di Roberto Del Frate
La nuova parola con cui mi definirò da oggi in avanti è anumano, cioè animale umano, perché la definizione di umano mi spiace tanto, oramai mi sta troppo stretta, con tutti i sadici, superficiali, guerrafondai, imbecilli consumisti, feroci assassini che la usano abitualmente e sentono come propria.
Perché sono prima di tutto un animale, ospitato da una ineguagliabile natura, soggetto come tutti gli altri esseri alle sue leggi, ed al suo rispetto e poi di razza umana…e non solo un umano, staccato dal tutto, despota, alieno e stupratore di qualunque cosa decida di occuparsi.
Gli Umani
Proviamo per un attimo a vederci come i Navji di Pandora vedevano gli umani, ed il gioco è fatto: alieni, ostili, feroci, irrispettosi della sacralità della vita e della natura di un pianeta non loro, pronti a violentare e possedere ogni cosa a loro capriccio ed interesse. Così convinti di doverlo fare, da non domandarsi nemmeno se lo possono fare.
E qui sta il punto: nessuno degli umani che governano la terra si chiede se può fare quello che fa: se glielo lasciano fare, lo fa e basta. Il tuo vicino di casa fa lo stesso. La logica è la stessa. Questo riguarda la maggior parte di questa razza (gli umani), che sono costretti a creare leggi per arginare la loro stessa ferocia, gli uni dagli altri.
Gli Anumani
Di fattezze quasi identiche, stesse corporatura e fisionomia, ma totalmente diversi per la base di pensiero. In sostanza un’altra razza: la razza anumana. Costoro anche senza leggi certe cose non le farebbero mai; non si scannerebbero mai per denaro o per delle percentuali in borsa, non inquinerebbero mai sistematicamente l’acqua dei fiumi e del mare per ridurre i costi ed aumentare i profitti, non violenterebbero mai le proprie mogli e sorelle, non farebbero mai a pezzi dei suoi cuccioli per venderne gli organi a chi li può comprare.
E’ una razza i cui individui sentono istintivamente di appartenere ad un gruppo, ad un tutt’uno universale, che vedono gli altri come simili e fratelli, così come gli animali e le piante… Individui che ringraziano la Terra, prodiga di frutta e messi, che ringraziano per l’acqua dei ruscelli e per lo spettacolo delle nuvole del cielo. Che credono in uno sviluppo eco-sostenibile e che sono pronti a rimboccarsi le maniche per nuove città a bassissimo impatto naturale, e per una divisione equa del patrimonio del pianeta, attenta al suo non esaurirsi e nella continua ricerca di una qualità di vita migliore per tutti, nel rispetto del pianeta, di quel pianeta che sentono come loro e come madre primordiale.
Purtroppo questa seconda razza è assai meno numerosa, è molto più restia ad aggregarsi se non in piccoli gruppi intersociali, e per sua natura evita come la morte ogni posto di comando ed autorità, ritenendola ingiusta fin dal suo inizio, credendo solo nella cooperazione e non nell’accumulo di risorse e consenso sociale.
Per questo e per mille altri motivi è fiaccata, calpestata dall’altra razza (umana), che la sfrutta con le armi o la manipolazione del pensiero, con tremende armi di distrazione di massa, e la riduce sempre o sulla soglia della schiavitù o dell’estinzione, in zone politicamente o geograficamente improduttive, facendosene beffa con le sue leggi di consumo e di oligarchia.
Come spiegazione delle due razze esteriormente simili, ma così diverse interiormente, potrebbe esserci la sempre più diffusa teoria – che mi vede come sicuro sostenitore – della manipolazione genetica della razza umana, da parte di una razza aliena. Una razza predatrice proveniente dallo spazio, che avrebbe in parte conferito il proprio dna al primate\umanoide che abitaava la Terra.
Tutto quello che nella storia da bambini evitano di insegnarci è scritto in migliaia di tavolette cuneiformi sumere, con ogni genere di particolari inconfutabili (troppi da descrivere qui…), su questa razza esterna (Gli Anunnaki) ed il nuovo essere misto.
A parte le implicazioni religiose, che ridurrebbero a zero l’importanza del clero e delle sacre scritture di ogni religione in quanto derivanti o addirittura ricalcanti questo storico avvenimento avvenuto circa 10.000 anni or sono, un’altra caratteristica ha sempre offeso i sapiens: difatti la nascita, anzi la costruzione dell’homo sapiens sarebbe nata non tanto come propaggine filiale di un dio, quanto come manovalanza da “soma” dei nuovi arrivati, che usavano i loro “figli” per scavare gallerie per l’estrazione di materiali e per lavori pesanti, non degni alla loro razza “eletta”… Quindi noi non saremmo che una progenie di schiavi, creati in laboratorio, per business. Altro che figli di dio!
Ora, col passare del tempo probabilmente i ceppi di dna alieno\terrestre si sono uniti in un genoma misto, che come venne scritto aveva un diverso ‘attaccamento’ da individuo ad individuo: ed è lecito pensare quindi che la razza Anumana, ancora vicina alla sua terra, agli animali, tendenzialmente pacifica e vegetariana, sia di fatto quella parte della popolazione terrestre attuale che ancora conserva maggiormente il genoma terrestre naturale, mentre l’altra (Umana), feroce e sopraffattrice, carnivora e insensibile per lo stesso pianeta (che considera solo una tra le tante proprietà da sfruttare), e sprezzante verso la sacralità della vita, sia quella in cui il dna alieno predomini tuttora maggiormente.
Da ciò possiamo desumere e spiegare una gran parte dei miti del passato, dalla misteriosa scomparsa “in blocco” dei Neanderthal, a Caino ed Abele, alla lotta eterna tra il bene ed il male, il diavolo e dio, ed anche le divinità e le filiazioni\relazioni tra dei ed eroi dell’antichità.
Sono decine di anni che seguo queste teorie. Fin da ragazzo studiavo questi argomenti e cercavo le possibili risposte. Con l’avvento e l’apporto di internet c’è stata una esplosione culturale in proposito, e la verità dubito potrà essere negata ancora per molto alla conoscenza della gente.
C’è un’enorme bibliografia in proposito e se credete sia solo fantascienza non sapete quanto vi sbagliate: in realtà sono tra le parti più storicamente documentate negli scritti sumeri, assiro\babilonesi e di cui si hanno propaggini anche nella lingua madre delle lingue indoeuropee: il sanscrito.
A chiunque voglia addentrarsi in un nuove ricerche in tal senso, lascio il nome di uno studioso di lingue antiche, Zecharia Sitckin, morto recentemente, che in oltre 50 anni di studi è arrivato a conclusioni che vengono contrastate con ogni mezzo dall’ortodossia storico\religiosa, ma che nonostante tutto stanno prendendo sempre più piede nelle stesse università americane di antropologia, storia e lingue antiche.
E’ una storia molto, molto lunga, ma incredibilmente affascinante da seguire… che ci serve per capire molte cose…
Articolo di Roberto Del Frate
Fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=9777
Fonte originale: https://www.facebook.com/note.php?note_id=143629925698520&id=100001125667917
ho letto quasi tutto di Sitchin, volevo sapere se ci sono altri libri che trattano la questione con ulteriore approfondimento. Grazie!
FANTASTICO !!! per approfondire puoi consigliarmi qualche libro ?