di Massimo Mazzucco
Si sta instaurando ormai a tutti i livelli, nel pubblico confronto, un meccanismo per cui la verità diventa qualcosa di “liquido”, immediatamente “reversibile” nel suo opposto, grazie ad una semplice dichiarazione contraria.
Facciamo qualche esempio: Luigi Di Maio accusa l’ex-ministro Calenda di avere mal condotto la gara che ha portato all’offerta di Arselor-Mittal, per l’acquisto dell’ILVA di Taranto. Risposta di Calenda? “Totali idiozie”, e liquida così con due parole l’accusa del ministro che lo ha rimpiazzato.
Oppure: L’ex presidente della camera Pietro Grasso viene condannato a risarcire il PD per 80 mila euro che non avrebbe mai versato nelle casse del partito, durante la sua militanza piddina. Risposta di Grasso? “Parole infamanti, è una ritorsione”, liquidando così in due parole una sentenza emessa dalla magistratura italiana.
Oppure ancora: la corte europea condanna Google a pagare 5 miliardi di multa per aver violato le regole con il loro sistema Android. Risposta di Trump? “Ve l’avevo detto! L’Europa vuole approfittarsi di noi“.
Ormai stiamo assistendo ad una brutale semplificazione del pubblico dibattito, a qualunque livello esso si svolga. Mi accusano di questo? Sono dei coglioni. Dicono questo di me? Parole infamanti. Hanno fatto questo? È solo perchè non ci vogliono bene.
Il problema non è tanto capire se nei casi specifici abbia ragione Di Maio oppure Calenda, se abbia ragione Grasso oppure il PD, se abbia ragione Google oppure la corte che lo ha condannato. Il problema è che nel frattempo il pubblico si abitua alla semplificazione; diventa sempre meno esigente dal punto di vista delle argomentazioni logiche, e si avvia molto rapidamente lungo la pericolosa china di un manicheismo culturale, dove tutto alla fine si ridurrà ad una dicotomia bene-male, giusto-sbagliato, bianco-nero, eroe-criminale.
Senza più nessuna argomentazione, senza più nessuna valutazione personale, senza più nessuna sfumatura di grigio nel mezzo.
Con le conseguenze che ciascuno di noi può facilmente immaginare.
Articolo di Massimo Mazzucco
Fonte: https://www.luogocomune.net/LC/28-opinione/4982-un-mondo-in-bianco-e-nero