Nathan Larson: ecco chi è l’uomo che vuole legalizzare la pedofilia

di Benedetta Frigerio

Candidato al Congresso Nathan Larson ammette: “Sono un pedofilo”. Nathan Larson, combatte per la legalizzazione della pedoflilia. Ma perché non teme di esporsi fino a questo punto? Solo perché è un malato di mente?

nathan larson

Di fatto l’impunità dell’uomo e il silenzio imbarazzato dei predicatori della “libertà senza vincoli” dice molto. Ecco perché se non si colpisce l’origine del male, si farà presto ad abituarsi anche a questo.

“Il sesso deve essere libero”; “basta che sia amore”; “il corpo è mio e lo gestisco io”. Decidete se siete favorevoli o contrari a questi slogan e a questa concezione della libertà, poi però prendetevene tutta la responsabilità. Questo si dovrebbe dire a ogni persona che la pensa come Nathan Larson, residente in Virginia e candidato al congresso americano che si definisce “libertario”, quindi più che progressista, e quindi convinto che lo Stato non dovrebbe minimamente interferire sulle scelte private dei cittadini, perché appunto ciascuno deve essere libero di fare ciò che vuole.

Così, pur essendo un pedofilo dichiarato (è stato anche in carcere per aver minacciato di morte prima Bush e poi Obama), Larson sta portando avanti la sua campagna elettorale, in mezzo a silenzi o media di sinistra, che più che sottolineare questo aspetto, lo accusano di essere un bianco, razzista di destra e misogino. È vero… secondo questo 37enne americano le donne dovrebbero essere sottomesse (nel senso violento del termine) all’uomo e l’uomo bianco dovrebbe avere la supremazia.

Ma che il Washington Post, per esempio, si soffermi su questi dettagli senza gridare contro la principale battaglia politica di quest’uomo è una vergogna, che la dice lunga sul consenso tacito che si va formando attorno alla pedofilia.

Il quotidiano progressista mette fra un elenco di idee assurde la pedofilia, ma ponendola sullo stesso piano delle altre e senza nemmeno fare accenno alle dichiarazioni scandalose rilasciate dall’uomo circa la volontà di legalizzare l’incesto e circa il desiderio di abusare di sua figlia di appena tre anni.

Non solo, perché la bambina fu sottratta alla potestà paterna successivamente alla battaglia legale dei suoi ex suoceri. Fortunatamente la bimba era nata dopo la separazione di Larson dalla moglie che, ripetutamente violentata, come ha confermato lui stesso, si era poi suicidata.

L’uomo le aveva confessato di essere attratto sia dagli adulti sia dai bambini. Infine rispondendo all’Huffington Post, Larson ha spiegato di aver aperto due siti per pedofili (suiped.org e incelocalypse.today, ora oscurati).

Ma la cosa impressionante è che diverse radio, programmi e giornali gli hanno dato spazio, magari sottolineando il proprio disaccordo con la pedofilia ma comunque lasciando che esponesse le proprie idee sulla libertà e sul fatto che le vittime della pedofilia “godono” degli abusi e si dispiacciono solo poi per colpa della società.

Emblematico che lui stesso sia stato una vittima e che i suoi genitori, con cui vive, lo lascino libero di organizzare da casa la sua campagna elettorale. Ma come mai Larson non teme di esporsi fino a questo punto? Solo perché è un malato di mente? E’ strano il fatto che nessuno lo abbia ancora arrestato, ma anche le sue parole all’Huffington Post danno da pensare in merito: “La gente preferisce quando un estraneo che non ha nulla da perdere è disposto a dire quello che molti pensano”.

Di fatto, anche se la sua candidatura verrà ufficializzata solo il 12 giugno, l’uomo ha già raccolto le mille firme necessarie per partecipare alle elezioni. Ma oltre a questo c’è molto di più. C’è un potere che non agisce come dovrebbe, mentre è pronto a scatenare una tempesta mediatica se solo qualcuno osa dire che “love is not love” e che “le famiglie Lgbt non esistono”. Perciò, pur espulso dal partito libertario, l’uomo correrà come indipendente.

Che nessuno si sia opposto, quando per le sue affermazioni dovrebbe essere arrestato per istigazione a delinquere, è emblematico di una società imbarazzata da se stessa, che dopo aver predicato la libertà senza vincoli (di sposarsi con cani e gatti, con persone dello stesso sesso o più persone etc.) fatica a trovare argomentazioni teoriche per impedire una candidatura simile.

L’unico argine rimasto è che la libertà si ferma davanti a quella dell’altro e che il sesso deve essere consenziente. Ma è un argine debolissimo. Basta guardare al proliferare di immagini sessualizzate di bambini, di piccole che sfilano in maniera provocante o ai corsi per la sessualizzazione precoce, che pretendono che il bambino possa scegliere con responsabilità cosa fare o essere, per capire che basta poco a confondere e plagiare un bambino, come spiegò don Fortunato di Noto alla Nuova BQ.

Dunque c’è solo un modo per poter veramente combattere la mentalità di Nathan Larson, ed è negare gli assunti citati all’inizio dell’articolo. Perché o la libertà, così come la sessualità, hanno un fine e uno scopo a cui devono essere ordinati, con i limiti posti dalla legge naturale, oppure l’attacco alla pedofilia (a meno che serva a colpire la Chiesa Cattolica) rimarrà debole e contribuirà a lasciare che la società si abitui anche a queste idee. Oggi è ancora uno scandalo parlare di pedofilia, come lo era parlare dei rapporti fra persone dello stesso sesso anni fa. Ma domani?

 Articolo di Benedetta Frigerio

Fonte: http://www.lanuovabq.it/it/la-candidatura-di-un-pedofilo-e-limbarazzo-progressista 

IL PEDOFILO è LUI
Analisi psicoanalitica della pedofilia
di Antonio Marco Campus

Il Pedofilo è Lui

Analisi psicoanalitica della pedofilia

di Antonio Marco Campus

l libro nasce dallo studio e dall'analisi del fenomeno della pedofilia, e si focalizza sull'effige del pedofilo come soggetto portatore di una patologia pericolosa per l'incolumità dei bambini e per il benessere della collettività.

Stigmatizzare il pedofilo, ed etichettarlo come orco, come mostro e come reietto sociale non è un compito che spetta a chi lavora nel campo medico, psichiatrico e soprattutto psicologico e criminologico, il cui obbiettivo è rappresentato dallo studio dei fenomeni sociali e patologici al fine di promuovere ed implementare un piano che verta sulla prevenzione, informazione e trattamento della condizione patogena.

… Nella prima parte del volume si affronta il tema delle origini storiche della pedofilia nei vari contesti storici e geografici a dimostrazione che, nonostante sia un fenomeno antico e conosciuto poiché tramandato negli scritti dell'epoca, ancora oggi non si sono riusciti ad organizzare strumenti preventivi e informativi idonei a far conoscere alla popolazione la sua reale natura, puntando in modo speculativo e sensazionalistico sulle sue conseguenze a danno delle vittime.

Conoscere per capire, e capire per prevenire ed agire è la chiave di lettura che dovrebbe essere adottata nella lettura del presente libro, il cui motto è ravvisabile nella concezione di curare ed aiutare il pedofilo per aiutare il bambino.

Focalizzarsi solo su una delle parti coinvolte nel processo relazionale pedofilico deviante, non potrà mai portare a una soluzione risolutiva del problema, indi pur dovendo tutelare il bambino abusato, come nostro dovere e obbligo dello Stato, concentrarsi solo su questo livello produce solo effetti palliativi che non mirano alla risoluzione del problema all'origine.

Occorrerebbe invece incentivare quegli interventi che agendo sui due attori del rapporto aspirano sia alla tutela doverosa ed imprescindibile del minore, sia alla cura e alla riabilitazione del soggetto abusante.

Per questo ho dedicato un capitolo al profilo psicologico del pedofilo, proprio per far comprendere cosa si annida nei suoi processi mentali, come funziona la sua psiche e quali sono i meccanismi che si attivano in lui alla vista del prepubere. Capire chi è costui, come agisce, perché agisce in quel modo, è fondamentale sia per intervenire preventivamente a tutela del bambino, sia per aiutarlo a guarire e a riprendere a funzionare a livello intrapsichico, sociale e relazionale in maniera adeguata.

È opinione comune identificare il pedofilo come un orco mangiatore di bambini, come colui che li deruba della loro innocenza, della loro verginità, come il lupo cattiva della favola di cappuccetto rosso, tuttavia non tutti sanno che tale patologia si presenta in una guisa multi variegata.

… I volti della pedofilia sono innumerevoli, come ho descritto nel capitolo dedicato alle varie forme di pedofilia tra cui quella ecclesiastica e quella scolastica che ho elaborato personalmente, quella online, pedopornografia tra cui i pedo snuff movie, un fenomeno preoccupante e in crescita anche in Europa, le associazioni di pedofili etc.

Anche la pedofilia femminile, presente anche nel nostro paese, è stata affrontata nonostante non se ne parli mai causando una ghettizzazione patologica al ruolo maschile.

Nonostante le innumerevoli definizioni nuove che ho elaborato nella stesura di questo libro, l'apporto più indicativo rimane forse il nuovo strumento di prevenzione che ho chiamato education lived on pedophilia che presuppone la figura di un ex pedofilo come educatore accompagnato da uno psicoanalista.

Proposta che non credo troverà nel breve periodo un'applicazione – sperimentazione nel nostro paese a causa di variabili culturali e moralistiche, nonostante in America siano già stati attuati programmi similari.

… Ho voluto tuttavia introdurre un capitolo interamente dedicato alle associazioni che lottano contro la pedofilia e a tutela dell'infanzia in quando credo nel loro operato e le ritengo un inestimabile ricchezza sociale.

...

Un commento

  1. Se la pedofilia e una malattia non si puo legalizzarla.
    Inoltre e perseguibile penalmente.

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