di Graziano Fornaciari
I pleniluni sono ritenuti momenti particolari, che alimentano la possibilità di penetrare maggiormente le realtà spirituali, soprattutto per quanto concerne il Plenilunio del Toro, detto anche “Festa del Wesak”.
Si tratta di una celebrazione nata in Oriente che desta sempre più interesse anche in Occidente. Questa festività è ritenuta molto importante, perché consente di mettere a stretto contatto la natura umana con quella spirituale.
La Festa del Wesak è connessa ad una antica leggenda riguardante il Buddha, il quale, proteso verso altri lidi dopo aver conseguito l’Illuminazione, decise di ritornare una volta all’anno per benedire la Terra, assieme al Suo Fratello, il Cristo, rispettivamente il custode e il ricevitore di questa benedizione, la Saggezza e l’Amore che si incontrano per poi distribuire questa nota a tutta la coscienza del nostro pianeta, nessuno escluso.
In questo appuntamento viene liberata, attraverso il sacrificio di questi due grandi esseri, una benedizione che è proporzionale alla richiesta dell’uomo, visto che ognuno non potrà che ricevere sulla base della propria aspirazione.
La leggenda parla anche di una valle posta ad altitudine elevata, come raccontato da Alice Ann Bailey, che si trova sul versante tibetano della catena dell’Himalaya. Questa valle è circondata da tutte le parti da montagne elevate, eccetto verso nord-est, dove c’è una stretta apertura a forma di bottiglia con il collo rivolto a nord-est, dove, vicino, si trova una roccia piatta, sulla quale è posta una grande coppa di cristallo piena d’acqua.
Quando l’ora del plenilunio si avvicina, su tutta la valle cala una grande quiete e, rivolgendo lo sguardo verso nord-est appare in lontananza, pochi minuti prima del momento esatto del plenilunio, la figura del Buddha nella sua veste color zafferano, con le mani tese a benedire.
Questo dice la leggenda, una volta all’anno, il Buddha ritorna con il suo infinito amore, a benedire il mondo, trasmettendo attraverso il Cristo, rinnovata vita spirituale. Tutto questo ha la durata di 8 minuti, a partire dal momento in cui il Buddha appare in lontananza, fino a quando non scompare alla vista. A questo punto, l’acqua della coppa viene distribuita a Maestri, iniziati, discepoli, assieme a tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia, portando con sé piccole coppe e recipienti d’acqua.
Questa cerimonia viene chiamata la “comunione con l’acqua”, indicandoci simbolicamente l’Era dell’Acquario, il Portatore d’Acqua, che nel Vangelo segnalava la “stanza di sopra”, il piano dell’anima, nel quale poteva avvenire la comunione. Questa cerimonia ci indica la necessità di purificarci, donandoci l’opportunità di condividere gli uni e gli altri ciò che appartiene a tutti. Attraverso la Festa del Wesak, l’acqua che è stata magnetizzata dalla presenza del Buddha e del Cristo, acquisisce una frequenza più elevata, recando con sé maggiori possibilità risananti, in poche parole ne risulta benedetta. Al termine della cerimonia, la folla si disperde, tornando ognuno, con rinnovata forza, alle proprie attività per un nuovo anno di servizio.
Il plenilunio del Toro, quest’anno ha avuto luogo esattamente alle ore 7.24 di venerdì 22 Aprile 2016. E consigliabile, in corrispondenza di queste ricorrenze, mettersi in ascolto o in meditazione, verificando nella nostra coscienza la bellezza di essere, per quanto possibile, in comunione con le energie del Buddha e del Cristo.
La Festa del Wesak ha comunque una durata più ampia e non coincide solamente con il momento esatto del plenilunio, iniziando due giorni prima, chiamati come”giorni di rinuncia e distacco” e terminando con i due giorni successivi, chiamati “giorni di distribuzione”, mentre il giorno centrale si chiama “giorno di salvaguardia”.
Articolo di Graziano Fornaciari
Fonte: http://www.yogavitaesalute.it/2016/04/21/la-festa-del-wesak-23063.html