Il cammino dell’autoconoscenza

di Filippo Falzoni Gallerani

La crescita interiore si situa oltre la dimensione mentale e l’identificazione con il nostro io.

Ci sono diversi tipi d’immedesimazione con l’Essere, oltre il pensiero e l’individualità, che trovano piena espressione nello stato di Sahaja Samadhi. La comprensione intuitiva della natura della consapevolezza, porta con sé nella vita d’ogni giorno, una meravigliosa sensazione d’armonia, distensione e libertà.

pitagora-iniziatoCon il passare degli anni l’individuo dovrebbe maturare e crescere, ma spesso si considera crescita l’aumentare di possessi materiali e la specializzazione ed efficienza in attività pratiche. Invero, la crescita interiore non dipende dalle acquisizioni materiali, che non danno mai una felicità duratura, ma dalla saggezza spontanea che permette di vivere in armonia.

La completezza verso cui tende l’uomo totale implica la conoscenza di sé attraverso il sentire diretto. L’eterna domanda dei saggi: «Chi sono io?» sposta la prospettiva e fa sì che invece di inseguire desideri frustranti, si cerca di capire chi li ha e chi li osserva. Questo tipo di conoscenza appartiene alla dimensione iniziatica, perché ci avvicina al sacro e al mistero dell’essere. E’ un cammino che distrugge le illusioni mentali, libera dal conosciuto per svelare la realtà di una nuova modalità dell’essere.

Al di là del dualismo io-altro: il Sahaja Samadhi

Oltre al movimento superficiale del pensiero, infatti, se osserviamo in silenzio la consapevolezza in sé, siamo in contatto con il Testimone impersonale, l’osservatore dei pensieri e dei fenomeni che, benché tanto vicino è proprio la cosa che più ci sfugge. Ogni giorno al risveglio la sensazione “io sono” emerge dal sonno che invero è uno stato ineffabile, in cui la coscienza è pura potenzialità priva del dualismo io-altro.

Nel sonno siamo in completa pace e i mistici indiani hanno riconosciuto che la pienezza del nostro essere è manifesta in questo stato oltre l’io. Questo stato rigenerante di pace è inconscio nel sonno, mentre è consapevole nel Samadhi. Il Samadhi è lo stato più completo della meditazione che si può definire assorbimento della coscienza in se stessa.

Ci sono diversi tipi d’immedesimazione con l’Essere oltre il pensiero e l’individualità, che trovano piena espressione nello stato cosiddetto di Sahaja Samadhi, che è una stabile identificazione nel Sé assieme alla completa integrazione del personaggio che si esprime nella vita quotidiana in spontaneità. Nel sonno profondo, troviamo una pienezza che possiamo percepire come costante substrato della veglia, nell’abbraccio di essere e non essere, e nell’integrazione degli opposti dello stato di Sahaja.

Diversamente da altri tipi di Samadhi che sono temporanei – come il Savikalpa Samadhi, frutto di concentrazione volontaria, e il Nirvikalpa Samadhi, che è uno stato di assoluto distacco da tutto, privo di coscienza –  il Sahaja (che significa letteralmente “innato” o “spontaneo”) è lo stato stabile e costante del realizzato. In questo stato egli può sembrare un uomo comune che vive in lieta e spontanea semplicità.

Anche il grande filosofo Eraclito considerava il sonno da questa prospettiva e diceva: L’uomo, durante il sonno, separato dal mondo sensibile, vive d’intensa vita spirituale, alimentandosi alla luce della propria anima, e crea sogni e s’immedesima con l’Assoluto. In tale stato egli supera questo mondo d’illusorie differenziazioni, ritrova il Vero e con esso la suprema beatitudine.” Nel sonno non si fugge nello spirito né si è schiavi della materia.

Il cammino dell’autoconoscenza

Il cammino dell’autoconoscenza conduce da condizioni d’ignoranza, dipendenza e sofferenza, alla conoscenza, alla liberazione e alla serenità. La crescita interiore si situa oltre la dimensione mentale e l’identificazione con l’apparato corpo/mente. Si sviluppa osservando le resistenze del pensiero al fluire spontaneo della vita, il riconoscimento dei limiti e dei tranelli della mente, per culminare nel congiungimento con l’Essere nella sua pienezza.

In tempi di decadenza e nichilismo come questo, lo sviluppo della consapevolezza è una necessità per la sopravvivenza, perché se l’uomo non si libera dall’egocentrismo conflittuale si distruggerà con le sue stesse mani. La crisi globale cui assistiamo è forse la fine di un’Era e la nascita di una nuova in cui si manifesta il Nuovo Piano di Coscienza. Per questo rinnovamento è necessaria una crescita oltre la mente dualista, per trovare una modalità di vita in armonia con l’essere profondo che risiede in noi e anima il cosmo.

Liberi da dogmi e condizionamenti

Questo risveglio consapevole alla Realtà, è a portata di chiunque abbia il coraggio di guardare dentro di sé con sincera e appassionata sete di conoscenza. Una ricerca che non è un modo per fuggire la realtà, bensì è la via verso autenticità e pienezza di vita.

Implica libertà da dogmi e condizionamenti, rifiuto della superstizione e coraggio di essere se stessi di fronte al Fato. È una condizione di emancipazione e creatività in cui le emozioni, le passioni, i desideri non sono repressi, ma vissuti in un modo del tutto diverso.

Questo è un aspetto peculiare del Tantra Yoga, che insegna che la vita stessa in ogni suo aspetto, se vissuta consapevolmente, è la palestra più adatta per giungere alla liberazione. La vita pienamente vissuta è essa stessa uno Yoga Integrale, che porta all’Unione con il Tutto e alla trascendenza di Tutto. La via tantrica, secondo le scritture, classiche è adatta a questa epoca di decadenza, il Kali Yuga, in cui le pratiche contemplative possono essere praticate da pochi.

Oltre la coscienza vigile

Non occorre che ci si sottoponga a penitenze e non è necessario cercare pratiche impegnative e faticose, perché le delusioni e le frustrazioni che la vita stessa dispensa sono una sadhana sufficiente per la nostra crescita. Per distruggere le illusioni dell’ego è necessaria sincerità con se stessi e il riconoscimento delle proiezioni e dei limiti umani, altrimenti pratiche yoga e ripetitivi esercizi mentali possono persino essere dannosi e rafforzare gli ostacoli che invece si vorrebbero superare. La radice dell’Essere in cui sorge la sensazione “Io Sono” è oltre la coscienza vigile… è lo stato naturale, non diviso, in cui libertà, armonia e amore si automanifestano. È l’integrazione degli opposti, il Vuoto che tutto contiene, l’Unità oltre il pensiero che ancor oggi possiamo descrivere solo con inadeguate metafore mistiche.

Articolo di Filippo Falzoni Gallerani

Fonte: http://www.karmanews.it

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