di Paolo Borgognone
Ciò che ci si attendeva, è stato. Mattarella rifiuta Savona come ministro dell’Economia per ragioni di opinione e riafferma il principio oligarchico secondo cui la sovranità appartiene ai “mercati”, cioè agli speculatori internazionali, e non al popolo.
Il giochino dello Spread che saliva è stato innescato da Draghi per preparare il terreno mediatico al golpe, cercando di far credere ai pensionati che i loro risparmi sarebbero stati “a rischio”, qualora Savona fosse diventato ministro dell’Economia in un governo M5S-Lega. L’inganno dello spread come apripista per agevolare e legittimare il golpe. La Costituzione cambia de facto, l’articolo 1 non ha più alcun significato. Siamo nell’era del compiuto disincanto… Il governo “tecnico” che si prospetta è la dittatura dei mercati legalizzata. Il momento è drammatico nel vero senso della parola.
La storia della “democrazia italiana”, anche formalmente, finisce qui, il 27 maggio 2018. Il voto anticipato che si prospetta, se vi sarà, potrebbe anche normalizzare ulteriormente gli scenari. Il centrodestra berlusconiano, infatti, anche se Berlusconi in coalizione costasse per lo 0,5% dei voti, pretenderebbe da Salvini l’indicazione al presidente di un ministro dell’Economia pro-euro. Diversamente, non voterebbe la fiducia.
L’unico esperimento “rivoluzionario” possibile nella storia dell’Italia repubblicana, ovvero l’alleanza di governo M5S-Lega, è stato affossato da un golpe del presidente su istigazione dei “mercati”. Ora come non mai, la Lega può esercitare il ruolo di ultimo ed estremo baluardo contro il golpe e il disciplinamento mercatista. Urge un fronte sovranista, per difendere la democrazia e il pluralismo politico dalla dittatura che sta, nuovamente, arrivando!
Documenti dal golpe. Mattarella il “democratico” parla a se stesso e ai “mercati” nel momento in cui afferma di “non poter accettare inammissibili diktat” sulla nomina del futuro ministro dell’Economia? Sarebbe giusto, ma non credo… E lo spread sale a quota 200. L’attacco speculativo, golpista, assume i toni di una guerra preventiva dichiarata, in conto terzi, dallo “Stato democratico” mattarelliano nei confronti della nazione italiana.
Basta un Savona qualunque candidato ministro dell’Economia per attivare la macchina infernale del golpe. Faranno di tutto, anche provocare una crisi nei rifornimenti dei generi di primo consumo, attraverso la promozione di scioperi ad hoc degli autotrasportatori tipo Cile 1973, se fosse necessario per piegare Salvini e farlo “mollare”… Hanno paura, i “mercati”. E basta poco per provocare questa paura. Sono entità sovranazionali danarose, ma fragilissime. E possono essere facilmente sconfitti.
Spiace, sinceramente, per i ragazzi delle nuove generazioni che si impegnano, da ribelli, nella politica con passione e militanza. A questi ragazzi la società in cui viviamo, col suo ceto dirigente di lacchè del capitalismo postmoderno, veicola un messaggio ben preciso al mero scopo di infondere disincanto, apatia, rassegnazione, sfiducia, e dunque consenso passivo per il regime: “lotta fin che vuoi, dai anima e corpo per tentare di cambiare le cose ma, alla fine, i tuoi sforzi saranno vanificati, perché chi ha soldi e conoscenze che contano, casca sempre in piedi”.
Articolo di Paolo Borgognone
Fonte: https://www.controinformazione.info/documenti-dal-golpe/