di Erika Ferrati
È possibile per un individuo rimanere emotivamente coinvolto nella sfera personale di un altro soggetto, appartenente al proprio albero genealogico. Per superare i blocchi si possono, quindi, prendere in considerazione anche vite precedenti e persone ormai scomparse.
Ma come è possibile liberarsi da questi blocchi? In primo luogo è necessario capire da chi e da dove essi derivano e in quale ambito sono maturati.
I segreti dell’albero genealogico
In generale, ciò che danneggia emotivamente i membri di un albero, sono i segreti dell’albero stesso. Quelle cose non rivelate, non dette, per paura o convenzione, che sono altamente distruttive perché si annidano come un fantasma nella relazione tra i membri della famiglia.
Cerchiamo di capire come riconoscere un segreto e come liberarci dai blocchi che esso e/o i samskara (semi) familiari provocano.
In primo luogo, i segreti dell’albero privano i discendenti di informazioni fondamentali sulla loro identità, provocando difficoltà che non vengono riconosciute. Questo avviene dopo qualche generazione, in genere tre o quattro. Il segreto viene definito “fantasma” quando più nessun membro ne è a conoscenza, ma come un fantasma vero e proprio continua ad aleggiare sull’albero genealogico, attraverso un membro il cui inconscio non ha dimenticato il segreto, che può quindi manifestarsi in stati di angoscia, sintomi fobici, scelte di professioni, incubi, passatempi particolari.
Un esempio di quest’ultimo caso, lo ritroviamo nel libro di Anne Ancelin Schutzenberger (psicoterapeuta, professore emerito di psicologia dell’Università di Nizza), “la Sindrome degli antenati”. La Schutzenberger racconta di un uomo che, ignaro del passato del nonno materno, si dedicava al collezionismo di pietre (era un geologo amatoriale) e di farfalle. In particolare, andava a caccia di questi insetti, per poi ucciderli soffocandoli in barattoli di cianuro. Avvertendo una sensazione di malessere, si sottopone a varie terapie fino a quando non scopre che il nonno, per scontare un crimine, era stato mandato in un battaglione in Africa a spaccare pietre ed era poi stato ucciso in camera a gas. L’inconscio dell’uomo conosceva il segreto del nonno e lo riproduceva e ripeteva in attesa di consentirne lo svelamento.
Sciogliere i segreti dell’albero genealogico
Il segreto favorisce quindi la riproduzione di una certa situazione: è come un ciclo che chiede di essere spezzato e questo si fa ancora più drammatico quando la ripetizione riguarda violenze fisiche o psicologiche. E’ il caso, ad esempio, di aborti frequenti nell’albero, che possono derivare da infanticidi volontari.
Come spezzare questa catena? Quando è possibile, dopo aver riconosciuto il segreto è necessario rivelarlo, non renderlo più tale, ma è anche importante valutare le conseguenze di quest’azione e quindi non agire d’impulso. Un’altro modo è agire attraverso atti simbolici, come scrivere e poi bruciare una lettera all’antenato che ha tenuto il segreto.
Ci sono poi altri elementi di ripetizione all’interno dell’albero genealogico che andrebbero considerati, per la loro influenza sulla vita dei membri come la così detta Sindrome da anniversario, secondo la quale certe date o avvenimenti tendono a perpetuarsi all’interno dell’albero: date di nascita, morte, matrimoni etc spesso tendono a ripetersi. Questo è importante in particolare quando si parla di eventi tristi, che rischiano comunque di ricadere sulle persone anche se in forma diversa. Anche in questo caso, un atto simbolico (un dono all’antenato che ha fatto partire il ciclo ad esempio) che liberi dal rapporto con questa data, potrebbe essere utile.
Il significato del nome
Di non minore importanza è anche la ripetizione dei nomi propri e delle “parole forti”. In alcuni contesti, è tradizione dare ai nascituri il nome di parenti (nonni, zii o fratelli): questo lega imprescindibilmente il bimbo alla sorte di quel parente. Il suo legame con quest’ultimo, sarà più forte e difficile da spezzare e per questo motivo può essere utile conoscerne la vita e le cause della morte.
Che cosa sono invece le “parole forti”? Sono quei modi di dire, quelle espressioni o quei termini che la famiglia tramanda di padre in figlio e che vanno ad influenzarne i membri. Un esempio, è il caso in cui in una famiglia matriarcale, si trasmette il messaggio che le donne possono cavarsela da sole senza gli uomini. Con ottime probabilità la discendenza sarà di donne indipendenti, single o comunque capofamiglia.
Per liberarsi dalle influenze limitanti del nostro albero genealogico, è quindi necessario, in primo luogo, scoprirle e riconoscerle. Da lì, trovare poi il modo migliore per esprimerle: possiamo usare le parole, i gesti, l’arte, lo psicodramma o fare un atto liberatorio simbolico. Se necessario, si può interrompere con un cambio di direzione il ciclo di ripetizioni, ad esempio, scegliendo una data diversa per un’azione importante, rispetto a quella della sindrome da anniversario, o decidere in modo diverso rispetto un evento che si è ripetuto con le stesse modalità. Reinquadrare quindi le situazioni e le valutazioni al riguardo.
Articolo di Erika Ferrati
Fonte: www.benesserecorpomente.it
E’ urgente per me scoprite come si fa’ a neutralizzare i patti o gli accordi fatti dai miei antenati che potrebbero influire negativamente sulla generazione della mia famiglia. Fondamentale spezzare.