Cos’è la spirale del silenzio? La teoria della spirale del silenzio, proposta nel 1984 da Elisabeth Noelle-Neumann, sostiene che le persone hanno sempre un’opinione su quale sia la tendenza della maggioranza in merito a uno specifico tema e, dato che subiscono la paura dell’isolamento, nel caso in cui si trovino ad avere un’opinione difforme da quella della maggioranza, preferiscono tacere la propria opinione.
Quando il setting dell’agenda dei media spinge certi temi all’attenzione pubblica e ne trascura altri, magari più veri e urgenti, questi ultimi cadranno nella spirale del silenzio, accompagnati dalla frustrazione di coloro che vorrebbero che se ne parlasse.
Elisabeth Noelle-Neumann, evidenzia il fatto che le opinioni che i mass media trascurano, subiscono, nella mente delle persone, un processo di svalutazione e di vergogna ad essere espresse. Poche persone sono abbastanza forti e libere, da sostenere il peso psicologico di percepirsi isolati dal loro contesto sociale. Questo comportamento sociale si basa sull’euristica del conformismo.
Le euristiche (dal greco heurískein “trovare”) sono abilità acquisite dal cervello nel corso dell’evoluzione. Le euristiche sono state utili per la sopravvivenza dell’uomo; infatti, negli ambienti pericolosi dove l’homo sapiens ha maturato la trasformazione da preda in predatore, e dove il cervello si è evoluto, le decisioni dovevano essere rapide ed efficaci. In molte situazioni non ci si poteva permettere il lusso di fermarsi a pensare alle strategie migliori per raggiungere un certo scopo, bisognava agire, prendendo decisioni euristiche.
E anche se le euristiche non servono più a sopravvivere nel mondo odierno, tuttavia esse continuano ad agire, visceralmente, nei comportamenti umani con una funzione che chiamiamo intuizione. Come ognuno di noi sa, le decisioni importanti nella vita di una persona non vengono prese con la logica ma con l’intuizione, e si rivelano corrette la maggior parte delle volte.
Maggioranza rumorosa e minoranza silenziosa
La teoria della spirale del silenzio nacque dalla constatazione che, nell’ultima fase di una elezione (in Germania negli anni ’70), lo spostamento improvviso di opinioni e preferenze elettorali, si verificano non nella maggioranza rumorosa (coloro che non hanno timore di dichiarare la propria preferenza), ma nella minoranza silenziosa (coloro che temono la sconfitta della parte preferita e si rifugiano nel silenzio). Secondo la Noelle-Neumann la paura dell’isolamento è una forza centrifuga che accelera la discesa di un’opinione nella spirale del silenzio.
Captare l’opinione della maggioranza
Secondo l’autrice, ogni persona è equipaggiata con un organo di senso quasi-statistico, che le permette di captare l’opinione della maggioranza ed è in particolare nell’ambiente virtuale televisivo che tale competenza si esercita.
In questa valutazione, le opinioni espresse dai mass media hanno un ruolo prevalente, perché vengono ritenute più autorevoli delle opinioni del proprio circolo familiare o professionale. I mass media creano un’immagine dell’opinione generale (spesso non corrispondente alla realtà), determinando nelle persone una spinta a conformarsi a quell’immagine.
Le opinioni diffuse dai mass media, determinano la caduta nella spirale del silenzio delle opinioni da essi trascurate. Ad esempio, i sondaggi elettorali hanno lo scopo di creare delle previsioni che orientino gli elettori e facciano scivolare nel silenzio, le opinioni contrarie a quelle previsioni. In tal modo i committenti dei sondaggi elettorali creano una realtà fittizia (uno pseudo-ambiente nella mente di ogni persona direbbe Walter Lippmann) che, spesso, finisce per realizzarsi.
I social media aumentano l’effetto della spirale del silenzio
Una ricerca effettuata negli USA, dal PEW Research Internet Project, ha evidenziato che l’impiego dei principali social network (Facebook e Twitter) riduce l’espressione delle reali opinioni degli utenti. Infatti, se un utente percepisce di avere un’opinione minoritaria, rispetto alla rete dei propri contatti/amici, decide di non esprimerla in percentuali maggiori che nella vita reale.
Ciò accade sia perché gli utenti non vogliono deludere i loro contatti/amici, ma anche perché non vogliono lasciare tracce digitali delle loro opinioni minoritarie, dato che temono che esse possano danneggiarli in futuro (socialmente, professionalmente, ecc.). Per questo motivo molti utenti scoprono, con sorpresa, che i loro amici esprimono sui social network opinioni diverse da quelle espresse verbalmente nella vita reale.
Fonte: http://www.pensierocritico.eu