L’uomo non è carnivoro. L’organismo dell’uomo, contrariamente a quello dei
carnivori, non è fatto per mangiare cadaveri di animali, perché ne rimane
intossicato a causa delle sostanze tossiche contenute nella carne stessa.
L’organismo di un animale carnivoro, cerca di espellere la carne dal proprio
corpo con la massima velocità possibile, data la sua tossicità. Una riprova
di questo è data dal fatto che il suo intestino è lungo 3-6 volte il corpo,
mentre quello dell’uomo (e degli animali frugivori) è pari a 9-12 volte la
lunghezza del corpo. Inoltre, le mucose spesse e muscolose dei carnivori
tollerano forti succhi gastrici, necessari alla digestione della carne,
mentre l’uomo ne rimane danneggiato.
L’essere umano appartiene all’ordine dei primati antropomorfi, per loro
natura frugivori, cioè atti a consumare frutti, foglie, semi. La
neurofisiologia, l’embriologia, l’anatomia comparata confermano come l’uomo
sia strutturato per cibarsi di frutti, germogli freschi, foglie tenere,
tuberi, radici e non di muscoli ossa ed interiora come i carnivori. Questi
infatti hanno conformazione dentale, patrimonio enzimatico, organi visivi,
strutture di offesa, caratteristiche di potenza e di aggressività, apparato
digerente, intestinale, escretorio, sudorifero, circolatorio adatti ad
utilizzare l’alimento carneo anche come fonte glucidica, consumandolo crudo
e completo di interiora e sangue.
Gli esseri umani senza mezzi artificiali difficilmente sarebbero in grado di
cacciare. Molti sono ormai gli scienziati concordi nell’affermare che l’uomo
si sia convertito a consumare muscoli di animali (in principio carogne) per
necessità legate alla inospitalità delle foreste nell’ambiente originario,
circa 2 milioni di anni fa nell’era Neozoica, periodo Pleistoccne. In
quell’epoca avvennero infatti glaciazioni, interglaciazioni (ritiro dei
ghiacciai e avvento di climi più caldi) e periodi di siccità contrapposti a
forti diluvi: eventi climatici instabili ed irregolari che decretarono la
riduzione di gran parte della vegetazione spontanea, nonché il mutare delle
foreste in savane.
L’Homo Habilis sarebbe dunque passato al carnivorismo per poter
sopravvivere, pagando però lo scotto di un accorciamento della vita media.
L’uomo è diventato carnivoro in epoche in cui non si conoscevano i danni
della carne: oggi solo gli esquimesi restano un popolo carnivoro per
necessità assoluta. Essi consumano non solo la carne ma anche gli organi
interni e le interiora e bevono il sangue. La durata media della vita di
questo popolo è di 25-30 anni. Muoiono vittime della arteriosclerosi causata
dall’alimentazione carnivora.
Oggi noi non ammazziamo direttamente le nostre vittime, ma ci serviamo di
intermediari che spesso non vediamo: i dipendenti dei mattatoi, i
cacciatori, i pescatori. In questo modo perdiamo un anello importante della
catena che unisce l’animale alla nostra tavola e questo sicuramente ci aiuta
a “giustificare”, in qualche modo, una tale ed inutile violenza.
Gli animali più forti e resistenti alle fatiche fisiche sono vegetariani:
l’elefante, il rinoceronte, l’ippopotamo, le scimmie antropomorfe
(scimpanzé, gorilla, etc.) e quelli che l’uomo ha sempre sfruttato per
eseguire lavori pesanti: il bue, il cavallo, l’asino. Gli animali prolifici
sono vegetariani: il coniglio. Gli animali longevi sono vegetariani:
l’elefante.
Tratto da: “Noi siamo vegetariani… e tu?”, realizzato da S. Benevento, F.
Chiaretti e A. Dolcini, distribuito da E.N.P.A. (Ente Nazionale Protezione
Animali), 1999.
Fonte: reiki.info
L’evidenza fisiologico-strutturale del corpo umano
Gli esseri umani sono molto spesso descritti come “onnivori”: questo è
sbagliato. Tale classificazione è basata sull’osservazione che
normalmente essi si nutrono di una grande varietà di cibi vegetali e
animali. Tuttavia, cultura, tradizione e formazione giocano come elementi di
disturbo nella valutazione delle nostre pratiche alimentari.
Quindi, la mera osservazione non si può considerare come la tecnica migliore
nel cercare di identificare quale sia la dieta più “naturale” per l’uomo.
Per quanto la maggior parte degli esseri umani sia chiaramente onnivora dal
punto di vista “comportamentale”, resta da chiarire se lo sia altrettanto da
un punto di vista strutturale-anatomico.
Focalizzarsi sull’anatomia e sulla fisiologia umana rappresenta il modo
migliore e più obiettivo di affrontare la questione. I mammiferi si sono
anatomicamente e fisiologicamente adattati a procurarsi e a consumare un
particolare tipo di cibo (è una pratica comune cercare di dedurre la
probabile dieta delle specie estinte, attraverso l’esame delle
caratteristiche anatomiche dei loro resti fossili).
Quindi, dobbiamo osservare i mammiferi carnivori, erbivori ed onnivori per
individuare quali caratteristiche anatomo-fisiologiche sono associate ai
diversi tipi di dieta e comparare le nostre caratteristiche per vedere a
quale gruppo apparteniamo davvero. Il risultato è più che lampante!
MUSCOLI FACCIALI
Carnivori: ridotti, per permettere un’ampia apertura della bocca
Erbivori: ben sviluppati
Onnivori: ridotti
Umani: ben sviluppati
TIPO DI MANDIBOLA
Carnivori: ad angolo non ampio
Erbivori: ad angolo ampio
Onnivori: ad angolo non ampio
Umani: ad angolo ampio
POSIZIONE DELL’ARTICOLAZIONE MANDIBOLARE
Carnivori: sullo stesso piano dei denti molari
Erbivori: al di sopra del piano dei molari
Onnivori: sullo stesso piano dei denti molari
Umani: al di sopra del piano dei molari
MOVIMENTO MANDIBOLARE
Carnivori: tranciamento; minimo movimento laterale
Erbivori nessun tranciamento buon movimento laterale e ant.-posteriore
Onnivori: tranciamento; minimo movimento laterale
Umani: nessun tranciamento; buon movimento laterale e ant.-posteriore
PRINCIPALI MUSCOLI MANDIBOLARI
Carnivori: temporali
Erbivori: massetere e pterigoideo
Onnivori: temporali
Umani: massetere e pterigoideo
APERTURA DELLA BOCCA IN RAPPORTO ALLA DIMENSIONE DELLA TESTA
Carnivori: grande
Erbivori: piccola
Onnivori: grande
Umani: piccola
DENTI INCISIVI
Carnivori: corti ed acuminati
Erbivori: ampi, piatti e a forma di spada
Onnivori: corti ed acuminati
Umani: ampi, piatti e a forma di spada
DENTI CANINI
Carnivori: lunghi, affilati e curvi
Erbivori: non taglienti e corti o lunghi (per difesa), o assenti
Onnivori: lunghi, affilati e curvi
Umani: corti e smussati
DENTI MOLARI
Carnivori: affilati, a forma di lama frastagliata
Erbivori: piatti con cuspidi, superfici complesse
Onnivori: a lame affilate e/o piatti
Umani: piatti con cuspidi nodulari
MASTICAZIONE
Carnivori: quasi nessuna; deglutizione del cibo intero
Erbivori: necessaria una prolungata masticazione
Onnivori: deglutizione del cibo quasi intero e/o semplice schiacciamento
Umani: necessaria una prolungata masticazione
SALIVA
Carnivori: assenza di enzimi digestivi
Erbivori: enzimi digestivi per i carboidrati
Onnivori: assenza di enzimi digestivi
Umani: enzimi digestivi per i carboidrati
TIPO DI STOMACO
Carnivori: semplice
Erbivori: semplice o a camere multiple
Onnivori: semplice
Umani: semplice
ACIDITÀ DELLO STOMACO
Carnivori: pH inferiore o uguale a 1 con cibo nello stomaco
Erbivori: pH 4 – 5 con cibo nello stomaco
Onnivori: pH inferiore o uguale a 1 con cibo nello stomaco
Umani: pH 4 – 5 con cibo nello stomaco
CAPACITÀ DELLO STOMACO
Carnivori: 60% – 70% del volume totale del tratto digestivo
Erbivori: inferiore al 30% del volume totale del tratto digestivo
Onnivori: 60% – 70% del volume totale del tratto digestivo
Umani: tra il 21% e il 27% del volume totale del tratto digestivo
LUNGHEZZA DELL’INTESTINO TENUE
Carnivori: da 3 a 6 volte la lunghezza del corpo
Erbivori: da 10 a più di 12 volte la lunghezza del corpo
Onnivori: da 4 a 6 volte la lunghezza del corpo
Umani: da 10 a 11 volte la lunghezza del corpo
COLON
Carnivori: semplice, corto e liscio
Erbivori: lungo, complesso, può essere con anse
Onnivori: semplice, corto e liscio
Umani: lungo, con anse
FEGATO
Carnivori: può detossificare la vitamina A
Erbivori: non può detossificare la vitamina A
Onnivori: può detossificare la vitamina A
Umani: non può detossificare la vitamina A
RENI
Carnivori: urine estremamente concentrate
Erbivori: urine moderatamente concentrate
Onnivori: urine estremamente concentrate
Umani: urine moderatamente concentrate
UNGHIE
Carnivori: artigli affilati
Erbivori: unghie piatte o zoccoli
Onnivori: artigli affilati
Umani: unghie piatte
Tratto da “The Comparative Anatomy of Eating” di Milton R. Mills, M.D.