Dalla carne alle verdure: il sindaco vegan che sta rivoluzionando una cittadina del Texas

di Roberta Ragni

Nella cittadina di Marshall, in Texas, sta avvenendo una piccola rivoluzione.

Marshall CommunityQui, in questo angolo del Texas, barbecue, bistecche e pollo fritto sono uno stile di vita; così come anche obesità, diabete, cancro e malattie cardiache. Ma, grazie al suo sindaco, gli abitanti hanno iniziato a evitare i prodotti animali. E stanno diventando vegani…

Il primo cittadino Ed Smith, infatti, ha abbracciato una dieta a base vegetale dopo aver sviluppato il cancro. Da allora mangia solo verdure, frutta, noci, semi, legumi e cereali integrali. Oggi la sua orribile malattia è scomparsa. E lui tenta in ogni modo di diffondere la dieta vegan tra i suoi concittadini, sperando di riuscire presto a farlo anche in tutti gli Stati Uniti.

Per aiutare la transizione, il sindaco e sua moglie Amanda, invitano gli abitanti a casa loro una volta al mese per condividere cibi vegan sani, scambiare ricette e discutere di storie di successo. Come quella della signora VanDeCarr, 52 anni, arrivata a Marshall dalla vicina Beckville, per il New You Health Fest, un evento che promuove la dieta vegana, e che nella sua terza edizione ha attirato più di 400 persone provenienti da 17 stati e 3 nazioni.

La signora VanDeCarr, pensava che essere vegani significasse mangiare cartone, ma dopo aver visto il film documentario “Forks Over Knives”, è diventata vegana e ha aiutato la figlia, il cognato, i consuoceri e quattro nipoti a convertirsi a una dieta a base vegetale. La sua scelta non è un caso isolato.

Molti residenti della zona hanno scelto di dire addio ai derivati animali, perdendo chili e migliorando la loro salute. Il gruppo di Facebook “Get Healthy Marshall”, dell’organizzazione no profit alla base del movimento, conta oltre mille membri ad oggi. L’associazione può contare su un supermercato locale, che offre scorte di alimenti vegan a volontà, dalla quinoa al latte di mandorla, e su tanti ristoranti locali che hanno aggiunto piatti vegan al loro menu.

In verità, a Marshall preferiscono parlare della nuova dieta evitando il termine vegan, che richiamerebbe alla mente delle persone una lista di cose che non bisogna mangiare, così come l’aspetto legato ai diritti degli animali. Non sarebbe questa la tattica appropriata per l’East Texas, dove si vive proprio dell’allevamento del bestiame nei ranch.

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“Le persone sono molto più ricettive sulla tematica della salute. Abbiamo visto persone fare il cambiamento per motivi di salute, e una volta che sono stati in grado di dissociarsi dai prodotti di origine animale, tutto ad un tratto sono diventati sensibili anche sulla tematica degli animali da allevamento”, spiega il sindaco-eroe che ha convinto la sua piccola comunità di fedeli carnivori a mangiare solo verdure, con beneficio dell’ambiente, della salute e degli animali.

Articolo di Roberta Ragni

Fonte: http://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/13887-sindaco-vegan-cittadina-texas)

Libri sull'argomento
Il Digiuno, Via di Salute di Allan Cott
Compendio di Terapie Egizie ed Essene di Marie-Johanne Croteau, Daniel Meurois
L'Olio di Cocco di Laura Holzapfel, Cynthia Holzapfel
La Banda del Bicarbonato di Allegra Agliardi, Gabriele Clima
Curarsi con Acqua e Limone di Simona Oberhammer
Il Libro dei Rimedi Naturali di James F. Balch, Mark Stengler
LA CIVILTà DELL'ORTO
La Coltivazione Elementare
di Gian Carlo Cappello

La Civiltà dell'Orto

La Coltivazione Elementare

di Gian Carlo Cappello

Cosa significa “non fare” in agricoltura? E come può un orto coltivato senza fatica rendere a tal punto da avere tutto il cibo di cui si ha bisogno?

Gian Carlo Cappello, agrotecnico con decenni di esperienza sulle spalle, ci spiega questa apparente contraddizione in un libro che è a metà tra un manuale agricolo e una riflessione sulla società di oggi.

Il libro racconta l'idea del progetto “Civiltà dell’Orto”, natoe per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

Cosa non viene fatto:

  • nessuna lavorazione del terreno, neppure superficiale e neppure all'inizio della coltivazione;
  • nessun uso di fertilizzanti, antiparassitari, ammendanti e diserbanti (né chimici né organici né omeopatici) né E.M.;
  • nessuna rotazione colturale, consociazione varietale, compostaggio, sovescio, progettazione, calendarizzazione;
  • riduciamo al minimo l'apporto di acqua irrigua;
  • nessun intervento contro le cosiddette “malattie” né contro l'erba spontanea poiché considerate parte dei processi naturali di ripristino dell'equilibrio non comprensibili alla mente razionale;
  • non scegliamo dogmaticamente sementi antiche

Cosa viene fatto:

  • preserviamo il naturale equilibrio della terra e del contesto di coltivazione;
  • consideriamo la crescita delle coltivazioni come conseguenza dell’equilibrio della biosfera;
  • cerchiamo di rendere le piante coltivate quanto più «selvatiche» possibile;
  • promuoviamo il cambiamento e la crescita interiore, affiniamo l'intuito, il sentire, la saggezza innata e l'intrinseca capacità creativa di risoluzione dei problemi;
  • sosteniamo l'autosufficienza alimentare e il superamento dell'economia capitalista.
  • favoriamo l’inserimento di nuovi/e partecipanti che condividano questi principi.

Il cambiamento è possibile!

Perché leggere questo libro:

  • Per scoprire perché in agricoltura "non fare" è meglio di "fare".
  • Per sentire la voce di un esperto agrotecnico con oltre 30 anni di esperienza nel campo.
  • Perché non si tratta solo di un manuale di agricoltura, ma anche di un'inaspettata riflessione sulla società e sui comportamenti comunemente accettati, talvolta inspiegabili, dell'essere umano.

Le parole dell'autore

La Coltivazione Elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l'esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione.

Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la Coltivazione Elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell'umanità di controllare la vita.

Nei processi naturali c'è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l'autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi.

Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant'anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.

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