È giunta l’era del lavoratore povero, scemo e che non si ribella
di Valerio Lo Monaco
L’uomo è un animale adattabile: si adatta anche alle cose che dovrebbe ripudiare. Ci adattiamo a mangiare cibo spazzatura, a respirare veleni, a stare in coda un’ora al mattino in tangenziale per andare al lavoro e un’altra ora la sera per tornare a casa.
Ma gli adattamenti più subdoli sono quelli che riguardano stili di vita che inducono cambiamenti antropologici. Uno di questi riguarda una nuova figura sociale della nostra contemporaneità. Una figura sociale sconosciuta nella storia precedente: è la figura sociale del “lavoratore povero”.
Cioè di colui che, pur lavorando, si trova in uno stato di povertà. Pur lavorando e percependo uno “stipendio” – diciamo così – riesce a malapena a far fronte alle sue necessità di base…