Il Lato oscuro: come influenza le nostre vite e come liberarsene

Cos’è il lato oscuro, come influenza le nostre vite e come possiamo liberarcene?

Ombra

Ricordi “Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde”? Di giorno Jekyll è un rispettabile medico, di notte un mostro capace di qualunque atrocità. Ecco, Mister Hyde, per intenderci, è la nostra ombra (lato oscuro), ovvero la sua manifestazione fisica.

A trattare esaurientemente l’argomento fu soprattutto Carl Gustav Jung, il celebre psicoanalista svizzero, ma persino Peppa Pig, nel suo piccolo, ne parla col linguaggio proprio dei bambini. Basti pensare all’episodio intitolato “Ombre” in cui Peppa e i suoi amici cercano di seminarle correndo velocemente. La piccola Rebecca Coniglio e il Signor Elefante ammoniscono: “Nessuno può sfuggire alla sua ombra George”. E il piccolo Elefante specifica: “Quando qualcosa si frappone fra la Terra e il Sole proietta un’ombra.” Saggezza infantile!

Perché è proprio questo che accade con l’ombra, anche quella interiore: non possiamo liberarcene ma volendo, è possibile integrarla in noi stessi, ovvero accettarla, senza incorrere nel rischio di proiettarla su altri: il partner, gli amici, i genitori o chiunque si incontri sul proprio cammino. Fatta questa premessa scopriamo cos’è l’ombra, o lato oscuro, secondo le teorie junghiane. Ovviamente esse non vanno intese come verità assolute ma possono certamente rappresentare un punto di vista interessante sull’insidioso argomento.

Cos’è l’ombra/lato oscuro

cos'è l'ombraL’ombra individuale, per come la intende Jung, è una componente della personalità, il lato rimosso, “il fratello oscuro”, ovvero tutti quei “difetti” (o presunti tali) che non ammettiamo di avere perché inaccettabili alla luce della coscienza.

L’Ombra personale è il frutto di tutto ciò che abbiamo rimosso nel corso del nostro percorso di crescita, a causa delle restrizioni di tipo etico-morale dovute all’ambiente di formazione. Per fare un esempio concreto, pensiamo a un uomo avido che non riconosce questa sua caratteristica negativa e che, quindi, proietta sugli altri l’avidità stessa. Non riconescendo la sua avidità egli giudica negativamente gli avidi, che guarda caso incontra spesso sul suo cammino.

Solitamente non siamo affatto consapevoli di questo meccanismo, ne siamo vittime e in quanto tali continuiamo a vivere come se la colpa, il male, la negatività appartenesse agli altri anziché a noi stessi. Se solo iniziassimo a riflettere in questi termini, ci accorgeremmo pian piano che ciò che più detestiamo negli altri corrisponde esattamente ai nostri lati oscuri, rimossi dalla coscienza. Chi per esempio è sicuro di non essere arrogante ma individua spesso in chi lo circonda questo difetto, molto probabilmente è vittima di tale meccanismo. Quindi, dentro di sé, cela dell’arroganza.

Tipi di ombre

animus e animaSe da un lato Jung individua l’ombra individuale, come illustrata nel precedente paragrafo, dall’altro ritiene esista anche un’ombra collettiva. Quest’ultima è legata all’universo degli archetipi, ovvero le idee innate e predeterminate dell’inconscio umano. Difatti Jung era convinto che l’inconscio di ognuno di noi, fin dalla nascita, contenesse delle immagini mentali innate, primordiali, collettive, nel senso che appartengono a tutti, indipendentemente dalla formazione personale. L’insieme di questi archetipi formerebbe l’inconscio collettivo.

Jung ne individua diversi ma mi limito a riportarne due, l’Animus, ovvero l’archetipo maschile che risiede nell’inconscio femminile, e l’Anima, l’archetipo femminile che risiede nell’inconscio maschile. Che significa? Che in ognuno di noi, indipendentemente dal genere di appartenenza, convivono una parte maschile e una parte femminile, spesso non in equilibrio fra loro. Capita per esempio che nelle donne la parte maschile venga repressa e allo stesso modo che gli uomini reprimano la parte femminile.

Cosa accade se le due parti non sono in equilibrio? Proiettiamo sul partner, ma anche su amici e conoscenti, la parte non manifesta. Se per esempio io sono molto femminile e rinnego il mio lato maschile più aggressivo, tenderò a cercare un uomo che compensi questa mia mancanza, quindi tendenzialmente aggressivo. Questo meccanismo ci induce a scegliere partner di un certo tipo, magari sempre uguali, per compensare le caratteristiche che vorremmo integrare in noi stessi.

Come uscire dal circolo vizioso? Secondo Jung dovremmo riconoscere l’archetipo mancante e cercare di integrarlo in noi. E’ il caso di una donna poco pratica che si accoppia sempre con partner autoritari, pratici, severi. Una scelta che potrebbe essere motivata dalla sua volontà inconscia di integrare in se stessa le qualità incarnate da quel genere d’uomo, quindi una maggiore severità, praticità, autorità.

Come si manifesta l’Ombra

ombra nei sogniL’Ombra individuale si manifesta principalmente attraverso i sogni e le proiezioni suddette. Nel mondo onirico essa assume spesso le sembianze di una figura dello stesso sesso del sognatore o di un animale, che si comporta in modo molto diverso dal sognatore stesso. Difatti il suo scopo è integrare, compensare, le qualità che il sognatore non osa manifestare nella sua vita cosciente. Le proiezioni, come abbiamo già visto, consistono invece nell’attribuire a qualcun altro i nostri peggiori difetti, senza accorgercene.

Perché è importante riconoscere la propria Ombra

riconoscere l'ombra

Chi è vittima dell’Ombra, ovvero chi non ne è consapevole, tende a colpevolizzare gli altri a causa del meccanismo della proiezione. Comprenderlo aiuta a uscire da questa logica e a capire che i difetti altrui, specialmente quelli che ci procurano maggiore fastidio, appartengono in realtà alla nostra interiorità. Non è certo un lavoro semplice, anche perché la coscienza, finché non si abitua, tende a negare l’evidenza. Ma si può sempre imparare: basterebbe iniziare a farlo nella vita quotidiana!

Quando un difetto altrui ci disturba particolarmente, dovremmo guardarci dentro e cercare di capire se, in qualche antro oscuro della nostra anima, non si celi lo stesso difetto, abilmente mascherato. Una volta che ne avremo preso consapevolezza potremo finalmente trasformarlo in un “difetto” costruttivo. Il buio non è necessariamente negativo, dipende l’uso che ne facciamo. Inoltre divenire consapevoli delle proprie ombre migliora certamente le relazioni con l’esterno perché ci aiuta a vedere gli altri per ciò che sono realmente, a tutto vantaggio dell’altruismo e della condivisione sincera.

Laura De Rosa

Fonte: www.yinyangtherapy.it

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Se ne sei consapevole, ogni esperienza nella vita è una benedizione, ogni errore una lezione, ogni sofferenza una crescita, ogni ostacolo un'opportunità. La saggezza sta nel riconoscerli e nel farne buon uso...

Sono trascorsi alcuni anni da quando Kripala ha compiuto in India il viaggio iniziatico che gli ha cambiato la vita. Ora è il momento di tornarvi: per affidare al Gange l'ultimo ricordo della sua amata venuta a mancare e per ritrovare il suo maestro, Tatanji, e con lui - spera - un po' di serenità. Tuttavia, quando raggiunge l'ashram, ad accoglierlo sono il disordine e il vuoto. Non c'è alcuna traccia dell'anziano monaco.

Ciò che resta di lui sono una gattina grigia dagli occhi blu, Shakti, e un vecchio taccuino. Ed è proprio con questi che Kripala riprenderà il cammino, alla ricerca di un luogo che gli è apparso in sogno, una destinazione mitica di cui nessuno conosce esattamente la strada ma a cui in tanti ambiscono ad arrivare: «il villaggio dei monaci senza tempo». Lì è nato Tatanji, lì vivono maestri che custodiscono segreti millenari.

Sarà un'avventura irta di ostacoli, ma anche costellata di incontri con anime speciali che lo aiuteranno a elevare la propria coscienza. Perché soltanto acquisendo nuove consapevolezze e una diversa percezione della realtà potrà riconoscere il villaggio: non a tutti è dato vederlo, solo alle menti capaci di cogliere le infinite connessioni che uniscono tutti gli esseri viventi e di aprirsi all'amore che abbraccia ogni cosa. Sarà un viaggio alla scoperta di sé, del senso più profondo della vita e della sua molteplice bellezza.

Dopo il bestseller "Il Monaco che Amava i Gatti", che ha toccato i cuori di migliaia di lettori e lettrici, Corrado Debiasi ci regala una nuova storia che è fonte di ispirazione e di pace per l'anima.

Estratto dal libro

Non sappiamo nulla di ciò che il destino ha in serbo per noi. Non sappiamo nulla del domani. Non sappiamo nulla di quello che può capitarci da un momento all'altro.

Possiamo progettare tutto, fin nei minimi particolari, matrimoni, vacanze, lavori, uscite con amici, feste. Eppure, in un attimo, tutto può cambiare. In un attimo, tutti i nostri progetti possono svanire. In un attimo, tutto può scomparire. Ma, se Dio vuole, tutto può tornare a rinascere, tutto può tornare a fiorire.

Come il sole risorge sempre anche dopo la notte più oscura, così tutto tornerà a risplendere di nuovo. Perché la vita è meraviglia, e sempre lo sarà.

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