di Franca Giansoldati
Città del Vaticano: Papa Francesco davanti alla grave decisione del presidente turco Erdogan di invadere la Siria e attaccare i curdi, ha evitato di condannare apertamente la decisione della Turchia. Allo stesso modo non ha menzionato le vittime, i curdi, che da cinque giorni sono oggetto della pesante azione dei militari di Ankara.
Un atteggiamento di sostanziale ambiguità diplomatica quello del pontefice, che è stato manifestato all’Angelus in piazza San Pietro, dopo la canonizzazione dei nuovi santi e che non è sfuggito a tanti osservatori.
“Il mio pensiero va ancora una volta al Medio Oriente”, ha detto, “e all’amata e martoriata Siria da dove giungono nuovamente notizie drammatiche sulla sorte delle popolazioni del nord-est del Paese, costrette ad abbandonare le proprie case a causa delle azioni militari: tra queste popolazioni vi sono anche molte famiglie cristiane”.
Il Papa ha poi proseguito: “A tutti gli attori coinvolti e alla Comunità Internazionale, per favore, rinnovo l’appello ad impegnarsi con sincerità, con onestà e trasparenza, sulla strada del dialogo per cercare soluzioni efficaci”.
Il singolare silenzio del pontefice a proposito delle sorti della popolazione curda è stato messo in risalto dal sito vaticano Il Sismografo che, già alcuni giorni fa, annotava il silenzio del Vaticano sull’argomento.
Persino l’Osservatore Romano si sorpendeva per gli articoli pubblicati che riassumevano quanto dicevano diverse agenzie, ma senza mai prendere nessuna posizione. “L’insieme delle considerazioni della testata – scriveva Luis Badilla – restano sul piano umanitario e niente di più. In altre parole, fino a questo momento la Sede Apostolica non si è pronunciata e nulla dice su un fatto tra i più gravi nello scenario mondiale degli ultimi anni. Insomma: solo preoccupazione umanitaria, giustamente, ma forse non sufficiente di fronte alla gravità della situazione“.
Articolo di Franca Giansoldati