di Federico Musso
La possibile relazione tra autismo e vaccini è un tema, oggi, molto controverso. Per capire meglio la situazione, abbiamo intervistato (testelibere.it) la Dott.ssa Gabriella Lesmo, pediatra specializzata nelle cure ai bambini autistici.
D: È vero che l’insorgenza dell’autismo nei bambini è anche legata alle vaccinazioni? Perché?
Quasi esclusivamente alle vaccinazioni, a patto di chiarire un termine. Più che di autismo sarebbe meglio parlare di sindrome autistica, in quanto, pur avendo determinate caratteristiche cliniche che tutte le persone colpite hanno, la gravità può essere diversa da persona a persona. I sintomi della sindrome autistica sono quelli di un’encefalopatia di base immunoallergotossica.
Bisogna di nuovo fare un distinguo che spesso si tralascia, eppure è ciò che lascia spazio di manovra ai detrattori della correlazione vaccinazioni-autismo. Si dice che non può esserci encefalopatia autistica, perché questi bambini non hanno avuto nell’immediatezza dell’iniezione vaccinale dei sintomi come il coma, le convulsioni ripetute e dei danni neurologici. In realtà, però, questo che ho descritto è il quadro delle encefaliti acute.
Detto ciò, dal punto di vista della raccolta clinica dei tanti medici che trattano terapie contro l’autismo, abbiamo trovato dei risultati clinico-anamnestici davvero suggestivi. Oltre a ciò, negli anni abbiamo avuto delle prove di questa relazione con lo studio delle caratteristiche immunologiche dei bambini colpiti e nello studio delle loro risposte immunologiche ai vaccini. Non esiste un esame di laboratorio o un esame di imaging (encefalogramma, ecc) che possa provare che la sindrome autistica di un bambino sia stata causata da una vaccinazione. Però, esistono un insieme di criteri che guidano la pratica bio-medica che, applicandoli ai dati raccolti, indicano una correlazione o la sminuiscono. Analizziamo alcuni dati insieme.
Abbiamo dei reperti di esami di ragazzi autistici morti in incidenti stradali e sappiamo qual è l’aspetto istologico (del cervello, NdR0) degli autistici. Il loro cervello è interessato da un’attività endematoria enorme. Questo vuol dire che non hanno una malformazione congenita, hanno invece un cervello estremamente infiammato. Altre immagini di questi cervelli sono sovrapponibili a quelle che vediamo sperimentalmente quando i neuroni vengono esposti a metalli pesanti (soprattutto, mercurio). Abbiamo delle immagini istologiche che mostrano elementi in comune con chi ha l’Alzheimer. Non solo il cervello è così tanto infiammato, ma anche l’apparato gastrointestinale di questi bambini lo è.
Non si può sostenere che l’autismo regressivo (insorge solo a un certo momento dello sviluppo evolutivo) sia dovuto a una malformazione cerebrale. E nemmeno è possibile affermare che sia una malattia genetica, poiché le malattie genetiche sono quelle in cui c’è un riscontro assoluto di un’alterazione cromosomica specifica, che si ritrova in tutte le persone che hanno la stessa malattia. Questo non vale per l’autismo.
I bambini hanno dei polimorfismi (varianti dell’espressione di un gene normale) che non sono patologici. Testandoli, quando ho potuto, i polimorfismi interessano i geni che sovrintendono alla detossificazione. Studiando, per quanto possibile possa farlo un medico libero professionista (non può contare sui fondi di ricerca e su forza-lavoro numerosa), ho verificato che questi bambini hanno delle risposte immunologiche particolari nei confronti dei vaccini eseguiti e hanno delle caratteristiche immunologiche che non possiedono i loro fratelli sani. Anche studiando le caratteristiche di istocompatibilità, ho osservato che questi bambini nella quasi totalità hanno una presenza di istocompatibilità con le malattie neurologiche o alle malattie autoimmuni.
Non si vuole demonizzare un vaccino o due, si vuole richiamare l’attenzione sul fatto che questi sono dei farmaci. Quindi, ogni volta che io medico onesto e coscienzioso mi trovo a dover somministrare un farmaco per un problema, devo valutare il rapporto rischio-beneficio. Per i vaccini che vengono fatti nell’infanzia, è ancora più doveroso perché si tratterebbe di una medicina preventiva. Quindi, io devo essere sicura che la mia medicina di prevenzione di una patologia che in quel momento non c’è, possa essere del tutto innocua o comunque debba essere ridotto al minimo il rischio di avere una reazione aperta.
Al contrario, assistiamo a uno sconvolgimento di questo messaggio. In sintesi, la negazione totale della relazione vaccini-sindrome autistica è messa fortemente in discussione leggendo i dati clinici, derivati dall’osservazione di bambini e ragazzi che vengono nei nostri studi per farsi curare. Se mettiamo insieme i dati clinici anamnestici, i riscontri di laboratorio (sia quelli di esami comuni, sia quelli più sofisticati di genomica), i riscontri tossicologici, l’evoluzione positiva di alcuni bambini che perdono numerosi sintomi della malattia; il castello prodotto da alcuni studi retrospettivi crolla. (Ma come si fa a valutare certi fattori di rischio in una popolazione di migliaia di persone che hanno una variabilità di condizioni di vita e di situazioni ambientali talmente grandi che non ha senso neanche farli?) In più, esistono i modi per migliorare la funzionalità immunologica e curarli: se trovo il modo di curare l’alterazione immunologica e la riequilibra, il bambino perde sintomi.
D: Nel 2015 molte testate giornalistiche, tra cui ‘La Repubblica’, hanno dichiarato che non esiste una relazione fra l’autismo e le vaccinazioni, citando uno studio prodotto dal Lewin Group. Come mai esistono studi che contestano l’insorgenza della malattia a causa di alcune sostanze inoculate con i vaccini? È possibile che Big Pharma voglia far tacere la verità?
Ma certo che c’è un interesse. Intanto, se non dici quello che dicono loro, tu non esisti. Sono stata intervistata da Tg24 e da ‘La Stampa’ e non hanno mai mandato in onda o pubblicato niente. Ho scritto a Paolo Mieli in risposta a un suo articolo e non mi ha mai risposto.
Io e i miei colleghi che condividono questi studi non siamo facinorosi né potenti, ma abbiamo la conoscenza e l’onestà. Ho sempre cercato – e mi è costato caro in termini di carriera – di badare, prima di tutto, al benessere delle persone che si rivolgevano a me, anche se mi toccava litigare col primario o con qualche personaggio importante. La cosa peggiore è il fatto di rendersi conto che non solo vengono occultate delle verità, ma che l’occultamento delle stesse ricade sulla salute delle persone. Perché se continui a nascondere che c’è la possibilità, solo la possibilità (non dico la certezza), che dei farmaci che vengono preparati per malattie che sono poco o nulla rappresentanti nell’età pediatrica, possono darti una patologia così grave che ti condiziona tutta la vita, si dovrebbe fermare tutto… e invece questa cosa no! La cosa brutta non è soltanto questa: è stato il fatto di rendermi conto che in realtà il disabile rende. Per cui non è soltanto la ditta farmaceutica che guadagna dalle vaccinazioni. Quando si tira fuori un bambino da questa malattia (io non parlo di guarigione, perché in realtà anche i miei recuperati al 100%, comunque certe cure di base devono andare avanti a farle, anche se non sono più disabili), ti rendi conto che dai fastidio, perché un bambino recuperato è un bambino perso per un certo tipo di guadagno.
Quello che fa il nostro Sistema Sanitario Nazionale è cercare di ostacolare tutte le terapie che possono essere di qualche beneficio, far peggiorare il più possibile la malattia, cercare di convincere le famiglie a non fare nulla, perché non c’è niente da fare, se non offrire i figli per questa fantomatica ricerca che a loro non servirà, ma servirà ai nuovi malati. Diventano delle cavie, semplicemente.
Se tu non lo recuperi, finisce in un centro diurno: lei guardi quanti centri psichiatrici ci sono e, siamo in Italia, questo fa girare un sacco di soldi. Infatti, il centro psichiatrico diurno va costruito e abbiamo il racket del mattone, poi bisogna dare a qualcuno la gestione, quindi ci sono tutte le cooperative bianche, rosse, nere, a pois, a quadretti e poi ci saranno gli psicofarmaci. Questi poveretti sono usati per far girare i soldi nelle tasche dei soliti. Questa è la mia conclusione. È anche un problema politico!
D: Come stimolare la riflessione su un argomento che interessa sempre più famiglie (si calcola che un bambino su 110 sia affetto da autismo)?
Io e altri colleghi partecipiamo a incontri promossi da gruppi locali che si occupano di infanzia e salute ed è da un po’ di tempo che i medici Asl invitati per una tavola rotonda non partecipano più! La consapevolezza c’è e tante famiglie hanno intrapreso un percorso per intentare una causa allo Stato per danni da vaccino ai sensi della Legge 210/92.
Fonte: http://www.testelibere.it