioniere del gene drive, Kevin Esvelt, ha detto: questo “è un esperimento in cui se si fa un casino, colpisce tutto il mondo”.

Orbene, Bill Gates sta radunando la minoranza di scienziati che vogliono continuare ad usare la tecnica per eradicare le specie viventi. L’agenzia di lobby che ha scelto, la Emerging Ag, è specializzata nel settore. Si autodefinisce “una società-boutique di consulenza internazionale”, il cui fondatore e direttore è Robynne Anderson, ex direttore delle comunicazioni internazionali di CropLife, il gruppo di lobby globale per l’industria delle biotecnologie, delle sementi e dei pesticidi.

Gli Scienziati Indipendenti invocando il FOIA (Freedom of Information Act) hanno rivelato nomi e intrecci prima sconosciuti di gruppi di genetisti e loro sponsor (industriali, farmaceutici) che vogliono sia tolto il bando perpetuo. C’è da allarmarsi, sapendo che negli alti ambienti dei Padroni del Mondo, il genere umano è considerato una specie infestante da eradicare, perché Gaia torni a fiorire.

Ma ancor più motivo di allarme è scoprire che nel 2016 un documento volto a convincere i politici a liberalizzare il gene drive, è stato finanziato congiuntamente dalla Bill and Melinda Foundation e dal DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency).

DARPA, è l’agenzia dello stato americano che inventa tecniche scientifiche per la guerra. Agenzia eccezionalmente creativa, cui dobbiamo internet (pensata per consentire agli organi dello stato di comunicare fra loro dopo un attaco atomico), la digitalizzazione della fotografia (satelliti-spia), Windows, Google MAPS, che originariamente era il sistema di guida dei missili da crociera… e un numero ancora sconosciuto di invenzioni belliche nella genetica: virus che colpiscono un’etnia specifica, insetti che pungono iniettando un veleno letale, o virus di cui è stata potenziata artificialmente la letalità….

Ora, il DARPA non solo non si ritiene tenuto a rispettare il bando Onu, e può violarlo sotto la copertura del segreto militare. Si sa con certezza, grazie alle inchieste della grande giornalista Dilyana Gaytandzhieva, che il Pentagono ha impiantato almeno 13 laboratori che studiano virus e insetti da rendere “armamento”, alcuni specificamente mirati, secondo le documentate accuse di Mosca, contro le etnie della Russia. Il finanziamento di questi centri raggiunge i 2 miliardi di dollari. Il fatto che il Pentagono non tenga in patria questi laboratori, è un indizio che se dagli esperimenti nasce “il casino” paventato dal professor Kevin Esfelt, gli effetti sul mondo saranno addebitati alla Russia e avranno come epicentro l’Europa dell’Est, non gli USA.

Il Vaccino comprato da Speranza è “gene drive”?

Peggio… In una delle sue ultime interviste tv, Bill Gates parla col suo solito sinistro entusiasmo della nuova generazione di vaccini, di cui ha finanziato la creazione, completamente diversi dai tradizionali, e basati su DNA o RNA modificato.

“I vaccini tradizionali contengono effettivamente il virus e il microbo patogeno che è stato ucciso (inattivato) o vivo ma indebolito (attenuato)”, spiega. “L’aspetto negativo è che fabbricare questi vaccini (tradizionali) e metterli a punto richiede molto tempo. Ecco perché sono particolarmente entusiasta di due nuovi approcci, i vaccini RNA e DNA”. Con essi, dice “saremo in grado di portare i vaccini in tutto il mondo molto più velocemente”.

“Ecco come funziona un vaccino RNA”, spiega Gates: “invece che iniettare l’antigene di un agente patogeno nel tuo corpo (come coi vaccini tradizionali), fornisci invece al corpo il codice genetico necessario per produrre quell’antigene stesso. …In pratica, trasformi il tuo corpo nella tua propria unità di produzione di vaccini”.

“Poiché i vaccini RNA consentono al corpo di svolgere gran parte del lavoro, non richiedono molto materiale. Questo li rende molto più veloci da produrre. C’è un problema: non sappiamo ancora con certezza se l’RNA sia una piattaforma praticabile per i vaccini. Dal momento che quello contro il COVID sarebbe il primo di questo tipo nuovo, dobbiamo dimostrare sia che la piattaforma stessa funziona sia che crea immunità. E’ un po ‘come costruire il tuo sistema informatico e il tuo primo software allo stesso tempo’ “.

Bill Gates precisa che il più promettente candidato è il vaccino a RNA messo a punto dalla società chiamata Moderna, che “la nostra fondazione, sia attraverso il nostro finanziamento sia attraverso CEPI, sostiene da quasi un decennio”. CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) è parte delle organizzazioni-ombrello di Gates, a cui il governo Conte ha regalato centinaia di milioni.

Il vaccino promettente è quello di cui il ministro piddino Speranza, in complicità con i pari grado europei, ha firmato un contratto per 400 milioni di dosi, allo scopo evidente di coprire la quasi totalità della popolazione della UE, con la menzogna di proteggerla dal coronavirus, con questa cosa mai sperimentata prima. Il più grande esperimento genetico mengeliano in corpore vili, si può ben dire.

Moderna è oggi acquisita da AstraZeneca, il colosso farmaceutico che dichiara di poter fornire 2 miliardi di dosi. Già vendute di fatto agli stati, che pagano coi soldi dei contribuenti. Ma Gates non nasconde di sperare di poter vaccinare “7 miliardi di persone sane” in tempi record per “tornare alla normalità”.

Orbene, tutto ciò sembra qualcosa di molto simile al gene drive, e… che il vaccino Moderna sia stato ottenuto violando il bando, è una possibilità. Non a caso si teme che “una volta all’interno del nucleo, i vaccini a DNA rischiano di modificare permanentemente il DNA di una persona”, ragion per cui Moderna ha adottato come piattaforma l’RNA, che non presenterebbe questo rischio… Tuttavia, un simile vaccino è legalmente vietato. “Attualmente, non esistono vaccini RNA approvati per uso umano.” (Wikipedia)

Insomma, si tratta di inserire nel genere umano caratteri genetici che prima non c’erano: ereditabili o no… Con quali effetti a cascata? Immane reazione auto-immune? Estinzione della specie “infestante” dell’uomo? Lo sapremo solo quando la dittatura terapeutica mondiale ci avrà obbligato ad accettarlo.

Riferimenti:

https://pikaia.eu/gene-drive-una-biotecnologia-per-estinguere-la-malaria/

https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/ucraina-13-bio-laboratori-usa-connessione-epidemie-covid19-155512/

https://www.independentsciencenews.org

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: maurizioblondet.it

VACCINAZIONI: ALLA RICERCA DEL RISCHIO MINORE
Immunizzarsi della paura, scegliere la libertà
di Eugenio Serravalle

Vaccinazioni: alla Ricerca del Rischio Minore

Immunizzarsi della paura, scegliere la libertà

di Eugenio Serravalle

Un libro di dubbi, che analizza le fonti in modo scientifico, e lascia il lettore libero di dare la sua personale risposta alla domanda:

Vaccini SI o NO?

Dei 29 Paesi europei (i 27 dell'UE più Norvegia e Islanda) 15 non prevedono alcuna vaccinazione obbligatoria mentre gli altri 14 ne hanno almeno una.

L'Italia rientra in quest'ultimo gruppo, ma con la tendenza, negli ultimi anni, a un aumento del numero dei vaccini per ragioni non sempre riconducibili all'obiettivo di tutelare la salute dei bambini.

La vaccinazione dell'epatite B è stata resa obbligatoria nel 1992 dall'allora Ministro De Lorenzo, in seguito a una tangente pagata dalla ditta produttrice del vaccino; le ASL hanno di recente introdotto incentivi economici a favore dei medici per ogni vaccino somministrato; l'allarme meningite è stato lanciato l'anno in cui statisticamente si sono registrati meno casi; l'invenzione della presunta pandemia da parte di organismi internazionali preposti alla vigilanza della salute ha incrinato definitivamente la fiducia dell'opinione pubblica nella loro credibilità.

Oltre a fornire informazioni mediche che tutti i genitori dovrebbero possedere prima di vaccinare, Eugenio Serravalle ripercorre anomalie e problemi della politica sanitaria di questi ultimi decenni; a voce dei pazienti, quella di chi ha vissuto in prima persona le conseguenze devastanti di scelte sanitarie operate spesso senza cautela e senza tutele per le famiglie coinvolte.

Limitarsi alla denuncia non basta, e per questo l'autore vuole anche rispondere in modo puntuale e concreto alla domanda dei suoi pazienti: "Cosa farebbe, se fosse Ministro della Salute?"

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