di Alessandra Spaziano
Le vitamine sono alla base del corretto funzionamento del nostro corpo. Esse aiutano le nostre cellule nelle varie attività enzimatiche e sono indispensabili per la vita stessa.
La vitamina “K” è alla base di alcuni sistemi di coagulazione, cioè quel processo che permette alle ferite di cicatrizzare e che quindi limita la perdita di sangue. Il ruolo di questa vitamina è quello di fungere da co-attivatore di alcune proteine della coagulazione, tra cui la protrombina e quelle definite “fattori VII, IX e X”. Inoltre, la vitamina K funge da attivatore della osteocalcina, una delle proteine che ha il ruolo di mineralizzare le ossa, cioè di “fissare” i minerali e il calcio di cui hanno bisogno le nostre ossa per essere sane e funzionali.
Quante vitamine K esistono?
Spesso capita che parlando di “vitamina K” ci si dimentichi che in realtà siamo di fronte ad una “famiglia di vitamine” che hanno tutte le stesse caratteristiche chimiche e fisiologiche; in realtà esistono ben tre tipi di vitamina K! La prima è quella più comune ed è assimilabile con la dieta, mentre la seconda è di origine batterica. La terza è sintetica, cioè prodotta in laboratorio; questo significa che la vitamina K3, anche conosciuta col nome di menadione, è in realtà un composto chimico inserito all’interno di farmaci che hanno il ruolo di aiutare la produzione di proteine della coagulazione, per quei pazienti che risultano avere problemi ematici.
Quali sono le fonti?
La vitamina K1 è presente in quasi tutti gli alimenti di origine vegetale o animale, mentre la vitamina K2 è prodotta dai batteri Escherichia Coli presenti nel nostro intestino. Questo comporta il fatto che non vi sono particolari cibi da dover necessariamente ingerire con la dieta, per poter mantenere un giusto apporto di vitamina K, ma si pensa che le verdure a foglia verde ne siano particolarmente ricche, seguite poi dai legumi e dalle uova.
Allo stesso tempo la vitamina K1, che comunque come abbiamo detto difficilmente può essere carente, è abbondantemente rimpiazzata dalla vitamina K2, grazie ai batteri intestinali che ne producono ogni giorno in grande quantità durante la digestione, mettendola così a disposizione del nostro corpo che la assorbe attraverso l’intestino.
Cosa comporta la carenza di vitamina K?
Tra tutte, la vitamina K è una delle meno quantizzabile! Questo è causato sia dal fatto che, come detto prima, le fonti di vitamina K sono molteplici, ma anche perché non si è ancora trovato un livello limite oltre il quale si arriva ad un grado di tossicità. Solamente un eccesso di vitamina K3, la forma farmacologica, risulta essere tossica perché può causare emolisi, cioè distruzione dei globuli rossi con conseguente problema di ossigenazione cellulare.
Anche se sembra molto difficile imbattercisi, la carenza di vitamina K può essere ugualmente causata da un malassorbimento intestinale o da alterazioni di bile e fegato (luogo in cui si ha la sinterizzazione dei fattori di coagulazione), comportando una iniziale riduzione della velocità di cicatrizzazione, causata dalla diminuzione della coagulazione e dei livelli di protrombina nel sangue. A lungo andare, questa situazione può peggiorare in gravi emorragie e, a causa del ruolo della vitamina K nella mineralizzazione ossea, nei soggetti predisposti può portare osteoporosi.
Nonostante sia una delle meno “discusse”, la vitamina K sembra proprio essere indispensabile e vitale. Le sue funzioni e gli eventuali problemi di carenza sono così rilevanti che ci sembrava doveroso informarvi del ruolo che una vitamina così poco raccomandata, grazie alla sua disponibilità naturale, ha per ognuno di noi.
Articolo di Alessandra Spaziano
Riferimenti:
- Enciclopedia Treccani
- http://www.lacooltura.com/2015/08/le-vitamine-e-le-loro-funzioni/
- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed
Fonte: https://www.lacooltura.com/2015/09/vitamina-k-unindispensabile-sconosciuta/