Individuare un bugiardo non è cosa facile e sono molteplici i fattori che si dovrebbero valutare: la dilatazione delle pupille, la posizione degli arti inferiori, la tonalità della voce, ecc. Svariati sono i segnali che lasciano trapelare i veri pensieri, tra questi, le microespressioni facciali rappresentano un fattore importante.
Cosa sono le Microespressioni facciali?
In molti casi si può mostrare un’espressione che si adegua ad una certa determinata situazione, ma che in realtà non appartiene alla vera emozione provata in quel momento… qui entrano in gioco le microespressioni facciali, ovvero espressioni che compaiono sul nostro volto per circa 1/5 di secondo, manifestando le reali emozioni del momento.
Data la loro brevità è praticamente impossibile falsificarle. Il nostro viso non mente. Una contrazione dei muscoli in un certo modo piuttosto che in un altro è un chiaro segno di una determinata emozione. Il volto e il corpo, attraverso il loro linguaggio comunicano più di mille parole. Non possiamo “non comunicare” qualcosa attraverso il nostro corpo o la nostra mimica facciale. E’ impossibile controllare le nostre microespressioni. Neanche il più abile ed esperto mentitore riuscirebbe a trattenere una microespressione dettata da una determinata emozione in un preciso istante. Il motivo è che l’essere umano non è un robot, per cui può accadere che, nonostante lo sforzo profuso per “contenere” un’emozione che non si vuole mostrare, succede che questa compaia ugualmente come microespressione. Avviene a livello inconscio e può durare solo 1/25 (un venticinquesimo) di secondo, tanto quanto un singolo fotogramma di un video o la durata di un battito di palpebre, svanendo con la stessa rapidità con cui è comparsa.
Una Microespressione varia rispetto ad una Macroespresione proprio nella durata. Un’emozione di base quando provata, compare sul viso e può durare da 5-10 secondi fino a qualche minuto. Essa viene considerata come Macroespressione, e serve per segnalare agli altri quale emozione si sta provando. Se si vuole invece nascondere questa stessa emozione, si tenderà a bloccare i muscoli del viso per non far comparire alcuna espressione. Sarà a questo punto che potrà comparire una Microespressione e, più è forte l’emozione provata, minore sarà la facilità di bloccare l’espressione, quindi maggiore la probabilità che compaia una Microespressione.
Purtroppo però percepire, riconoscere ed interpretare una microespressione non è semplice, a causa appunto della brevissima durata. Quasi mai durante una conversazione, si utilizza il 100% del tempo per fissare gli occhi o il viso del proprio interlocutore, per cui può capitare di guardare altrove proprio quando una microespressione si presenta. Altre volte, magari, la si vede senza sapere come interpretarla o non le si dà la giusta importanza, lasciandola passare come se fosse un gesto qualunque o una smorfia di adattamento, mentre invece è appena stata fornita un’informazione importante.
Quali emozioni esprimono le Microespressioni?
Lo studio delle microespressioni inizia negli anni ’60, grazie alla scoperta di questi micromovimenti da parte di Haggard e Isaacs ma lo studio approfondito di questo fenomeno lo si deve al dott. Paul Ekman. Andremo ora ad analizzare alcune tra le più comuni emozioni di base mostrate: Felicità, Tristezza, Rabbia, Disprezzo, Disgusto, Paura, Sorpresa.
Ognuna di queste emozioni può essere riconosciuta nel proprio viso ed in quello di tutte le persone, a prescindere dall’etnia, cultura, genere, religione e, con un opportuno allenamento, è possibile riconoscerle e capire la reale emozione che una persona prova, persino se quella persona siamo noi stessi.
RABBIA: Molte sono le cause che possono far provare un senso di rabbia. I motivi per cui ciò può accadere sono diversi, ad esempio, quando un imprevisto reca un danno immediato, come il computer che si blocca e i documenti non salvati vengono persi, oppure quando siamo in macchina e ci si buca una gomma, o quando si deve rinunciare ad un appuntamento importante. Un senso di ingiustizia può sortire lo stesso effetto, basti pensare ad un collega promosso immeritatamente a spese di altri, oppure qualcuno che salta la coda al supermercato passando davanti a tutti.
La Rabbia può essere anche conseguenza di un meccanismo di difesa messo in atto dal proprio corpo, una reazione come conseguenza di un’aggressione fisica o verbale. Naturalmente esistono vari livelli di rabbia. Differentemente da altre emozioni, come paura e sorpresa, non si manifesta immediatamente nella sua interezza, ma tende a raggiungere il suo apice per gradi. Può iniziare come senso di fastidio e andarsene immediatamente, percepita solo come un accenno, oppure se non interrotta, autoalimentarsi rendendosi così sempre più difficile da controllare. Ovviamente dipende dal motivo per il quale si prova rabbia, perché maggiore è il “danno” subìto, maggiore sarà la velocità e la probabilità che si autoalimenti.
Come si presenta: Quando un’emozione di Rabbia si manifesta, compare su tutte e tre le parti del viso. Fronte, Occhi, Bocca. Come è possibile notare nella fronte, le sopracciglia si abbassano, gli angoli interni sempre delle sopracciglia si abbassano anch’essi muovendosi verso il centro formando due linee verticali molto evidenti nel mezzo. La palpebra inferiore e quella superiore risultano essere in tensione, lo sguardo è centrale e minaccioso, le labbra sono pressate con forza.
Restando invariata la parte della fronte e quella relativa agli occhi, può variare quella della bocca. Le labbra vengono pressate, a meno che non si stia parlando o urlando mentre si foga la propria rabbia, in questo caso la bocca risulterà aperta ma in tensione.
SORPRESA: Quando ci si trova di fronte ad un fatto inaspettato, la prima sensazione che si prova è Sorpresa. Può accadere quando si incontra qualcuno che non si vedeva da molto tempo, oppure quando viene data un’informazione che non ci si aspettava o in mille altre circostanze che in comune hanno il fatto di accadere senza alcun preavviso.
Due sono le particolarità di questa emozione. E’ istantanea, infatti ha una durata brevissima, anche una sola frazione di secondo, il tempo necessario al cervello di elaborare questa nuova informazione. Una volta elaborata subentrerà l’emozione successiva che dipende dal motivo di tale sorpresa. Per esempio, può essere di gioia se si apprende di avere vinto al superenalotto o di paura se una macchina esce all’improvviso tagliando la strada. Inoltre, la sorpresa non è un’emozione né positiva né negativa. Non dà né gioia né turbamento. Come detto serve per apprendere ed elaborare una nuova informazione, sarà poi l’emozione successiva ad essere positiva o negativa. (Gioia o Paura come nei casi precedenti).
A volte, le microespressioni di Sorpresa e Paura sono miscelate. Gli elementi del viso che sono coinvolti sono simili e talvolta confusi. Si tratta di una micro-espressione molto importante per determinare la menzogna. Se accusi il tuo coniuge di qualcosa e poi verifichi che egli abbia uno sguardo sorpreso della tua osservazione, potrebbe essere che la tua illazione sia corretta! Per scoprirlo, basta prestare attenzione alla lunghezza dell’espressione. Infatti è facile simulare la sorpresa.
Ciò che la gente non sa è che la sorpresa simulata è facilmente identificabile. Se qualcuno fa finta di essere sorpreso, l’espressione facciale dura più di un secondo. Viceversa, la vera sorpresa è molto veloce (come dicevamo sopra durerà meno di un secondo) prima di tornare a uno stato iniziale neutrale. Se qualcuno tiene le sopracciglia alzate più di un secondo e in modo vistoso, è probabile che stia mentendo, non c’è dubbio.
Come si presenta: Un’emozione di Sorpresa si manifesta su tutte e tre le parti del viso. Fronte, Occhi e Bocca. Come è possibile vedere nella parte relativa alla fronte, le sopracciglia sono alzate e formano una curvatura verso l’alto. Spesso come conseguenza di questo movimento si formano linee orizzontali che attraversano tutta la fronte.
Gli occhi risultano spalancati, permettendo così al cervello di acquisire il maggior numero di dati in merito a questa nuova informazione che crea sorpresa. Nessuna tensione si crea sulla palpebra superiore o inferiore. Come conseguenza di una sorpresa si apre la bocca con un movimento della mascella verso il basso che separa le arcate dentali.
PAURA: La Paura è un’emozione di cui qualsiasi essere vivente farebbe volentieri a meno, non tanto per le sensazioni che comporta, ma quanto per le cause che la scatenano. Com’è possibile immaginare la priorità del cervello è quella di far sopravvivere l’individuo e per farlo ha bisogno di che questi si allontani da tutte le situazioni che lo mettono in pericolo, da tutto ciò che può recare danno fisico, morale o psicologico. Per raggiungere questo scopo viene “attivata” l’emozione della paura, una sensazione negativa e sgradevole che provoca una reazione fisica immediata di fuga per creare distanza dal pericolo, inoltre, permette al cervello di memorizzare quel pericolo associandolo alla sensazione di paura, in modo tale da evitarlo in futuro.
Come si presenta: La Paura si presenta su tutte e tre le parti del viso, Fronte, Occhi, Bocca. Le sopracciglia sono alzate e posizionate quasi in linea orizzontale (a differenza della sorpresa dove sono piegate verso l’alto), gli angoli interni vanno verso il centro e sulla fronte si formano linee orizzontali solo in centro (a differenza della sorpresa dove le linee orizzontali attraversano tutta la fronte). Gli occhi si aprono perché sia le sopracciglia che le palpebre superiori si alzano, ma non risulta lo stesso effetto “spalancato” come nella sorpresa, in quanto sono in tensione e tendono ad alzarsi le palpebre inferiori. La bocca può aprirsi come nella sorpresa, ma anziché essere rilassata, presenta tensione nelle labbra che si tendono verso l’esterno.
FELICITA’: La felicità è l’emozione che tutti vogliono provare e sentire il più spesso possibile. E’ l’emozione più piacevole perchè quando si prova si sta bene, tanto che si preferisce frequentare persone che ridono e sono felici piuttosto di altre che non lo sono. A differenza della paura, le situazione dove si prova felicità si memorizzano per cercare di ripeterle o fare in modo che riaccadano.
Ecco come si presenta il volto di una persona felice: Un volto felice è contraddistinto da un’espressione che comporta il movimento della bocca verso l’esterno e verso l’alto, le guance si alzano provocando a loro volta l’innalzamento delle palpebre inferiori e delle rughe si formano attorno agli occhi. Inoltre, una linea si forma partendo dal naso fino agli angoli della bocca. Un sorriso è anche spesso volutamente effettuato per non esprimere una situazione di disagio, quando si vuole piacere a qualcuno e non lo si vuole deludere. Ma lo puoi utilizzare anche quando non sei d’accordo con il tuo partner e fai finta di assecondarlo. Un indicatore dell’autenticità del sorriso sono le pieghe sotto gli occhi.
DISPREZZO: Il Disprezzo è un’emozione rivolta esclusivamente verso le persone. Non si prova disprezzo per oggetti od odori. Sentendo un odore cattivo si prova disgusto, ma non disprezzo. Il Disprezzo si prova quando ci si trova di fronte a situazioni ritenute immorali e quando si prova un senso di superiorità rispetto a chi ha compiuto l’azione. Può accadere quando si vede un uomo maltrattare una donna o un bambino, oppure se si nota una persona che maltratta un animale. Si prova disprezzo anche quando il proprio consiglio o la propria opinione non viene ascoltata o contraddetta da qualcuno che occupa un grado superiore (capoufficio per esempio) ma ritenuto inferiore.
L’espressione di disprezzo si presenta in questo modo: Tra le emozioni di base, il disprezzo è l’unica che si presenta in modo asimmetrico, ovvero su un solo lato del volto. Compare solo nella parte inferiore del viso dove la bocca da un lato si tende verso l’esterno con l’angolo verso l’alto, questo movimento del labbro può essere molto veloce, appare e scompare molto rapidamente.
DISGUSTO: Si prova una sensazione di disgusto quando si avverte repulsione per qualcosa. Può essere un oggetto, un odore, un sapore o un pensiero, a volte solo il ricordo di ciò per cui si è provato disgusto può far provare questa sensazione. In tutte queste occasioni la prima reazione è quella di allontanarsi o liberarsi da ciò che provoca disgusto.
Ecco come si presenta un’espressione di disgusto: Come è possibile vedere nella fotografia, un’espressione di disgusto si manifesta alzando il labbro superiore della bocca facendo apparire i denti, le guance si alzano provocando l’innalzamento delle palpebre inferiori, le sopracciglia si abbassano, abbassando a loro volta le palpebre superiori e il naso si arriccia.
TRISTEZZA: Quando si subisce una perdita si prova tristezza. Si può trattare dell’allontanamento di una persona o la perdita di un oggetto a cui si era particolarmente affezionati. Può accadere dopo la separazione da un amico o da una persona amata, per la perdita del lavoro o della propria salute. La tristezza è un’emozione che permette di superare queste perdite e di comunicare agli altri il nostro bisogno di essere confortati.
Il volto di una persona triste apparirà in questo modo: Nella parte relativa alla fronte si nota che gli angoli interni delle sopracciglia si alzano verso il centro mentre gli angoli esterni saranno in posizione cadente, verso il basso, le palpebre superiori tendono ad alzarsi negli angoli interni e potrebbe apparire uno sguardo fisso nel vuoto. Gli angoli della bocca risultano abbassati e con l’intensificarsi della tristezza le labbra risulteranno tremanti e il labbro inferiore potrebbe sporgere in avanti.
Le microespressioni facciali in linea teorica hanno dei fondamenti saldi e rappresentano un valido strumento di interpretazione dell’individuo. Nella pratica, tuttavia, questo metodo può vacillare per via di molte ovvie difficoltà: ad esempio, esso dipende in larga misura dalle abilità di chi analizza le microespressioni.
Consigliamo inoltre di tener sempre presente questa citazione: “La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe. Ciascuno ne prese un pezzo e, vedendo riflessa in esso la propria immagine, credette di possedere l’intera verità.” Mevlana Rumi
Fonte: http://quantoequantaltro.blogspot.it
Rivisto da Conoscenzealconfine.it