di Francesco Cosimo Damiano Gesù
La CIA ha fatto di Google uno strumento per la sorveglianza di massa.
“Google si autodefinisce come un’azienda tecnologica amichevole e user-friendly, cresciuta nel tempo ed arrivata alla ribalta attraverso una combinazione di abilità, fortuna e innovazione. Questo è vero. Ma è un semplice frammento della storia. In realtà, Google è una cortina fumogena dietro la quale si nasconde il complesso militare-industriale statunitense“. Nafeez Ahmed
Andando indietro nel tempo in cui Google stava costruendo il suo impero, e non era il nome famoso che ora tutti conosciamo, ricordo di aver iniziato ad usare questo nuovo motore di ricerca poiché ero insoddisfatto della lentezza di Microsoft Explorer e di Mozilla Firefox. Per essere onesti, sapevo molto poco di Google, e nemmeno ero a conoscenza della tecnologia rivoluzionaria che era alla base del loro servizio.
In seguito con una semplice ricerca su Internet (tramite Google, nientemeno), ho compreso quanto “inquietante” sia il sistema di registrazione di ogni ricerca effettuata, ogni email inviata, compresi i metadati.
Le notizie allarmistiche, hanno confermato come l’avvento di Google e la sua ampia raccolta di dati, rappresentino un incubo per la privacy delle persone, e contribuirebbe a costituire uno stato di sorveglianza sempre più imponente ed invasivo in tutto il mondo.
Secondo alcuni queste sono paranoie da complottisti… “Dopotutto, se non stai facendo qualcosa di sbagliato, perché preoccuparti se hanno una registrazione delle tue e-mail e delle tue attività online di oltre dieci anni fa?”
Nel corso degli anni, ho compiuto ricerche sui pericoli della sorveglianza invasiva e sulla raccolta di massa dei dati sensibili della popolazione, insieme alle sue ramificazioni di vasta portata, e ho così capito che quei primi “allarmisti” non erano dei visionari. In realtà, potrebbero perfino, loro stessi, aver notevolmente sottovalutato la situazione in cui ci troviamo oggi. Ecco perché è così inquietante scoprire che le vere origini di Google sono strettamente legate alla CIA e all’NSA.
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Nel 1994… due giovani studenti della Stanford University, Sergey Brin e Larry Page, fecero il loro primo passo in avanti nella prima applicazione automatizzata per il “web crawling” e il “page ranking”. Quell’applicazione rimane il componente principale di ciò che alla fine è diventato il servizio di ricerca di Google. Brin e Page avevano svolto il loro lavoro con il finanziamento della Digital Library Initiative (DLI), un programma multi-agenzia della National Science Foundation (NSF), della NASA e della DARPA.
Ma questo è solo un lato della storia. Durante lo sviluppo del motore di ricerca, Sergey Brin ha conferito regolarmente e direttamente a due persone che non erano affatto docenti di Stanford: il Dr. Bhavani Thuraisingham e il Dr. Rick Steinheiser. Entrambi erano rappresentanti che si occupavano di un sensibile programma di ricerca dei servizi segreti degli Stati Uniti, finalizzato alla sicurezza delle informazioni e il “data mining”, questo è ciò che scrive la giornalista investigativa Nafeez Ahmed.
Thuraisingham ha dichiarato che dal 1993 al 1999 l’Intelligence Community [IC] ha avviato un programma chiamato “Massive Digital Data Systems” (MDDS) che stava gestendo per la comunità di intelligence, con l’intento di sviluppare tecnologie di gestione dei dati per gestire diversi terabyte a petabyte di dati, nonché l’elaborazione delle “query”, la gestione delle transazioni, quella dei metadati, e infine la gestione dello storage e l’integrazione dei dati, il programma MDDS ha finanziato 15 progetti di ricerca in diverse università, tra cui Stanford.
Durante l’Annual Intelligence Community Symposium del 1995, un abstract elenca fra i principali sponsor del programma nientemeno che l’NSA, l’Ufficio di Ricerca e Sviluppo della CIA e il Community Management Staff (CMS) che opera sotto il Direttore della Central Intelligence.
In effetti, il fondatore di Google, Sergey Brin, è stato in parte finanziato da questo programma, mentre faceva il dottorato presso la Stanford. Insieme al suo consulente Prof. Jeffrey Ullman e un capo ricercatore della MITRE Corporation, il dott. Chris Clifton, hanno sviluppato il sistema “Query Flocks”, che ha prodotto soluzioni per estrarre grandi quantità di dati memorizzati nei database.
“Ricordo di aver visitato Stanford con il dott. Rick Steinheiser della Intelligence Community e di aver incontrato il signor Brin. Infatti, l’ultima volta che ci siamo incontrati nel settembre 1998, il signor Brin ci ha mostrato il suo motore di ricerca che è diventato Google subito dopo [nel settembre 1998]”, ha affermato Thuraisingham.
Questa non è la prima volta che l’intelligence americana ha finanziato i migliori scienziati americani, c’è una lunga storia di collaborazione, tra cui la bomba atomica, la tecnologia satellitare e l’esplorazione spaziale.
La stessa Internet è stata resa possibile grazie al supporto dell’intelligence negli anni ’70, quando l’Agenzia per la difesa avanzata dei progetti di ricerca (DARPA), un’agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti responsabile dello sviluppo di nuove tecnologie per i militari, ha collegato quattro supercomputer allo scopo di gestire grandi trasferimenti di dati. L’agenzia ha poi affidato le sue operazioni alla National Science Foundation (NSF), che a sua volta ha diffuso la rete attraverso migliaia di università e, in seguito, alla popolazione.
Negli anni ’90, i budget militari e di intelligence non erano in grado di tenere il passo con i progressi tecnologici, tuttavia l’amministrazione Clinton ha visto un’opportunità per finanziare questi progetti attraverso il settore privato, poiché questo aveva a disposizione vaste risorse. Se l’intelligence degli Stati Uniti voleva condurre una sorveglianza di massa, avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di università e società di supercalcolo.
Con la concessione MDDS, Google è nata, si è espansa e ha superato i sogni più selvaggi della comunità dei servizi segreti. Ecco creato un sistema di rete in grado di organizzare informazioni di alto livello e tracciare gruppi di persone affini su Internet, identificandoli con le loro impronte “digitali”.
Il motivo apparente di questo sistema di controllo potrebbe essere quello di individuare, in questo nuovo mare di informazioni, i probabili terroristi e sventare possibili attentati. Ma c’è un problema. Approvato in fretta, dopo 45 giorni dall’11 settembre in nome della sicurezza nazionale, il Patriot Act è stato il primo di molti cambiamenti alle leggi di sorveglianza che hanno reso più facile al governo spiare gli americani, espandendo l’autorità per monitorare le comunicazioni telefoniche e le e-mail, raccogliere documenti di segnalazioni bancarie e creditizie e infine monitorare l’attività di innocenti cittadini su Internet.
Mentre molti americani pensano che sia stato creato per fermare i terroristi, in realtà il Patriot Act trasforma i normali cittadini in sospetti e potenziali criminali. La tecnologia tende a divenire sempre più importante nella nostra vita quotidiana, ma dobbiamo chiederci fino a quale prezzo vale la pena barattare sicurezza e innovazione in cambio della nostra privacy e libertà.
Articolo di Francesco Cosimo Damiano Gesù
Fonte: http://lachiavedellapercezione.blogspot.it/2018/01/lorigine-di-google-e-i-legami-con-la-cia.html