Si annunciano tempi duri per la Gran Bretagna, alla quale gli stati dell’Unione Europea stanno per imporre quello che appare come un vero e proprio embargo.
Come prevedibile, gli eurocrati vogliono evitare nel modo più assoluto che il brexit possa condurre a dei miglioramenti in Gran Bretagna, poiché farlo, dimostrerebbe il fatto che l’UE non è conveniente, e alimenterebbe il già forte euroscetticismo dilagante nei vari stati membri. Anzi, con l’occasione del Brexit, cercheranno di dimostrare il contrario, per togliere forza al movimento “internazionale” euroscettico: la gente deve avere paura anche solo a sentire ipotizzare l’uscita dall’Europa.
Ovviamente, se l’Europa tornasse a com’era concepita nel 1990, la Gran Bretagna – e qualsiasi stato membro, a parte la Germania – avrebbero interesse nell’uscire. Le loro economie migliorerebbero. Ma essendoci una potente lobby di potere che guida 27 paesi, oggi la situazione è differente.
Appena l’Europarlamento si è riunito dopo il Brexit, la prima cosa che hanno fatto, è stata chiedere alla Gran Bretagna di affrettare le procedure di uscita. Farage ha pronunciato un discorso molto duro, sui motivi, ragionevolissimi, che hanno portato al Brexit e alla crisi dell’Unione Europea, ma è stato fischiato. Evidentemente l’Europa non deve essere migliorata, ma imposta così com’è.
Regno Unito colpito sul piano commerciale
Le intenzioni dell’UE nei confronti della Gran Bretagna, le ha illustrate Angela Merkel, in un discorso al Bundestag, (parlamento tedesco) dove ha annunciato che non ci sarà nessun incontro formale con il Regno Unito, fino a quando non perverrà la formale richiesta di uscita.
Dopodiché ha annunciato che “la Gran Bretagna non potrà più pretendere i privilegi dell’UE”, come dire, pur senza pronunciarlo, che gli scambi commerciali tra Unione Europea e Gran Bretagna, cambieranno. E questo potrebbe portare all’imposizione di dazi doganali, che vanificherebbero l’effetto positivo sulle esportazioni della svalutazione della Sterlina, e indurre alcune grandi aziende ad abbandonare il Regno Unito.
Subito dopo il Brexit, è infatti iniziata a circolare l’indiscrezione che LG, Samsung e Acer, starebbero già valutando di lasciare il paese. Sarebbe una perdita per l’economia e soprattutto, di migliaia di posti di lavoro. Persone pronte ad inveire duramente contro il Brexit e contro Farage, che sarà ritenuto responsabile dei “danni”.
Inutile evidenziare che i 27 paesi dell’UE, nonché i potenti gruppi lobbistici di potere come Bilderberg e Trilateral, possono facilmente esercitare pressione contro le grandi aziende, per indurle nella direzione desiderata dall’elite. Se saranno imposti dazi, le merci inglesi potrebbero scomparire dagli scaffali dei supermercati, e non solo dalla grande distribuzione. Potrebbero essere ridotti i collegamenti aerei, e di conseguenza il turismo. Potrebbe essere annullato il programma Erasmus per i giovani, verso il Regno Unito. Ritorsioni che passerebbero come “legittime”, mentre invece si tratta di una strategia per “punire” il Regno Unito. Insomma… “colpirne uno per educarne 100”. Anzi, 27.
Fonte: http://veritanwo.altervista.org/brexit-stanno-preparando-lembargo-alla-gran-bretagna/