I campani temono più di perdere il lavoro che il contagio da Covid

di Viviana Lanza

Il 62% dei cittadini in Campania vive gravi conseguenze sul piano economico e lavorativo a causa della pandemia da Covid-19. Due persone su 10 rischiano di perdere il lavoro o andare in cassa integrazione. E per 3 su 10, se questa situazione durerà ancora a lungo, si prospettano difficoltà tali da non riuscire nemmeno a far fronte alle esigenze primarie come avere di che mangiare.

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Il dato emerge da uno studio condotto dall’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche, realizzato in collaborazione con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e la Fondazione Movimento Bambino onlus.

L’osservatorio “Mutamenti sociali in atto-Covid 19” ha consentito, mediante un sondaggio diffuso su scala nazionale, di esplorare e analizzare gli effetti psico-sociali della contrazione dell’interazione umana, del distanziamento sociale e della prolungata convivenza con la cosiddetta pandemia da Covid-19.

I primi risultati dello studio, in particolare, hanno fornito informazioni sulla condizione lavorativa, abitativa e relazionale, analizzando nel dettaglio le attività quotidiane, l’uso di internet e l’iperconnessione, la violenza domestica, la fiducia sistemica e gli stati psicologici.

È una prima fotografia della realtà che stiamo vivendo, uno scatto del presente che può rivelarsi utile a comprendere cosa accadrà in futuro e, perché no, prevenirne gli effetti. Del resto ci ritroviamo tutti a vivere una sorta di esperimento sociale, come spiega Antonio Tintori, sociologo e docente universitario, responsabile assieme alla collega Loredana Cerbara del gruppo di ricerca del Cnr, impegnato nell’osservatorio Msa-Covid 19. “Con questo studio abbiamo la misura di quello che sta accadendo e una proiezione previsionale per il post”, precisa Tintori. La ricerca, a cui hanno lavorato anche gli psicologi Massimo Crescimbene e Federica La Longa, la psicopedagogista e psicoterapeuta Maria Rita Parisi, la ricercatrice Rossella Palomba e la collaboratrice scientifica del Cnr Giulia Ciancimino, è una esplorazione.

“È del tutto nuova – aggiunge Tintori – perché mentre per altri studi, in genere, ci si muove sulla base della letteratura che rappresenta una sorta di canovaccio di orientamento, in questo caso la letteratura non esiste perché non è mai accaduta nella storia moderna una segregazione come quella che stiamo vivendo, con una interruzione quasi totale dei contatti sociali. E quindi nessuno conosce già quali saranno gli effetti che questa situazione avrà nel medio-lungo termine“. I risultati della ricerca saranno quindi utili a capire cosa potrebbe accadere e a prevedere le conseguenze in termini economici, sociali e psicologici. I numeri più preoccupanti riguardano la sfera dell’economia. Le conseguenze lavorative connesse al Covid-19 in Campania sono lievemente superiori ai dati nazionali.

In sintesi, 4 persone su 10 prevedono di andare incontro a gravi perdite economiche, 2 su 10 di perdere il lavoro o la propria attività o andare in cassa integrazione. Solo il 28% non subirà conseguenze perché ha un lavoro da dipendente le cui sorti non saranno fortemente condizionate dalla pandemia, mentre appena il 9,2% pensa di avere nuove opportunità. In questo scenario il titolo di studio diventa una variabile che fa la differenza, tanto che l’81% di coloro che in Campania rischiano gravi perdite economiche, la cassa integrazione o la perdita del lavoro, ha un titolo di studio medio-basso. Impossibile trascurare il ruolo della politica e delle istituzioni.

La fiducia che i cittadini hanno verso chi rappresenta le istituzioni è una variabile che nello studio dell’osservatorio Msa-Covid 19 va sotto la voce “fiducia sistemica”. È emerso che in Campania, in linea con il dato nazionale, i cittadini hanno più fiducia nel Papa (69%) che nei politici (40%), più fiducia negli scienziati (89%) che nei governanti (il presidente del Consiglio Conte è al 77% e il presidente della Repubblica Mattarella al 74). Ma diversamente dal dato nazionale, il livello di fiducia nei governi regionali cresce: se in Italia la media è del 55%, in Campania la fiducia nel governatore Vincenzo De Luca supera il 64%.

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.ilriformista.it/i-napoletani-temono-piu-perdere-il-lavoro-che-il-virus-82937/

AZZANNATE LE IENE
Lobby di Banchieri, tecnici della politica e media manipolati stanno divorando l'Italia e il mondo intero...
di Francesco Amodeo

Azzannate le Iene

Lobby di Banchieri, tecnici della politica e media manipolati stanno divorando l'Italia e il mondo intero...

di Francesco Amodeo

Chi manovra i nostri politici ed i nostri media? Quali sono le lobbies di potere che stanno decidendo le sorti del nostro paese e del mondo intero, attuando un piano di spoliazione della sovranità popolare e distruzione degli Stati nazionali?

Qual'è l'attività del Gruppo Bilderberg, della Commissione Trilaterale e delle altre lobbies mondialiste?

Chi sono gli italiani che prendono parte alle loro riunioni e che ruoli hanno nel nostro Governo? Cosa possiamo fare per opporci a questo piano di conquista da parte dei banchieri?

Il blogger napoletano diventato ormai uno dei protagonisti della contro-informazione sul web decide di affrontare in prima persona questi argomenti censurati dai media tradizionali e con due video inchiesta diffusi su you tube ha raggiunto oltre 3 milioni di Italiani che sono rimasti inchiodati davanti a quelle realtà cambiando per sempre la propria percezione sul ruolo dei politici e dei media.

Nel libro sono riportate interviste esclusive come quella all'autore del best seller mondiale sul Club Bilderberg Daniel Estulin ex collaboratore Kgb ma anche rivelazioni di europarlamentari e giornalisti che hanno deciso di rompere il silenzio.

Una meticolosa ricerca permette di far luce sui veri assetti del potere in Italia e sui rapporti fra personaggi come Monti, Letta, Draghi, Prodi e le grandi lobbies internazionali, veri dominus della nostra economia e della nostra politica. Dito puntato in particolare sui Media che l'autore definisce il "braccio armato" dei poteri forti.

"Azzannate le iene" è un condensato di ciò che il giornalismo dovrebbe indagare, se veramente fosse il controllore del potere.

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