Morte e reincarnazione come rinnovamento
di Umberto Ridi
Ho imparato che il sentirsi di esistere prima di tutto è “vita”, essenza stessa dell’universo e dell’Assoluto. Come tale non può esserci un suo contrario (la morte). Perchè quello che appare come morte, non è la fine dell’esistenza ma una sua necessità di trasformazione.
Tutto procede in ampliamento e mai in riduzione, meno che mai in una sorta di distruzione o annullamento, in quanto se ciò avvenisse, dovremmo pensare che una parte dell’Assoluto viene a mancare, e questo è un assurdo filosofico.
Dunque la morte non è un annullamento della vita, ma un suo rinnovamento necessario a fronte di una struttura animica (psiche) non più in grado di rinnovarsi come mentalità e accrescimento evolutivo. Così diventa indispensabile continuare le proprie esperienze evolutive attraverso una nuova incarnazione, con una nuova struttura animica diversa dalle precedenti…