La “Bomba” dei cinesi di Prato

di Arturo Diaconale

Il Governo ha trasformato i rientri di alcuni italiani dalla Cina nell’occasione per mettere in mostra la propria capacità di saper salvaguardare la salute degli italiani, ma questa operazione d’immagine non sembra riguardare i cinesi di Prato che stanno rientrando in Italia dal Capodanno cinese.

La comunità cinese della Toscana è composta da più di ventimila persone concentrate soprattutto a Prato. Di questa comunità, duemilacinquecento persone tra donne ed uomini si sono recati nel Paese d’origine in occasione del Capodanno cinese ed ora si accingono a rientrare in Italia per riprendere le proprie normali attività lavorative.

Tutti gli italiani che tornano dalla Cina vengono sottoposti alla quarantena per evitare il diffondersi dell’epidemia del coronavirus. Le autorità di governo hanno trasformato i rientri, da quello del ragazzo a quelli dei passeggeri delle navi da crociera, nell’occasione per mettere in mostra la propria capacità di saper salvaguardare la salute degli italiani.

Ma questa operazione d’immagine non sembra riguardare i cinesi della Toscana e di Prato. Queste persone hanno deciso autonomamente di puntare sull’autoquarantena per evitare il rischio di contagio. Ogni cinese di ritorno dalla Cina si chiuderà in casa per almeno due settimane e se per caso avvertirà dei sintomi rientranti in quelli del coronavirus, dovrà avvisare o recarsi ad un apposito centro medico predisposto dalla locale Asl.

L’autoquarantena della comunità cinese costituisce un atto di responsabilità meritorio ed apprezzabile. Ma non sembra in grado di costituire una prevenzione accettabile ed efficace dell’epidemia. Per la semplice ragione che i cinesi rientrano nelle loro abitazioni e nelle loro aziende e non possono fare a meno di stare in contatto con i propri familiari e con gli addetti alle proprie attività.

Esiste il concreto e drammatico pericolo, in altri termini, che il rientro in Italia dei cinesi toscani senza alcun controllo e misura preventiva delle autorità sanitarie nazionali, possa far scattare una esplosione di grandi dimensioni all’interno del nostro Paese.

Ma è possibile che un Governo così attento a mandare allo Spallanzani ogni italiano di rientro dalle zone a rischio, con il concorso della massima enfasi mediatica, ignori totalmente il pericolo rappresentato dal rientro in Italia dei duemilacinquecento cinesi toscani?

Qualcuno avvisi Giuseppe Conte ed i suoi collaboratori che preoccuparsi della salute dei cinesi italianizzati non è razzismo ma solo buon senso!

Articolo di Arturo Diaconale

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: http://opinione.it/editoriali/2020/02/19/arturo-diaconale_cinesi-toscani-italia-prato-rientro-rischio-epidemia-coronavirus-autoquarantena-governo-conte/

VACCINI DOMINIO ASSOLUTO
Un'inchiesta sul campo
di Gianni Lannes

Vaccini Dominio Assoluto

Un'inchiesta sul campo

di Gianni Lannes

Gianni Lannes ha condotto questa puntuale e dettagliata inchiesta giornalistica sollecitato sia dall'urgenza della problematica vaccinale che dalla gravità dell'impatto antitetico che tale normativa ha rispetto al dettato costituzionale. Lannes realizza così un resoconto attendibile, unico nell'attuale panorama informativo.

Compassione: questo suscitava Oriana Fallaci dal Vietnam quando, buttata nel fango molle di pioggia e sangue dell'Indocina, raccontava l'orrore della guerra. I popoli europei e americani reagirono con sdegno grazie alle inchieste di giornalisti come Oriana. E fu proprio la loro indignazione a metter fine alla mattanza.

La stessa indignazione che Gianni Lannes vuole sollevare con questa libro inchiesta. Cosa sta andando in scena? Come si conciliano le pretese di prevenzione sanitaria, di legittimità di atti emergenziali su fantomatiche epidemie con la grande quantità di dati ricostruiti dall'autore, che indicano tutt'altro?

Alla base del provvedimento, vengono dimostrati non solo cinici calcoli di mercato e infondati assunti scientifici, ma un ben preciso progetto di ingegneria sociale risultante da volontà che vede come esecutori politici, giornalisti e medici.

La finalità che emerge dal lavoro di Lannes è ottenere la resa finale della dignità del nostro popolo, reso incapace di reagire a qualsiasi vessazione. Quelle di Lannes, e di molte altre persone oneste, non sono solo parole: sono urla, urla di dolore. Se non si ha la forza di ascoltarle, rimarrà solo il silenzio.

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