Perché molti indiani adorano Hitler?

di Fabrizio Leone

In India sta spopolando Hitler… proprio lui, il fondatore del nazional socialismo. E la cosa è parecchio preoccupante, visto che gli indiani sono un miliardo e mezzo e hanno già parecchi problemi…

L’India, un paese in cui una vacca ha più diritti di una persona, è falcidiata da diversi problemi: sistema scolastico inadeguato, scarsa igiene urbana, povertà, gente che viene stuprata ad ogni passo e così via. E adesso stanno anche diventando nazisti…

Il “Mein kampf” è un best seller online e addirittura un genio ha chiamato il suo negozio “hitler”, con tanto di svastica nell’insegna, poi rimossa dalla polizia. La cosa che più fa ridere (si ride per non piangere) è che in un libro per bambini intitolato “Leaders”, che parla dei leader mondiali più influenti come Gandhi, Mandela e Obama (su Obama ci sarebbe da scrivere qualche riga a onor del vero, ma lasciamo perdere per ora) ci hanno inserito l’odiato Adolfo. Un “leader influente” propagandato ai bambini… Quasi peggio di hamas che invece dell’albero azzurro trasmette il piccolo kamikaze.

Ma perché in India in molti tifano per hitler? Perché ignorano i fatti storici che lo riguardano e perché il nazifascismo non lo hanno mai provato sulla loro pelle. Così un dittatore sanguinario, totalitarista e pazzo, viene descritto come “quello che ha risollevato l’economia della Germania”, “quello che ha smosso le masse con i suoi discorsi”, “spinto lo spirito di avventura nelle persone comuni”. Insomma, peggio di chi dice: “ma ha fatto anche cose buone!”… gli indiani sono convinti abbia fatto solo cose buone.

Sanno poco o nulla dell’antisemitismo, dello sterminio dei campi di concentramento, della guerra mondiale che ha scatenato. Questo perché, appunto, sono ignoranti e ignorante è soprattutto il loro sistema scolastico: a scuola, infatti, Hitler è descritto praticamente solo come un grande statista e si fa ben poco cenno ai campi di concentramento. Si dà molta più enfasi al personaggio che alle sue azioni.

Insomma, sia per la lontananza fisica dai fatti, sia per ignoranza, questi disgraziati vedono hitler come un eroe. Ma non è solo colpa dell’ignoranza, perché un sentimento diffuso è che se hitler non avesse combattuto gli inglesi durante la guerra, questi non si sarebbero indeboliti al punto da dover rinunciare al dominio sulla loro nazione. In parole povere lo vedono praticamente come un liberatore…

Insomma hitler viene elogiato in modo ignorante, non con malizia. Gli indiani non sono antisemiti, almeno non tutti, non è quello che gli fa ammirare l’odiato Adolfo, lo ammirano perché il loro punto di vista è totalmente diverso dal nostro: loro hanno avuto (forse) dei benefici dalla sua guerra contro l’Europa intera, noi ne siamo usciti devastati.

Loro non sanno molto sui campi di sterminio, noi lo sappiamo bene. Loro non hanno mai subito l’occupazione nazista, noi abbiamo visto interi paesi sterminati per ritorsione o gratuitamente. Tutto questo anche se per ora non sembra essere un fenomeno pericoloso, forse un domani potrebbe diventarlo. Perché molti stanno leggendo il suo libercolo di propaganda e quello contiene pericolose teorie sulla purezza della razza e l’antisemitismo e la situazione, allora, potrebbe diventare pericolosa…

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.pallequadre.com/2018/06/molti-indiani-adorano-hitler.html

L'ASCESA DI ADOLF HITLER (EBOOK)
Come nacque e si affermò il nazismo in Germania nel primo trentennio del Novecento
di Eugene Davidson

L'Ascesa di Adolf Hitler (eBook)

Come nacque e si affermò il nazismo in Germania nel primo trentennio del Novecento

di Eugene Davidson

Come e perché il Führer scosse le fondamenta della società tedesca.

Alla fine degli anni Venti, dopo dieci anni di invettive ed esortazioni, Hitler era riuscito a persuadere solo il 2,6% dell'elettorato tedesco a votare per lui, mentre il 97% continuava a ignorarlo o a respingerlo. Poi, nello spazio di due anni, la percentuale di uomini e donne che lo volevano cancelliere del Reich arrivò al 18% e due anni dopo al 37%.

Eppure non c'era nulla di diverso nella sua irruente dottrina. Hitler continuava a ripetere le stesse cose e a fare le stesse promesse. Neanche lo stile era mutato. La voce roca, le pose patetiche, i modi che sembravano così assurdi agli osservatori esterni, il flusso oratorio erano esattamente gli stessi. Ma se all'inizio Hitler parlava a se stesso e a pochi, indefiniti discepoli, ora a un terzo del popolo tedesco.

L'uomo che ad alcuni era sembrato un "cacciatore di dote", un paparazzo da spiaggia di una malandata stazione balneare ora appariva come un cavaliere in splendida armatura, il vero Führer.

Sotto molti aspetti il nazismo era antitetico a quello che la grande massa dei tedeschi diceva di ammirare: era turbolento, indisciplinato, vanaglorioso, il leader uno straniero semianalfabeta, feroce, fanatico e amorale. Tuttavia, dal 1930 in poi, Hitler fece proseliti nelle grandi imprese, negli ambienti bancari, nell'industria e un po' alla volta in tutti gli strati sociali.

Come poté conquistare la nazione? Cosa accadde nello spazio di tre-quattro anni?

Eugene Davidson analizza con estremo rigore la situazione della Germania nei primi trent'anni del Novecento e ci spiega come l'ascesa al potere di Hitler non vada attribuita ad un unico fattore, ma considerata parte di una serie di eventi che scossero tutte le fondamenta della società tedesca.

In questo volume:

  • Germania: la terra promessa
  • La guerra e il caporale
  • Il vuoto dopo la sconfitta
  • Il nemico è a destra
  • Scie d'argento all'orizzonte
  • L'epoca della croce uncinata
  • La presa del potere

... e molto altro!

"Lo scrittore e storico Eugene Davidson ha realizzato un lavoro di grande qualità, una gemma rara che contrasta nettamente con gli standard spesso superficiali di oggi." Washington Star

"Un'analisi complessa e profondamente sentita che prende in considerazione trent'anni di storia della Germania prima dell'ascesa al potere del nazismo." Kirkus Reviews

 

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